Capitolo Trentotto

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Evangeline aveva pianto tutte le lacrime che aveva contro il petto di Hale che l'aveva cullata tutto il tempo senza lamentarsi mai del fresco del vento che gli sferzava il viso. L'aveva cullata come una bambina ed usato i suoi poteri per tenerla al caldo e lei si era lasciata andare. Finalmente era riuscito a vedere parte di quel che realmente sentiva la ragazza, ciò che si era sempre tenuta dentro perché sapeva che qualcosa non andava ma sentiva che non era solo quello, sentiva che si trattava di più, di cose vecchie unite a quelle nuove, cose di cui si sarebbe dovuta sbarazzare per riuscire a stare meglio ma come può, una persona di cuore come lei, lasciar andare tutti quei ricordi?

Aspettò che si calmasse, che gli urli divennero semplici singhiozzi fastidiosi e poi in sospiri pesanti.

La sua mano tiepida che passava tra i suoi capelli la rilassava, la faceva sentire al sicuro e il battito del suo cuore, leggermente veloce, le faceva venire sonno.

-Non devi per forza buttare tutto ciò che è rotto, lo sai? Angelo, te non mi sembri proprio rotta... forse sconsolata, preoccupata e in colpa per qualcosa di cui non hai un briciolo di colpa- come poteva capirla così?

Evangeline strusciò il viso, come un gatto, sul petto del giovane mentre gli cingeva i fianchi con le braccia esili -Mi sento al sicuro con voi, non voglio che vi accada nulla, non voglio vedervi mentre ve ne andate-

-Ti siamo tutti appiccicati, ti giriamo attorno come api, com'è puoi pensare che prima o poi ci stuferemo? Cosa potrebbe accaderci di così male?-

Scosse la testa, non voleva tornare a piangere, voleva evitare il pensiero ed Hale era maledettamente bravo a farglielo tornare in mente, forse doveva affrontare le sue paure ma non poteva farlo se lui non conosceva la verità.

-E' meglio se torniamo dentro poi, lo so che ti sto scaldando ma l'aria è fredda e non posso proteggerti da quella, vorrei evitare che ti ammalassi dato che non sei ancora totalmente cambiata-

-Mh, si- annuì lei mentre tentava di tirarsi in piedi facendo leva sulle spalle di lui

-Allora, visto che ti stai riprendendo che ne dici di parlare di qualcosa di più divertente?-

-Tipo?- non era di molte parole, le faceva male la gola a forza di urlare ma non voleva chiudere fuori il ragazzo

-Tipo... sei pronta per la festa della notte di Samhain?-

-La notte di cosa? Perché qua usate parole strane per ogni cosa?- ridacchiò

-La notte in cui il Dio muore e la Dea piange per lui, la notte di Halloween nel mondo umano-

-La prima spiegazione è più bella, rappresentazione stupenda- era veramente affascinata da questa nuova cultura – e si, credo. Non farò nulla di che, festeggerò con tutti, resterò in disparte mentre Ian ed Ann ballano, mi aspetto della musica, e poi andrò a dormire- scosse le spalle

-Angelo, è molto triste, lo sai? Fino a prova contraria è un festeggiamento- ride Hale -dovresti festeggiare, stare in compagnia e non lo so, ballerai con me allora-

-Ti stai proponendo così?-

-Ti offro un divertimento nel giorno di Samhain, dobbiamo festeggiare l'amore delle Dea, il cambio di stagione, non lo trovi... mistico?-

-Totalmente e credo proprio che dovrò accettare se me lo chiedi così-

Non mancava molto al giorno di festa e l'aria si faceva sempre più fredda, forse era solo per l'addentrarsi nella stagione fredda e perché si trovavano chissà dove su un monte sperduto e l'aria si raffreddava prima oppure per qualche altro motivo che lei stessa ignorava.

Nyctophilia - ShadowsWhere stories live. Discover now