32

327 21 0
                                    

ci volle parecchio prima che ci trovassimo da soli. era stata una giornata caotica. inizialmente con tutte le persone che si erano agirate in casa, intente nei loro compiti al fine di capirci qualcosa, poi c'era stato un vero e proprio interrogatorio nei confronti miei di Kol e Victor. non avevo detto nulla. avevo taciuto dei sogni e di quello che vi avevo sentito, di quello che l'oni aveva estorto all'ultimo aggressore prima di ucciderlo. non avevo neanche nominato lui. Victor e Kol fecero altrettanto, non che sapessero il contenuto del mio ultimo sogno, semplicemente ammisero l'irruzione e l'aggressione ma non dissero di più.
era pomeriggio inoltrato quando, finalmente, ci ritrovammo da soli in una camera di albergo che avremmo occupato fino a quando non avessimo rimesso a posto casa. nessuno dei tre sapeva da dove cominciare, non avevamo idea del motivo per cui fossimo stati attaccati, come avevano sottolineato gli investigatori del progetto, chi fosse il vero obbiettivo o ci fosse il mandante, in pratica non sapevamo niente di niente.
mi tolsi le scarpe e mi sedetti sul grande letto, abbracciandomi le gambe e stringendole al petto, il braccio ferito non mi dava molti problemi, il pugnale non era penetrato molto e la ferita aveva richiesto solo due punti che avevo gentilmente declinato, preferendo una semplice fasciatura. vidi Victor agitarsi per la camera, individuare il frigobar e prendere una bottiglietta di acqua dal suo interno, me la porse poco dopo insieme a due pillole di antidolorifico e antibiotico che mi aveva prescritto il medico che mi aveva visitata. non avevo una gran voglia di prenderle, ma lo feci ugualmente. Kol mi si sedette accanto e mi abbracciò. "stai bene?" chiese in un sussurro, sapevo che la domanda non era riferita alle mie condizioni fisiche, era piuttosto scontato, annuii "credo di si, non lo so" ammisi nascondendo la faccia nell'incavo del suo collo. ero esausta e la testa mi martellava come non mai, ma sapevo che non potevo ancora dormire "capiremo chi e stato e sistemeremo tutto anche se io e Victor abbiamo molti nemici in pochi sarebbero così sciocchi" cercò di rassicurarmi il mannaro. aprii la bocca per parlare ma mi bloccai, non ero sicura di come avrebbero reagito, di cosa aspettarmi e non ero sicura di riuscire a reggere quella situazione più di tanto, ma dirgli del sogno era importante, dovevo, ne ero pienamente consapevole "non sono sicura" ammisi scostandomi dal mannaro e guardando i visi dei due uomini che mi lanciavano occhiate incerte "io non sono sicura di chi fosse il bersaglio" a quel punto, con la loro attenzione e focalizzata su di me sganciai la bomba e raccontai tutto. l'incontro con l'oni, l'interrogatorio, la conversazione che ne era seguita, l'incontro con quella donna, Sogno, ed il fatto che mi sentissi piuttosto strana, come se il mio cervello sinritrovasse sovraccarico, non avendo un modo migliore per descrivere la cosa.
ci fu un lungo silenzio prima.che qualcuno si decidesse ad aprire bocca "quindi ha detto che eri tu l'obbiettivo primario, nonostante fossimo tutti e tre nel mirino" riassunse Kol, che preferì concentrarsi sul pericolo imminente piuttosto che sulle mie stranezze o la storia dell'oni. gliene fui grata, non ero sicura che sarei riuscita a gestire anche quelle faccende, la storia dell'aggressione era più che abbastanza per una sola giornata.
"potrebbe non significare molto, uccidere noi è più difficile, lei è la più indifesa dei tre e la sua morte sarebbe la fine per noi due, e forse anche per il progetto. significa molto per troppe persone" affermò sicuro il vampiro. "non esagerare" mormorai in imbarazzo "non lo faccio" si limitò a controbattere "sei sicura che abbia detto il vero?" continuò senza darmi modo di ribattere al suo commento. annuii "l'oni non gli ha dato molte scelte" mi limitai a dire, non volendo rievocare ciò che avevo visto "ora non ci pensare, risolveremo la cosa, l'intera città ci lavorerà su. sei importante per tutti noi" affermò Kol deponendomi un bacio in testa. vidi Victor aprire la bocca per dire qualcosa, all'espressione che aveva in viso doveva essere qualche domanda di approfondimento sull'argomento, poi guardò Kol accanto a me e sembrò cambiare idea, avevo il sospetto che fosse dovuto ad un'occhiata d'ammonimento del mannaro. si sedette sul letto e mi indirizzò un sorriso dolce, ma che non potei definire allegro "sembri stanca vuoi riposare un po'?" mi domandò. scossi la testa "le dieci ore non sono passate" notai. forse non era neanche così necessario, ma non volevo rischiare. "in questo caso dovremmo affrontare l'argomento ristrutturazione" propose Kol, con l'intento di alleggerire l'atmosfera tesa che aleggiava nella stanza. ci riuscì. non partecipai molto alla conversazione, ero assonnata, tra le braccia del mannaro mi sentivo protetta, al sicuro e rilassata. appena scoccò la fine della decima ora, smisi di combattere per tenere gli occhi aperti e mi lasciai andare, cullata dalla discussione che i due uomini stavano portando avanti sul colore delle stanze. sapevo che il tono della conversazione sarebbe cambiato non appena mi fossi addormentata, ma.quando accadde non mi importava più. ero in un altro luogo, forse anche in un altro tempo, con un'altra persona.

ciaoooooo
lo so, ci ho messo un po' ad aggiornare ma abbiate pietà.... (sopratutto per il capitolo non brillante) come dire..... mi è venuto fuori un po' striminzito ma spero che non sia malvagio e che possa piacervi. spero di poter avere le vostre opinioni in merito e come sempre un grazie infinito per leggere la mia storia

la città dell'unioneWhere stories live. Discover now