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mi svegliai definitivamente nel pomeriggio. si, mi feci abbastanza schifo da sola per l'orario, ma non gli dedicai molta attenzione. guardandomi intorno mi resi conto che ero in un letto, nel mio letto per essere precisi. e come cavolo ci ero arrivata?  vuoto.
non riuscii a concentrarmi su quel fattore per molto. mi sentivo strana. il mio cervello non riusciva a connettere per bene, mi sentivo come in una bolla, con aggiunta di mal di testa e le giunture a pezzi. il polso dove Victor mi aveva morsa mi dava fastidio, gli occhi non ne volevano sapere di restare aperti e, persino la poca luce che filtrava dalla porta semiaperta mi dava fastidio agli occhi. avrei voluto affondare la testa nel cuscino e rimettermi a dormire ma, non potevo. la mia vescica non me lo avrebbe mai permesso.
mi ci volle quella che sembrò una vita, abbinato ad uno sforzo sovrumano per tirarmi a sedere e buttare le gambe giù dal letto per poi alzarmi. il solo pensiero di avventurarmi fuori da quella placida e rassicurante oscurità faceva chiedere ai miei occhi asilo politico al materasso. arrancai fino alla borsa che tenevo su una sedia ed estrassi gli occhiali da sole che inforcai con una smorfia. era assurdo quanto mi sembrassero pesati. di nuovo mi sentii uno schifo per il fatto di sentirmi così male. non ne capivo la ragione. certo, ragionai mentre arrancavo verso il bagno, avevo bevuto, innegabile era il fatto che ad un certo punto non ero più tanto lucida, ma nessuno lo era stato, anzi, ricordavo perfettamente che non ero messa poi tanto male rispetto a molti dei presenti. eppure mai mi era successo di avere un doposbronza così pessimo.
mi rifiutai di guardarmi allo specchio e andai in cucina per bere qualcosa, avevo la bocca secca come un deserto. trovai i miei uomini seduti sugli sgabelli dell'isola, loro non mi salutarono, dopo essersi girati e avermi lanciato uno sguardo, e io feci altrettanto. bevvi quasi due litri di acqua. persino lo scroscio del rubinetto mi martellata nelle orecchie  e doveva essere così anche per i miei due conviventi guardando le loro espressioni contrariate, ci credevo che nessuno avesse parlato, sentire anche un mormorio sarebbe stata una tortura.
finito di bere, io la mia acqua, Kol la sua bottiglia di latte e Victor una di sangue, ci trascinammo di nuovo in camera, dove restano sdraiati, a letto, in silenzio e al buio per un tempo indefinito, nel quale cominciammo a riprenderci. di sicuro c'erano un milione di cose che dovevo chiedere loro, solo che in quel momento non ne avevo la forza, né la lucidità mentale.

"come ci sono arrivata qui?" ormai fuori non c'era più traccia di luce, doveva essere passato un bel po' da quando mi ero rinfilata a letto, ma non ne avevo idea "ti ci ha messo Victor" mi informò il mannaro "ma come sono arrivata qui?" specificai, al momento era la larte più importante, quella che non ricordavo "vi ho caricati in auto e in autista ci ha portati qui, poi vi ho trasportati a letto" spiegò stancamente il vampiro. non ebbi la forza di ringraziarlo, mi limitati a trascinare la mia testa contro la sua spalla e poggiarci la guancia. dovette capire le miei intenzioni perché mi depositò un leggero bacio sulla testa.
"non mi sono mai sentita così male dopo aver bevuto, e non ho mai visto voi star male" mi lamentai "sono le bevande e i cibi che si servono durante la nottata, sono preparati con ingredienti speciali" mormorò Kol, che si girò su un fianco e mi si spalmò addosso. ci misi un po' per riflettere su quello che avevano appena detto, ancora non ero del tutto in me e il mio cervello funzionava a rilento "vuoi dire che ci hanno drogati?" domandai sconvolta. "non proprio, fa parte del rito, la parte religiosa, serve a togliere le inibizioni, rilassare, eliminare ogni forma di astio e facilitare le unioni carnali, un sacrificio di vita per gli dei e uno di unione per l'anniversario dell'inizio del progetto, una specie di richiesta agli dei per un altro anno senza conflitti e un ringraziamento per aver fatto filare le cose in quello appena trascorso."
lasciai perdere, mi limitati ad accettare la situazione senza impanicarmi o farmi problemi. avevo imparato che era del tutto inutile, proprio come era stato del tutto inutile aspettarsi che Niall comprendesse quanto lui e la sua gente mi avessero fatto soffrire.
restammo in silenzio per un po', senza alcuna ragione, semplicemente il tempo passò e nessuno disse nulla "ti è piaciuto? voglio dire, sembrava che ti stessi divertendo ieri" domandò Kol con la bocca sulla mia spalla "si, e stato bello, non credevo sarebbe stata una cosa del genere. ed è stato bello anche vedervi rilassati e sereni" ammisi, nel buio non potevo vedere le loro espressioni, ma avevo il vago sospetto che mi stessero sorridendo.
di nuovo scese il silenzio, che stavolta venne interrotto da me. "credo di aver visto l'oni del mio sogno" ammisi. sentii i loro corpi irrigidirsi. "sei sicura?" il tono del vampiro era di un gelido che, oramai, sapevo significare la massima serietà e attenzione verso un argomento "forse, non lo so. ero mezza addormentata. credo ci fosse un oni, aveva la maschera spezzata, mi ha fasciato il polso e messo una coperta addosso. non so se sia successo davvero" spiegai. quando mi ero alzata per andare a bere il polso era coperto da un semplice cerotto, niente bende o garze, solo un cerotto.
i due non dissero nulla, non sembravano intenzionati a condividere i loro pensieri e io non volevo forzarli, con loro insistere mi sembrava sempre la scelta peggiore. sapevo che per la maggior parte delle loro vite non avevano avuto nessuno accanto? si erano sempre tenuti tutto per se, avevano sempre dovuto cavarsela da soli e stare per conto proprio. come loro neanche io ero stata abituata a sfogarmi con altri, il fatto che con loro ci fossi riuscita sin da subito era una delle cose che mi spingeva a voler restare con loro. nitrico una qualche forma di fiducia nei loro confronti ed io non ero solita concederne.
mi ero quasi riaddormentata, ancora stanca, come se non avessi riposato neanche un minuto, cosa non vera, quando i rumori mi terrorizzarono. all'inizio non capii, poi realizzai, la porta della camera si aprì improvvisamente, delle figure scure si fecero strada nella camera. qualcuno aveva appena fatto irruzione nel nostro appartamento. eravamo nei guai fino al collo e quando, nella semiocurità vidi quella che doveva essere una testa, volare contro una parete, mentre un fiotto caldo e bagnato mi pioveva addosso, la mia mente cominciò a perdere colpi e si spense. non svenni, semplicemente rimasi lì, seduta sul letto, a fissare tutto quello che stava accadendo, come se stessi guardando un film. c'erobe allo stesso tempo non ero lì.

ciaoo
grazissime per le visualizzazioni, le stelline, i commenti, aver letto la storia ed essere nati 😉 spero vi continui a piacere e cavolo, comincia un po' di azioneeeeee, non ci credoooooooo. sono sconvolta come non mai.....
seriamente, in questo capitolo c'è stato l'accenno, nel prossimo chissà, dettagli sanguinosi? o forse no..... ancora non lo so, ma di sicuro qualcosa succederà (altrimenti non ci sarebbe una storia....) alla prossima e fatemi sapere che ne pensate di questa svolta, un bacio a tutti

la città dell'unioneWhere stories live. Discover now