Capitolo Trentaquattro

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-Ti sei calmata un attimo?- chiese preoccupata la preside dopo che l'abissale era uscito.

-Grazie a voi due, non so cosa mi sia preso ma vedevo tutto scuro, tutto buio e quegli occhi- mandò giù un fiotto di salita -mi stavano ancora guardando nella mente-

-Lo so, la tua bilancia ha perso l'equilibrio quando te hai perso il controllo, stavi esercitando solo i poteri della tua parte abissale in quell'istante- le si sedette sulla sedia vicino e le prese la mano -so che non è facile ed hai paura- iniziò a parlarle cercando di utilizzare il suo potere per calmarla e farle distendere i muscoli tesi -ma devi dirmi cosa hai visto, se hai qualche dettaglio e cosa hai sentito- era un fatto realmente allarmante e senza dettagli non poteva certo dare la caccia a quella cosa o proteggerla dall'aria -è una situazione pericolosa quella in cui ti sei cacciata, sapevi benissimo cosa ti aspettava-

-Ero in buona fede, non credevo che potesse avvicinarsi tanto alla barriera e poi ero in compagnia, non volevo credere realmente a quella presenza- dovette trattenere il respiro per calmarsi mentre le lacrime le si formavano ai lati degli occhi e le si incastravano tra le ciglia lunghe ed umide -non volevo pensarci, volevo fidarmi di Hale e lui mi ha protetta, non l'ha fatto apposta-

-Si vede da come si comporta e si capisce dai suoi pensieri che non è una spia di quelle creature ma te devi stare più attenta, se fosse stato la talpa ora saresti già morta, te ne rendi conto?-

Era la dura verità ed entrambe sapevano chi aveva ragione -Mi dispiace così tanto, volevo fare qualcosa di normale ma non ci sono riuscita, mi spiace seriamente-

-Capisco che tu ti voglia liberare di questo peso ma devi stare attenta, sei fortunata che tu stia ancora respirando, credo tu l'abbia già realizzato quindi non andrò oltre con la mia preoccupazione, ora dimmi che hai visto là fuori?-

-Io...- cercò di trovare le parole giuste ed il respiro -a me non sembra di aver visto qualcosa di particolare, solo quegli occhi- poteva vederli ancora nella sua mente ogni volta che chiudeva gli occhi -ho sentito solo una voce nella mia testa, non era Hale, era disgustosa-

-Era la sua voce- sussurrò glaciale la preside

-Ma la sua di chi? Lei continua a dargli un'entità precisa, non è la prima volta ma prima credevo fosse solo un errore di generalizzazione ma ora so per certo che associa un'identità ben precisa, una persona d'appartenenza ma io non so nulla!-

-Evangeline, credevo che non ti servisse sapere il suo nome fino a che eri qua ma la situazione è più seria del previsto.- appurò la donna -Tu sei speciale e questo tuo essere diverso fa paura, in modo particolare, a dei fanatici spaventati che reputano la tua stirpe, la tua razza, un'unione blasfema e uno spreco di sangue, voi non dovete esistere perché siete tutto ciò che può togliere loro ciò che Lui ha donato ai celesti e agli abissali- spiegò cercando di essere il più breve possibile -sono dei pazzi che cercano di distruggere tutto ciò di diverso che si va a creare in questo specchio del mondo-

-Me ne aveva parlato anche Emily ma mi serve un nome e lei lo conosce, sono stanca di giocare ad indovina chi-

La donna era restia, non voleva pronunciare il suo nome e non voleva nemmeno ricordarlo ma lo doveva alla giovane.

-Valefar, così si chiama nel mondo comune e non ci è concesso pronunciare il suo vero nome, solo gli abissali del suo rango o superiore possono conoscerlo-

-Lei sta dicendo che l'uomo che mi bracca è in realtà il capo di questo gruppo di pazzi scatenati simili alle guardie dell'SS e che è un abissale alquanto potente?!- calcò l'agitazione sulla parte finale delle sue parole mentre la donna annuiva -Dei soldati pazzi, abissali e caduti che mi cercano e mi vogliono morta- si passò una mano sul viso ridendo istericamente -sono più morta che viva!- decretò.

Nyctophilia - ShadowsWhere stories live. Discover now