Capitolo Ventisei

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-Non so cosa le possa essere preso, mangiava regolarmente e non ha mai avuto problemi di salute da quando è arrivata- una voce ovattata le arrivò alle orecchie

-Magari qualcosa di minore che non avete notato? – una seconda voce, meno ovattata, la raggiunse ma non capì cosa stava accadendo

-Le siamo stati vicini tutta la giornata, non abbiamo notato nulla di troppo strano anche se sembrava molto stanca- era una voce maschile quella e dopo diversi istanti riuscì anche ad associarla anche ad un volto ma i suoi occhi non volevano saperne di aprirsi.

-Annabeth, sei la sua compagna di stanza, hai notato qualcosa di anomalo in lei durante la notte, prima di addormentarsi o anche la mattina? – questa era nuovamente la preside che faceva domande ma non ne comprendeva il motivo. Perché si sarebbe dovuta interessare alla sua routine?

-Nulla di che, la mattina andava a giorni, alcune volta era già sveglia mentre altre mi alzavo prima io tanto per far capire quanto fosse stanca- Ann attese un istante prima di rispondere nuovamente, come se avesse bisogno di pensarci ma un movimento involontario di Evangeline le fece zittire.

Il muscolo della sua gamba destra aveva deciso di scattare proprio in quell'istante, una scossa fastidiosa si irradiò da quella zona e le fece aggrottare le sopracciglia

-Ne parliamo un'altra volta, andate pure dalla vostra amica- la preside rimase un istante sulla soglia della porta per poi scomparire, quei due ragazzi si sarebbero presi cura di lei.

-Evangeline! - la voce di Ann era preoccupata e sentì il suo profumo dolce vicino

-Non urlare addosso così, ancora non ha riaperto gli occhi- una voce così dura non poteva che appartenere ad Hale, chissà cosa ci faceva lì anche lui.

-Sono sparito per dieci minuti e voi avete già iniziato a bisticciare? Siete proprio due bambini- Ian, li rimproverò immediatamente

-A cuccia tutti e due- il sussurro di Evangeline li fece sospirare tutti dal sollievo

-Come stai? – Ann si era calmata un attimo e mentalmente, Evangeline, ringraziò Hale. La sua testa stava esplodendo ed i decibel che poteva raggiungere Ann l'avrebbero stesa.

-Bene, mi gira un po' la testa e la sento leggera-

-Allora tutto come al solito, il cervello manca- Hale ricevette un occhiataccia ed una linguaccia dalla ragazza mentre Ian ed Ann tentavano di non ridacchiare

-Simpatico. Comunque, cos'è successo? Dove sono finita? –

-Sei svenuta ed ora sei in infermeria, nulla di preoccupante ma hanno preferito lasciarti sorvegliata da qualcuno di adeguato e la preside era qua fino a pochi istanti fa-

-Come svenuta? Mi ha portata qua la preside? –

Rispose Ian questa volta -La preside è venuta di corsa a chiamare l'insegnante ma non poteva abbandonare tutta la classe così Hale- e scoccò un'occhiata al ragazzo che sbuffò alzando gli occhi al cielo –si è offerto per portarti qua-

-Si, nulla di che. I demoni non sono particolarmente visti di buon occhio e qualche azione del genere aiuterà la nostra reputazione, non siamo animali-

-Ti ha portata in braccio fino a qua, la preside ti ha sorvegliata fino a che non siamo arrivati tutti- riprese Ann –e l'addetta ha detto che è stato un calo di pressione unito ad un probabile forte stress, tensione e poco sonno-

-Da stupirsi insomma- borbottò Evangeline sperando che non la sentissero tutti ma erano tutte creature magiche ed il super udito era all'ordine del giorno

-C'è qualcosa che devi dirci? Non è normale che te dorma così poco, che ti stanchi così velocemente e poi svieni, è una buona settimana che vai avanti così- Ann era veramente preoccupata per la sua amica, sapeva che il suo essere non era ancora totalmente conscio e per questo era ancora particolarmente fragile, era per metà umana.

-Non c'è nulla che non vada, faccio solo fatica a dormire ma è da una vita che faccio così, passerà da solo, devo solo riposare...- la sua scusa non convinse tutti e tre i suoi compagni –E grazie per avermi portata fino a qua, mi dispiace per il disturbo-

-Figurati, dovevo fare dei pesi, sembri leggera ma sei stata molto utile- Hale la prese subito in giro notando che tanto non avrebbe aperto bocca

-Grazie- disse stranita ma subito dopo si riprese scattando quasi in piedi –Io non sono pesante! Screanzato, maleducato! – ma ovviamente Hale stava scherzando, come si poteva solo pensare che una ragazza così potesse pesare tanto? Era calata da quando era arrivata e lui l'aveva notato

-Tranquilla, ci penserò io a picchiarlo a dovere, te devi riposare- Ian si avvicinò subito al ragazzo buttandogli un braccio attorno alle spalle –E' un idiota, lo sai-

-Eccome se lo so! - Evangeline non sapeva da quando avesse un minimo di rapporto d'amicizia con quel brontolone ma si trovò soddisfatta del cambiamento avvenuto e se ne rallegrò

-Su, ora voi due andate. E' il momento delle chiacchiere tra ragazze, cose private e troppo complicate per voi- Ann prese a salutare con la mano mentre lo diceva per poi spingerli leggermente verso la porta

-Abbia capito, abbiamo capito tigre, dacci due secondi per salutare! – Ian si era girato verso la ragazza con le mani in alto mentre Hale l'aveva schivata agilmente –Vedi di rimetterti e riposa, ci vediamo stasera a cena se riuscirai a fuggire da quel lettino- Ian le si avvicino per posarle una mano sul braccio –riguardati, mi raccomando-

Evangeline arrossì fino alle punte delle orecchie ed annui convinta ringraziandolo per la premura.

-Ci vediamo a cena, Angelo- Hale era stato conciso e privo di emozioni praticamente ma preferì pensare che lui la credeva in grado di potersi rimettere senza problemi e così ringraziò anche lui con un sorriso che riuscì anche a vedere ricambiato da un leggero sorrisetto sghembo.

I due salutarono anche Annabeth e se ne andarono.

-Allora? Mi vuoi dire cosa c'è che non va? – le chiese l'amica mentre lei si lasciava cadere di peso sul materasso sottostante

-Non è nulla, sono stanca e gli incubi non mi aiutano, li ho sempre avuti solo che certe notti sono più terrificanti, tutto qua. – Evangeline rimase sul vago, non voleva dirle che sentiva degli occhi fantasma puntati nella schiena ogni singolo istante della giornata, che li sognava la notte e che quando si svegliava di soprassalto rimaneva bloccata nel letto con gli occhi chiusi per minuti interi solo perché sentiva il respiro di qualcosa sulla nuca, non poteva terrorizzarla ed allarmarla in quel modo ma la sua amica parve insistere

-Non ti chiedo di dirmi tutto, solo cosa succede. Ti vediamo che non stai bene, che sei stanca morta e anche Hale, quando ti ha portata qua, aveva gli occhi agitati e sai quanto sia strano- Evangeline scosse la testa, era testarda quando voleva –Non voglio una confessione, ognuno ha i suoi segreti e te ne hai tanti che spero mi dirai con il tempo ma siamo tutti preoccupati per te, se proprio non vuoi parlarne con me fallo con la preside. Quella donna sembra averti presa particolarmente a cuore e ci tiene, magari potrebbe aiutarti più di me o degli altri due scimmioni-

Non voleva che lei si aprisse solo per sapere cosa aveva ma voleva cercare di aiutarla e, a pensarci, la preside era la persona adatta.

-Ti lascio riposare anche io, verrò a vedere come stai tra un paio d'ore e poi ti porterò a cena, va bene? –

Ciò che la sua amica le aveva detto era vero e non sapeva più come rispondere, si sentiva talmente in colpa per non averle detto nulla che aveva un groppo alla gola e dovette limitarsi a rispondere con un flebile filo di voce mentre annuiva. Ann le si avvicinò, le lasciò un piccolo bacio sulla fronte ed uscì lasciandola nuovamente da sola.

Evangeline si sentiva ancora spossata e con la testa leggera ma non poteva far a meno di pensare a come l'avrebbe detto alla preside e a tutti, il suo segreto stava diventando pesante da portare e non le piaceva mentire a persone care come Annabeth. Rimuginò per svariati minuti e solo poco prima di riaddormentarsi decise che ne avrebbe parlato con la Preside.

Doveva risolvere la questione del sonno, non poteva andare avanti a notti in bianco ed il suo corpo glielo aveva fatto capire, come avrebbe protetto Emily nelle condizioni in cui era? Come avrebbe salvato la sua nuova famiglia? Doveva risolvere il tutto e diventare forte, doveva svegliare quella sua parte dormiente a costo di perdere sé stessa.

Nyctophilia - ShadowsWhere stories live. Discover now