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non aprii gli occhi. Non ne avevo voglia. ero del tutto intenzionata a riprendere sonno e rimettermi a dormire, stavo da Dio.
Non dormivo così bene da quando mi ero trasferita e non avevo alcuna intenzione di pensare a quello che era successo da quel giorno in poi, svegliarmi depressa non mi andava bene, non mentre mi trovavo in quello pseudo paradiso.
quel materasso era comodissimo, avevo la faccia schiacciata contro un cuscino e, cavolo, di cosa profumava? era stupendo.
non mi resi conto che le cose non quadravano fin quando non mi mossi leggermente, le lenzuola si scostarono ed io sentii una leggera corrente d'aria accarezzarmi la pelle. troppa pelle. quel tocco fresco mi procurò un brivido che andava dalla punta dei piedi fino a posti più riservati. solo allora mi resi conto che qualcosa non andava. mi accorsi che quelle non erano le lenzuola del mio letto, il materiale era diverso, ed io ero nuda, completamente.
ancora ad occhi chiusi, timorosa di scoprire cosa avrei visto, mi mossi per girarmi su un fianco ma l'operazione fu bloccata sul nascere da un braccio che mi si piazzò sulla schiena e un viso che mi veniva premuto contro un lato del costato. qualcuno mi stava abbracciando. spalancai gli occhi e voltai la testa verso quella persona.
da quella posizione, io stessa sulla pancia che abbracciavo il cuscino e lui che mi infilava la faccia nella pelle ad altezza del seno, riuscii solo a notare di avere accanto a me un uomo, dai capelli scuri che mi si era rannicchiato addosso.
chiusi per un secondo gli occhi, cercando di calmarmi e non perdere il controllo. dovevo pensare, riflettere ma, sopratutto, ricordare quello che era successo la sera prima. feci alcuni profondi respiri per tranquillizzarmi e stavo cercando di capire cosa fare quando lo sentii. un piccolo verso seguito da una mano che mi si piazzava sul sedere e delle dita che sembravano intenzionate a raggiungere angoli più nascosti del mio corpo.
mi girai di scatto dall'altra parte. sgranai gli occhi. c'era un altro tizio.
per lo sconcerto il mio cuore saltò un paio di battiti e mi si bloccò il respiro in gola. ma che cazzo avevo combinato??? Non che avessi tempo per pensarci. la mia reazione aveva svegliato entrambi ed ora mi trovavo tra due sconosciuti nudi mentre lo ero anche io. Non sapevo che cosa fare o se parlare o anche solo cosa pensare. mi limitai a spostare  lo sguardo da uno all'altro e aspettare imbarazzata che accadesse qualcosa. Non dovetti aspettare molto "ben sveglia cara" mi disse il tizio alla mia sinistra, quello che mi aveva abbracciato. CARA??? mi domandai
"perché così agitata? Non hai dormito bene piccola?" domandò il tizio che mi aveva palpato il culo. PICCOLA??? mi trovai nuovamente  a chiedermi. ero un tantino sconvolta, per usare un eufemismo.
"non la pressare, per lei è tutto nuovo" rimproverò il primo al secondo. mi strinsi le lenzuola al petto e rimasi in silenzio a guardarli per una altra manciata di secondi
"che ne dici se ti lasciamo un po' da sola? raggiungici quando te la senti per fare colazione, ti prepariamo qualcosa." detto quello il tizio degli abbracci mi stampò un bacio su una guancia e l'altro lo imitò con l'altra guancia, si infilarono un paio di pantaloni presi da terra e uscirono, lasciandomi da sola in quella stanza avvolta nella semi oscurità.

mi ci volle almeno un'ora di solitaria meditazione in quella camera prima di cominciare a rimettere insieme i pezzi della serata precedente.
ero entrata in un bar, da sola. mi ero seduta al bancone e avevo ordinato da bere, mentre cercavo di non dare di matto a causa di quello che mi stava succedendo.
mi ero trasferita, in affitto, neanche tre mesi prima, per lavoro. avevo preso un appartamentino e per le prime settimane sembrava andare tutto bene, all'incirca. certo, ero impegnata, non conoscevo nessuno, ma mi ero sentita bene, soddisfatta. poi era andato tutto al diavolo.
il mio capo, senza preavviso o altro aveva licenziato tutti e cinque i dipendenti, aveva chiuso l'attività ed era sparito da qualche parte.
ormai da quasi due mesi mi ritrovavo senza stipendio, non ero riuscita a trovarmi un altro lavoro e avrei dovuto lasciare casa e tornare dai miei, non mi potevo permettere un affitto o le bollette.
quella sera mi ero infilata nel primo bar che mi aveva attirato dall'esterno, avevo ordinato da bere e avevo deciso di affogare i miei dispiacere nell'alcol per una sera, sarebbe stata la mia veglia funebre in onore del mio futuro finito nel cesso.
mi ero appena bevuta il primo calice di vino bianco quando avevo notato i due. erano belli da far paura. Non ricordavo tutti i particolari, avevo ordinato un altro calice di vino, la conversazione di quei due si era fatta più animata, mi avevano portato la mia ordinazione. avevo sorteggiato il vino mentre mi deprimevo e quei due avevano cominciato a litigare. mi ero irritata, poi spazientita ed infine infuriata. volevo stare in un posto calmo, volevo deprimermi, e piangermi addosso per una serata. ne avevo tutto il diritto quel posto era calmo ed accogliente mi piaceva e loro stavano rovinando tutto.
"smettetela" gli abbaiai contro "andate a litigare da qualche altra parte e lasciate gli altri in pace" si era ammutolito l'intero locale. anche i due. il tizio più pallido, che assomigliava tanto ad un vichingo dai capelli neri e corti e senza barba e il tizio che sembrava uscito da un film sui gladiatori, classica carnagione mediterranea e capelli di un biondo scuro che sembravano quasi castani, mi fissarono per un paio di immensi secondi poi si scambiarono qualche parola, un cenno di assenso e marciarono nella mia direzione.
avevo creduto mi avrebbero rimproverato per i miei modi bruschi, invece si erano seduti sugli sgabelli accanto al mio, si erano presentati e avevano cominciato a parlare con me. tra un bicchiere e l'altro quella conversazione era proseguita parecchio, toccando argomenti decisamente personali per tutti e tre e, a fine serata, era finita con me ubriaca nel loro letto.
mi ci vollero almeno altri dieci minuti per realizzare quello che avevamo fatto in seguito e una buona mezz'ora per rendermi conto che si, ero stata ubriaca ma si, avevo fatto un accordo con  loro,  che ormai non mi potevo tirare indietro e che avevo una nuova casa.
per metabolizzare il fatto che avevo acconsentito ed instaurato una relazione a tre con un lupo mannaro e un vampiro e che non c'era modo di farsi indietro, mi occorse il resto della mattinata.

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