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erano impazziti. lo pensavo ogni volta che varcavo la porta di casa.
al nostro rientro avevo trovato uno sconvolgimento radicale dell'appartamento. ora era enorme. avevano buttato giù la parete che divideva i due appartamenti del piano, entrambi destinati a loro dall'associazione, che aveva comprato il palazzo ma non aveva aveva avuto il coraggio di far occupare a qualcun altro lo stesso stabile dove vivevano quei due. ora c'era un immenso salotto, la camera da letto era stata spostata e aveva un bagno annesso che sembrava uscito da una rivista. l'armadio a muro, uno ciascuno, era a dir poco esagerato, tutte le mie cose non ne avevano occupato neanche metà. ogni volta che mi aggiravo in quelle stanze, nelle quali ormai vivevo da poco meno di tre mesi, non facevo altro che ripetermi che era una assurdità. era troppo per sole tre persone, era troppo per qualcuno come me, qualcuno che si era riuscita a tenere un lavoro, che quasi avevo estorto, solo perché la mia presenza attirava clienti, che compravano solo per potermi rivolgere liberamente la parola. gente che stava ben attenta a tutto ciò che diceva e faceva in mia presenza, terrorizzata di essere fraintesa e ritrovarsi sbranata o con la gola squarciata per essere stati fraintesi. Kol e Victor mi sorvegliavano a vista. qualcuno mi teneva costantemente d'occhio e al primo cenno di minaccia mi ritrovavo qualcuno che sbucava dal nulla pronto a proteggermi da minacce che fino a quel momento erano state del tutto infondate. l'assurdo era che, quando avevo proposto di smorzare un po' la situazione, l'intera comunità sovrannaturale si era detta contraria. l'intera città mi stava addosso.
mi precipitai in camera, ora era il doppio di come era prima e, con un sorriso stampato in faccia cominciai a preparare il bagaglio. sarebbe stato un viaggio breve, e neanche sarei andata poi così lontana, ma l'idea di staccare la spina da quella situazione mi faceva piacere, così tanto piacere che evitavo appositamente di pensare al fatto che avrei incontrato la mia famiglia, le stesse persone che mi avevano mentito per tutta la vita e ceduta senza protesta agli elfi. non ci volevo pensare e nelle ultime settimane ero stata abilissima nello sviare i pensieri da quel particolare. ero del tutto concentrata sul resto. viaggio, città romantica, rivedere vecchie conoscenze e amicizie, vacanza, festeggiare un matrimonio ed il fatto che, dopo solo un mese si era arrivato ad un compromesso per far partecipare anche Kol e Victor. era stato complicato. la città dove saremo andati l'indomani era la sede di una congrega. non volevano estranei nel loro territorio, soprattutto se i due estranei in questione appartenevano a due razze notoriamente ostili tra loro e se i due soggetti erano ritenuti tra i più pericolosi guerrieri dei rispettivi popoli. avevano ceduto solo perché avevamo garantito che non ci sarebbero state ostilità che sarei stata ospite della congrega per qualche giorno, per fare non avevo capito bene cosa. inoltre mi era giunta voce che Kol e Victor non sarebbero stati gli unici invitati sovrannaturali non appartenenti alla congrega, la cosa mi preoccupava un po' ma cercavo di non pensarci. cercavo di non pensare ad ogni cosa che sarebbe potuta andare storta, volevo tutto tranne che pensare alle cose negative. ero stanca. stanca delle incertezze, delle preoccupazioni, dei sensi di colpa.

partimmo quella notte stessa, in auto. guidò Victor, era il più notturno dei tre, io mi accoccolai sul sedile posteriore e dormii per tutto il tempo. dormii e visitati la riva di un lago. ero sola, in una giornata primaverile, circondata da un prato pieno di fiori, sulla riva di un lago cristallino in un luogo che non avevo mai visto prima e, che con ogni probabilità non avrei mai più rivisto. mi addormentati anche lì, cullata dal suono dell'acqua calma e quando riaprii gli occhi eravamo arrivati. Kol mi stava chiamando, per farmi svegliare prima che incontrassimo il comitato di benvenuto della congrega. avrei preferito che non ci fosse, ma ci sarebbe stato. la pacifica convivenza dei miei uomini ormai era un'attrazione ed io, una Benedetta che era riuscita a domare quei due, che era stata eletta sire della città quella primavera, che aveva quasi fatto scoppiare una guerra con gli elfi, ero ancora più fonte di curiosità. una curiosità che non mi piaceva affatto.

ciaoooo
lo so che è da un po'  che non aggiorno, con ogni probabilità avrò difficoltà a farlo con regolarità a causa di problemi i famiglia e del lavoro. spero comprendiate e che abbiate pazienza, farò del mio meglio per aggiornare il prima possibile.

la città dell'unioneWhere stories live. Discover now