Capitolo Quattordici

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Quando uscì dall'ufficio della preside, dopo aver ricevuto risposte soddisfacenti ed indicazioni, camminò veloce verso quella che doveva essere la segreteria. L'istituto era enorme ma dopo le indicazioni date da Aylin riuscì magicamente a non perdersi, il suo senso dell'orientamento non era affatto buono e si stupì quanto riuscì veramente ad arrivare a destinazione.Ritirò tutto quello che riguardava la sua permanenza e poi andò verso la sua futura camera. Proseguì meravigliata per i vari corridoi, le scale ampie e luminose osservando il bosco ed il grande giardino esterno illuminato dal sole del primo pomeriggio. Passeggiò tra i corridoi, salì e scese scale che portavano nella zona più nascosta del castello, sulla parte estera e indietro del castello -A destra c'è il dormitorio maschile, a sinistra quello femminile- le aveva detto la donna; osservò per qualche istante il corridoio alla sua destra e non vide nulla di strano, si aspettava più stranezze come tazze e libri volanti, gente appesa a testa ingiù sul soffitto ma nulla, qualche porta era chiusa, altre erano aperte e qualche ragazzo era addirittura fermo sullo stipite a parlare con i compagni di stanza e con i vicini. Nulla di strano.Prese il corridoio a sinistra e nemmeno in quello vide qualcosa di strano, tutto normale.Camminò fino a raggiungere il numero della sua porta, il numero diciassette sembrava non esistere, non riusciva a trovarlo nemmeno dopo aver fatto passare il corridoio -Sicuramente me lo sono persa io- disse passandosi una mano tra i capelli.Ripassò il corridoio e con un po' più di attenzione trovò il numero della camera che cercava dandosi dell'idiota per non averlo trovato prima visto che ci era proprio passata davanti.La porta in legno lavorato era chiusa e non sapeva se all'interno vi fosse già la sua coinquilina anche se sperava proprio che non ci fosse, così avrebbe potuto prendere il letto che preferiva,l'armadio che preferiva e mettere tutti i suoi oggetti dove più l'aggradava senza dover tener conto di null'altro ma mai che qualcosa andasse come voleva. Quando provò ad abbassare la maniglia e riuscì a spingere la porta verso l'interno sbuffò, non si era affatto preparata psicologicamente e non sapeva cosa l'attendesse.-Permesso- disse a bassa voce, bassissima a dir la verità, aveva talmente vergogna che non riuscì ad alzare la voce-Oh, vieni, vieni- la voce dolce di una ragazza l'accolse -Te devi essere la mia coinquilina, beh lo sei di sicuro visto che sei entrata- cominciò a parlare come una macchinetta-Oh, sono Evangeline, piacere- strinse la mano piccola della ragazza e si stupì di quanto fosse morbida e calda, come il sorriso della coinquilina-Io sono Annabeth, il piacere è tutto mio, non vedevo l'ora di conoscere la mia mia futura compagna di stanza- Evangeline non sapeva cosa rispondere e il silenzio che seguì fu pieno d'imbarazzo per lei -Ti prego, metti pure in ordine quello che hai portato e non far caso al disordine, sto svuotando anche io tutte le mie valigie-quella ragazzina chiacchierona era così piena di energia che quasi le sembrò di essere lì con la sua controparte. Capelli color miele lunghi mossi come le onde del mare, la pelle perlacea ed occhi grandi e luminosi di un colore scuro e magnetico, era tutto il contrario di lei sia fisicamente che esteticamente per la maggior parte.Passarono dei momenti a chiacchierare, a conoscersi perché dovevano pur allacciare dei rapporti, non potevano semplicemente ignorarsi-Sai, avevo paura di trovarmi una demone o altre creature oscure come compagna--Fortunatamente non lo sono allora- avrebbe voluto già dirle la verità ma doveva mantenere il segreto-Già, però ancora non ho capito cosa sei. Solitamente sono brava e capisco al volo con che magico sto parlando ma con te proprio non riesco a capirlo--Davvero? Come fai a riconoscerli? - secondo Evangeline era un'abilità magnifica e stupefacente-Non lo so, credo sia più una cosa d'istinto che altro- ricevere solo quella risposta le fece perdere un po' l'entusiasmo, si aspettava qualche strana sensazione o un potere particolare tutto suo e la ragazza se ne accorse, era molto attenta ai sentimenti delle persone e non voleva di certo finire il discorso con la sua nuova compagna così -Quindi, cosa sei? - tentò così di distrarla e renderla più partecipe.-Se ti dovessero chiedere qualcosa riguardo alla tua natura ricorda bene il rischio che corri a dire la verità. Non assomigli per niente a un demone, il tuo carattere è decisamente diverso, più paziente e gentile. Più che da tuo padre direi che ricordi più tua madre per aspetto, la forma del viso, il colore degli occhi, la pelle diafana ricordano moltissimo tua madre anche se vedo, all'interno dei tuoi occhi, il ricordo di tuo padre. Una fiamma particolare cheti fa brillare gli occhi ma è una parte meno evidente. Il tuo aspetto ricorda più i figli celesti- ricordò immediatamente le parole dette dalla preside e non ci mise molto a dare una risposta ad Annabeth-Un angelo- semplicemente così. La compagna la guardò sconcertata a bocca aperta -Cosa? - quasi urlò dallo stupore -Sei veramente un celeste? --Direi di sì, sono nuova in questo mondo ma i miei erano dei celesti--Oh Dio, che cosa assolutamente figa! - schiamazzò ancora -E'raro vedere voi qua, in questo mondo. Ci siamo abituati ai demoni da anni ormai ma voi angeli siete gli unici che ancora non si sono mischiati a noi ma wow. Non avevo mai visto un angelo prima d'ora,mia mamma nemmeno ma i racconti dicono che sono molto belli e poi,non dovresti avere i capelli biondi? --Gli angeli hanno forma incorporea quando stanno nei cieli, nelle volte celesti ma per farsi vedere devono assumere una forma diversa dalla propria, come i demoni- fortunatamente sia Emily che Aylin le avevano suggerito delle risposte prima altrimenti si sarebbe agitata e messa nei guai da sola.-Ho capito, facciamo così anche noi ninfe quindi ho capito cosa intendi e non volevo dire che sei brutta, anzi! Sei molto bella solo che i capelli così scuri mi hanno lasciata un po' perplessa--Non sono così bella, Annabeth--Chiamami Ann, ormai siamo amiche e lo preferisco, comunque dico la verità. Sei molto bella. -Quella ragazza era veramente gentile, un pugno di vitalità dritto nello stomaco e con la lingua lunghissima, non si fermava mai-Scusami ma sono nuova e non so bene cosa sia una ninfa--Figurati, sei appena arrivata e si vede dal tuo sguardo che sei persa. Le ninfe sono delle dee della religione greca, che provengono dalla natura, qualcuno dice che siamo immortali anche se non sono ancora così vecchia da poterlo accertare- e scoppiò a ridere -Noi ninfe non siamo tutte uguali però, ognuna è diversa, come voi angeli per farti capire meglio- ma non capì comunque a cosa si stesse riferendo -Possiamo essere Epigee, Driadi, Idriadi e molte altre, abbiamo una famiglia numerosa, troppi parenti--E tu che Ninfa sei? - era curiosa, tutto questo era nuovo per lei e la incuriosiva veramente. Pendeva dalle labbra della compagna mentre le raccontava tutto, la sua immaginazione prendeva il posto del pensiero e alle volte immaginò anche che lei fosse una Ninfa-Io sono una Nereide, come mia madre, siamo Ninfe del mare- spiegò con serietà Annabeth per poi continuare a raccontarle delle sue sorelle. Entrambe smisero di sistemare i vestiti e i vari effetti personali per perdersi in quei racconti fantastici per ore ed ore.

Nyctophilia - ShadowsWhere stories live. Discover now