Capitolo Ventuno

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-E così anche lui ha trovato un qualcuno da seguire- la voce del professore la fece sobbalzare ancora –Perdonami-

-Deve smetterla di spuntare così, non è salutare- Evangeline dopo aver perso di vista per pochi istanti gli occhi dell'animale si sentì richiamata a rincatenarli ai suoi.

-E' qui da così tanto tempo che credevo sarebbe stato costretto a morire da solo-

-Non mi sembra tanto vecchio, ha ancora le piume così belle e le ali così vigorose- sentiva quasi la potenza di quelle ali attraverso le sue braccia

-E' qui da molto prima che tu nascessi ma credo che ti stesse aspettando. I Valravn sono creature intelligenti e messaggeri con una percezione del futuro strabiliante-

-Come potrebbe essere? Gli animali non sono come noi, sono intelligenti ma non posso parlare come noi o fare tutto ciò che noi possiamo fare-

-Ti ricordo che non siamo sulla terra, questo mondo ti stupirà sempre di più- disse lasciandola sorpresa –Vi lascio a conoscervi, avete ancora un po' di tempo per riuscire a presentarvi per bene-

-Mi sembra di essere una pazza a parlare con un animale...- sussurrò tra sé e sé

-E a me sembra di parlare con una pazza-

-Beh, lo sono a quanto pare. Sento pure le voci ora-

-Non credevo mi spettasse una protetta ignorante- forse ancora non ci aveva fatto caso ma la voce nella sua testa non era più quella dei pensieri ma una voce più roca e che interpretò come maschile. Evangeline sussultò nuovamente quando si rese conto che quella voce era reale.

-Non sono ignorante! – si girò a guardarlo negli occhi –E' solo tutto così nuovo che mi devo abituare- tentò di giustificarsi

-Se non conosci le cose sei un'ignorante e non urlare in quel modo con me, sono la tua guida ed ho ben più autorità di te- sembrava quasi stizzito –ed ora, ti dispiacerebbe presentarti? Sento qualcosa di strano in te ma non riesco a capire cosa sia- era curioso anche lui alla fine ma non poteva di certo farsi vedere così amichevole, quella ragazzina doveva mostrargli il dovuto rispetto.

-Mi chiamo Evangeline, te hai un nome? –

-Non abbiamo nomi noi, siamo solo delle guide per voi e non ne vogliamo uno- disse secco –e continua, non riesco a capire cosa sei-

-Mi posso fidare di te? Sento questa sensazione in me che mi porta a fidarmi ma le tue risposte mi portano a provare una sorta di antipatia nei tuoi confronti- meglio essere diretti diceva sempre Ada e lei era cresciuta così

-Sono la tua guida ormai, la mia vita è la tua così come i pensieri e tutto ciò che ci riguarda, dobbiamo stabilire un legame per far sì che io possa aiutarti durante gli anni della tua vita- capì che non avevano spiegato nulla a quella ragazza, vedeva un'innocenza pura nei suoi occhi ed una curiosità tale da farlo sentire addirittura a disagio –Sento che in te c'è qualcosa di bianco e puro ma intaccato da tutt'altre intenzioni e colori-

Prima di parlargliene si guardò intorno, meglio essere sicuri di essere da soli prima di dire qualcosa del genere, certi segreti dovevano rimanere solo tra lei e lui. –Mia madre era un angelo da quello che mi hanno detto e, sempre secondo voci, mio padre era tutt'altra creatura, il suo opposto, un demone ma non conosco i loro nomi, non conosco il loro aspetto ed il loro rango. So solo di essere figlia di un miracolo- disse a bassa voce

-Un angelo nero, quale rarità incontrarne uno. E' la prima volta che ne vedo uno dinanzi a me ma non mi sembri così pericolosa come venite descritti-

-Io pericolosa? Non farmi ridere. Credo che sia già tanto se riesco ad insultare qualcuno- e si grattò la nuca imbarazzata della sua goffaggine

-Trovo che sia meglio così, la gente pericolosa non piace a nessuno e sento in te un sentimento dolce rivolto a qualcuno, se non fossi come sei non avresti quel sentimento in te-

Era forse un tentativo per farla sentire accettata? Non si soffermò troppo su questo e prese a porre delle domande al volatile, giusto una o due per poter capire bene la faccenda della guida.

-Noi guide non siamo semplici animali come credevi poco fa, siamo quello che il nostro nome significa: guide. Siamo dei compagni per voi creature magiche, vi aiuteremo ad affrontare quel che verrà nel vostro futuro; ognuno di noi ha capacità precise e, la maggior parte delle volte, correlate a quelle del nostro protetto-

-Davvero?!- chiese sempre più stupita –Che cosa ci accomuna? –

-Sei proprio una sempliciotta- dichiarò lui quasi sbuffando –non conosci un minimo la storia magica? – ma lei scosse la testa negativamente

-Mi dispiace, te l'ho detto. Questo è tutto nuovo per me, sulla terra gli animali sono solo cibo buono o da compagnia, nulla di più-

–Ti prometto che la prossima volta ti dirò tutto quello che desideri, ti serve un'istruzione migliore e accelerata riguardo alla storia di questo mondo ma per ora accontentati di quel poco che ti è stato rivelato, il tempo è finito e devi andare ora- un po' indispettita e insoddisfatta lo salutò ringraziandolo e poi corse fuori, pronta a raggiungere i suoi compagni. Avrebbe voluto controbattere ma lui glielo aveva impedito.

Appena uscita dalla grande voliera smise di correre, si fermò appena dietro ad un muro e sospirò. Le sembrava tutto così strano, così inverosimile che ancora faticava ad accettare tutto quello che stava vivendo ma le emozioni che quel luogo e quelle situazioni le facevano provare erano qualcosa di veramente bello. Riprese a camminare quando si accorse di star sorridendo con la schiena contro la parete, per quanto quel Valravn fosse così poco socievole le aveva fatto davvero piacere sentire che qualcuno l'avrebbe aiutata da così vicino.

Arrivò per ultima al punto di raccolta deciso dai suoi amici e tutti e tre, per quanto Hale si potesse definire un amico, la osservarono arrivare e la misero a disagio –Smettetela con quegli sguardi, ve ne prego- disse camminando verso loro

-Siamo curiosi, com'è andata? Non arrivavi più! – Ann da suo solito iniziò a farle domande su domande senza aspettare una risposta e questo causò la risata di Ian mentre Hale roteava gli occhi annoiato che però non scappò a lei.

-Nulla di che, è un volatile. A voi com'è andata? – non voleva sembrare scortese e così porse la domanda anche ad Hale, il quale sorrise sorprendendola.

-Un ippocampo, è stupendo! Così colorato e squamoso- urlò subito Ann con voce eccitata

-Un che? – Evangeline non sapeva di cosa parlasse ma Hale le spiegò tutto stupendola

-Un ippocampo è una creatura marina, un grande cavallo sino alla pancia con una coda da pesce, è presente anche nella mitologia greca del tuo mondo-

Le sembrava così strano quel comportamento da parte sua e non era l'unica, anche Ian sembrava abbastanza stranito

-Ti ringrazio- quasi disse come una domanda

-Ma non so come chiamarlo...- aggiunse Ann –E' così carino e appena fuori da qua potrà venire a nuotare con me-

-Non credo che il mio si metterà a cavalcare con me, ho i miei dubbi riguardo a questo e mi farebbe un po' strano averlo vicino-

-Perché? Non ti piace? – chiese ingenuamente Evangeline

-No, è magnifico! Potente e fiero ma non credo di meritare tale onore, un Arione è un animale magnifico, sprecato per me-

-Che sarebbe un Arione? Dizionario delle definizioni, per favore- disse sempre lei ma guardando Hale e facendolo sorridere, si stava rivelando stranamente disponibile e vedere lei che si appoggiava con tanta fiducia alle sue parole, lo faceva divertire

-Un Arione è un cavallo dal manto nero e la criniera lucida del colore della pece, un animale derivante dalla mitologia greca del tuo mondo, un animale fiero, forte e veloce come nessun altro. In poche parole è un cavallo bellissimo e potente, pronto a battersi per la vita-

-Oh, ti ringrazio- e gli sorrise come mai aveva fatto, dovevano diventare amici ed iniziare così le sembrava un ottimo modo per poter avvicinarsi a tal punto con quel ragazzo cinico e scontroso.

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