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sognavo. ero felice di esserne consapevole, quello era senza ombra di dubbio il sogno più realistico che avessi mai fatto. era tutto come se fosse vero, non avevo altro modo per descriverlo, era nitido e reale come mai mi era successo prima. gli odori, i colori, la sensazione della lieve brezza che accarezzava la mia pelle, i suoni. sembrava tutto estremamente vero.
per una manciata di secondi mi guardai intorno, studiando l'ambiente che mi circondava, un bosco, non era molto fitto, c'erano molti alberi e arbusti di cui non conoscevo il nome e quelli che avevano l'aria di essere bambù, ma non ne ero certa, non avevo mai visto quelle piante crescere intisturbate nel loro ambiente, e l'unica cosa di cui ero certa consisteva nel fatto che fosse un paesaggio bellissimo.
l'ingresso della grotta era a poca distanza da me, l'osservai per un po' cercando di capire che fare, potevo addentrarmi tra gli alberi o guardare cosa ci fosse lì dentro, speravo non un orso o cose del genere, ma non ero neanche sicura che fossero realmente un pericolo, in fin dei conti era un sogno.
alla fine decisi di addentrarmi nella grotta, potevo sempre dare una sbirciatina subito e dopo esplorare il bosco, se invece mi fossi allontanata non ero sicura di riuscire a tornare in quel luogo, era un sogno, ma in un bosco sconosciuto, senza punti di riferimento familiari, non ero per nulla sicura di non perdermi, anzi avevo quasi la certezza che sarebbe finita così, non che la cosa mi preoccupare, in fin dei conti mi sarei svegliata, ma ero comunque curiosa.
non so se fu una fortuna o no, entrare in quella grotta, si rivelò essere piuttosto piccola, profonda pochi metri, c'erano alcune rocce sparse in giro, ma per lo più l'interno era sgombro e costituito da terra battuta, forse era la tana di qualche animale, supposi inizialmente, nonostante non vedevo alcun segno di vita all'interno.
ci misi un po' ad abituarmi al buio, mi ci vollero alcuni minuti prima di notarlo. inizialmente era solo una cosa strana a terra, mi avvicinai e alla fine capii, era una persona, riversa a terra in una pozza di sangue.
agii di puro istinto. non pensai, né che era un sogno né per quale strana ragione una persona si dovrebbe trovare in una grotta in quelle condizioni. semplicemente mi avvicinai a lui, perché, nonostante i lunghi capelli neri era un uomo, e controllai che respirasse, quando compresi che era ancora vivo cercai di capire cosa avesse. per quanto riuscii gli tolsi gli abiti, ma più che altro finii di strapparli, erano già ridotti parecchio male e non fu una brutta cosa. quando vidi le ferite, probabilmente tagli da lama, visto che erano lunghe, usai la stoffa dei sui abiti come bende e cercai di fasciarlo, per quanto potessi. non fu facile e non venne fuori nulla di particolare, ma per lo meno aveva una vaga pressione per attenuare l'emoragia. più di tanto non potevo fare, non ero un medico o un'infermiera, temevo che se lo avessi lasciato da solo ci sarebbe rimasto, quindi non avevo il coraggio di andarmene per cercare aiuto, con il rischio di perdermi. rimasi lì, con le mani che stringevano la sua, a guardarlo respirare lentamente, fissare la maschera che non avevo il coraggio di guardare e sperare che gli oni avessero qualche genere di potere rigenerativo. non ne avevo idea e non volevo altri morti nei miei sogni.

non so quanto rimasi a guardarlo, pregando, non sapevo bene chi, che non morisse, ma alla fine sembrò riprendersi, almeno un po', pian piano il respiro si fece più regolare e forte, ed infine si svegliò, non mi sforzati di trattenere un sospiro di sollievo quando vidi gli occhi aprirsi sotto la maschera e poi cercò di allontanarsi sorpreso della mia presenza. gli ci volle un po' per calmarsi, ma alla fine rimase fermo a guardarmi "ti sei svegliato" era stupido da dire, ovvio vista la situazione, ma lo dissi lo stesso, sollevata da quella notizia "chi sei?" domandò una voce maschile non ancora completamente di uomo ma più simile a quella di un ragazzo, non gli diedi peso "sono solo di passaggio, ero entrata nella grotta e ti ho trovato a terra, ferito" si guardò il busto dopo avermi ascoltata e studiata "hai fatto tu questo?" domandò indicando le bende che prima erano state la parte superiore del suo vestito. in risposta gli lancia un sorriso imbarazzato "non sapevo cos'altro fare, ho provato a medicarti come meglio potevo, ma non sono molto brava in queste cose" ammisi. non potevo biasimarmi, sfido chiunque a fare di meglio senza informazioni o un kit di primo soccorso, con garze, bende e quant'altro. tutto sommato non ero stata malvagia, considerai.
"perché?" quella domanda mi spiazzò. perché. spalancai la bocca come una scema per la sorpresa "non so, avevi bisogno di aiuto ed io ero qui" esclamai, non avendo altre spiegazioni possibili, non mi sembrava il caso di dirgli che non volevo altre morti nei miei sogni, non mi sembrava giusto.
per tutta risposta si tolse la maschera. per poco non mi venne un infarto. guardandolo in viso si capiva che doveva avere tra i sedici e i diciassette anni, o per lo meno era quella l'età che dimostrava. riflettei un attimo, considerando che avevo già visto un oni, alla festa, e lui aveva un aspetto adulto, probabilmente era un ragazzo anche tra la sua gente, qualsiasi età avesse.
i miei pensieri si conclusero li. il ragazzo si era messo a sedere con la schiena appoggiata alla parete della grotta "da che parte stai?" lo fissai basita "come?" domandai completamente ignara di ciò a cui si riferiva "nella guerra, di che clan fai parte?" specificò. di nuovo mi sentii in imbarazzo "nessuno, vengo da molto lontano, non so neanche dove mi trovo ma non starò qui ancora a lungo" lo informai "e tu ti sei ferito per colpa della guerra?" ero curiosa "mi hanno teso un aguato mentre tornavo dai miei compagni" spiegò senza entrare nei dettagli. rimanendo in silenzio per un tempo indefinito, non mi resi neanche conto che scorresse fin quando un rumore non attirò la mia attenzione verso l'ingresso della grotta. il rumore si fece più chiaro, sembravano voci, poi una lieve melodia "le senti?" domandai al ragazzo, che di minuto in minuto sembrava sempre più in forze. quando rispose con un semplice "cosa?" capii. stavo per svegliarmi, era tempo che me ne andassi. "devo andare" gli comunicai, alzandomi in piedi "aspetta, dove vai?" domandò con tono di voce partecipe, anche se non capivo che genere di emozione provasse "è ora che torni indietro" lo informai. non ne ero sicura, ma che altro poteva essere? quello era il canto della donna dei sogni, lo avevo sentito quando mi ero addormentata e ora lo sentivo nuovamente perché mi stavo svegliando, era l'unica spiegazione che in quel momento avesse senso.
"aspetta" lo guardai mentre con una mossa fulminea e precisa spezzava un angolo della sua maschera, lasciò la maschera a terra e tenne tra le mani un pezzo di modeste dimensioni, l'arco di un occhio, e un piccolo corno erano la parte che aveva rotto "tu mi hai aiutato, senza motivo e senza aspettarti nulla, senza conoscermi. per la mia gente è importante. noi uccidiamo, le persone normali ci odiano" mi informò. non so come fece ma fu un istante, tagliò una ciocca dei suoi capelli e, con dita agili cominciò ad intrecciarle "voglio darti questo" non mi ero neanche resa conto che quello che ora si trovava tra le sue mani non era più un pezzo di maschera e una ciocca di capelli. si era tolto una delle fasce, aveva impregnato i capelli e il frammento di maschera nel suo stesso sangue, ma ora tra le mani non aveva nulla di disgustoso e grondante di sangue. aveva una collana. la maschera sembrava quasi una pietra preziosa, rossa con sfumature bianche e nere, i capelli erano una fine cordicella di un qualche metallo rossastro. un po' inquietante visto le origini ma decisamente bello. cercò di alzarsi, ma glielo impedii accostandomi a lui e facendogli segno di non sforzarsi. ne approfittò, mi mise quella collana al collo "questa è parte di me, la do a te, tu hai salvato la mia vita e io la cedo a te, finché avrai questa ci rincontreremo" mi informò. ero alquanto dubbiosa in tal proposito. era tutto un sogno, ma non sapevo cosa fare, la canzone era sempre più forte. non lo presi molto sul serio "forse un giorno, da qualche parte, ci rincontreremo" concessi, poi mi allontanai. ero ormai sulla soglia della grotta, avevo un piede sollevato e intento a fare l'ultimo passo che mi separava dalla luce quando lo disse "vi ritroverò e vi servirò fino alla fine dei miei giorni, mia padrona" non feci neanche in tempo a girarmi, come il mio piede toccò terra non ero più lì, ma non ero neanche nel mio letto.

spazio autrice
ovvero come rompere le scatole a chi legge
scherzi a parte gravissime per aver letto questo capitolo, spero vi sia piaciuto. inizialmente non lo avevo immaginato così, o meglio, questo è il prossimo dovevano essere un solo capitolo, ma mi sembra giusto interromperlo così, tanto più che questa parte è venuta più lunga di quanto immaginavo.
come sempre vi supplicooooooo, ditemi cosa ne pensateeeeeeee le vostre opinioni per me sono importanti, ne ho bisogno, sono un'insicura cronica.... ok questo non c'entra. seriamente, vorrei sapere davvero che ne pensate se vi piace o no o se trovate qualcosa di strano, seguire la mia immaginazione è la base per poter continuare la storia, ma è importante anche cosa vi piace, per potervi far leggere la versione migliore delle mie strane fantasie 😅.
ho scritto anche troppo, vi ringrazio e vi saluto, spero di aggiornare presto.

la città dell'unioneWhere stories live. Discover now