4. Decisioni difficili

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Bene, quindi ho ottenuto quello che più volevo e cioè ho vinto il concorso per il dottorato.
E ora?
Improvvisamente non sono più molto sicura che sia una buona idea intraprendere questa strada.
Ho tempo fino a domani mattina per consegnare in segreteria il modulo firmato di accettazione del posto oppure quello di rinuncia.
Non che io abbia molte alternative professionali in questo momento, ma l'idea di lavorare nel clima che mi ha circondato questa mattina non è certo incoraggiante.
Mentre Lara corre ad accettare il suo posto, io prendo tempo.
D'altra parte anche trascorrere un'altra notte insonne, persa nei miei dilemmi esistenziali, non mi alletta molto.
E così, presa dall'insana voglia di risolvere la cosa il prima possibile e di togliermi il pensiero, prima di uscire, passo in segreteria, ormai già deserta, e lascio della scrivania il modulo di rifiuto firmato.
In fondo non sono famosa per prendere decisioni sagge e razionali.
Non so bene cosa farò ora, ma qualcosa mi verrà in mente.
Sono triste per questa scelta perché avevo davvero creduto di potermi ricostruire una posizione in Istituto. Ma sono anche sollevata perché sarebbe stato terribmente difficile lavorarci.

Con questo stato d'animo, torno a casa sperando che Marco e Yukino mi facciano almeno un po' dimenticare la giornata appena trascorsa, avvolgendomi nel calore della famiglia.
Ma neanche questo mi è concesso, perché li incrocio davanti all'ingresso.
"Alice, vieni a cena con noi? Ha aperto una nuova pizzeria in centro e stiamo andando a provarla. Dai vieni, affettacadaveri, non hai per niente una bella cera!" Mi dice Marco tutto allegro.
Io non sono dell'umore adatto per uscire e così declino l'invito e mi accingo a trascorrere una delle mie serate gelato e serie tv.

Sto guardando per l'ennesima volta la prima serie di Grey's Anatomy, quando suanono alla porta.
"Chi è?"
"Sono io" riconosco al volo la voce di Claudio e il mio cuore perde un paio di battiti.
Esito qualche secondo "Alice aprimi!" Mi ordina spazientito.
Apro, pensando che peggio di così non potrei presentarmi, con il pigiamone di pile, i capelli sconvolti e mezza struccata, ma non ho il tempo di rimediare.
"Che ci fai qui Claudio?" Gli chiedo con un groppo in gola, ma fingendo indifferenza.
"Sono venuto a riportarti questo" mi dice porgendomi il modulo di rinuncia al dottorato.
Io rimango un attimo disorientata.
"Posso entrare?" E senza aspettare una mia risposta, entra passandomi a fianco.
"Perché ce l'hai tu?" Riesco finalmente a chiedergli.
"Sono passato per caso in segreteria e l'ho visto lì"
"E perché me l'hai riportato?" Lo guardo sorpresa.
Lui ha un'espressione indecifrabile.
" Per impedirti di prendere l'ennesima decisione sbagliata"
"Non mi sembrava che tu fossi molto felice del mio ritorno"
Mi guarda allibito.
"Dimmi Alice, che cosa ti aspettavi? Dopo quello che ti ho detto, dopo quello che tu mi hai detto, dopo essere sparita per quattro anni. Pensavi che mi avresti trovato qui ad accoglierti a braccia aperte, come se nulla fosse successo?"
Io abbasso lo sguardo, scuotendo il capo.
"E allora cosa vuoi adesso?" gli chiedo in un sussurro.
"Non riesci davvero ad essere un minimo razionale eh? Lo sapevi che non sarebbe stato facile. Ma questo non vuol dire che tu debba mollare alle prime difficoltà. Non so se te ne sei resa conto, Alice, ma la vita è così. Non sempre va nella direzione che avremmo voluto, ma dobbiamo comunque rimboccarci le maniche e provare a deciderlo noi dove farla andare"
"Claudio, io non credo di potercela fare" dico con le lacrime agli occhi.
Lui mi guarda e, per una frazione di secondo, mi sembra di vedere un'ombra di tenerezza nel suo sguardo. Ma è solo un attimo.
"Senti. La scadenza è fissata per domani, hai ancora la notte per pensarci. È un'ottima possibilità, non sprecarla".
E con queste parole si avvia alla porta.
"A proposito, il tuo fidanzato cosa ne pensa?" Mi chiede, girandosi di nuovo verso di me, con un sorriso acido.
"Non esiste nessun fidanzato"
Lui non sorride più, mi guarda serio per un lungo istante e sembra sorpreso, incerto. Poi, ormai sulla soglia, mi saluta definitivamente.
"Buonanotte Allevi, e pensaci bene!"
Richiude la porta dietro di sé ed io rimango lì a respirare il suo profumo, che mi inebria come sempre, mentre dentro di me si fa strada una piccola, ma pericolosissima, speranza: che lui, in qualche modo, voglia tenermi vicino a sé.

Passo quasi tutta la notte insonne, indecisa sulla piega da dare alla mia vita.
Da un lato il mio orgoglio non vorrebbe cedere e far capire a Claudio di avere ancora così tanto potete su di me da farmi cambiare idea in due minuti.
Dall'altro le sue parole mi risuonano nella mente e so che in fondo, ha perfettamente ragione.
Rimango in questo limbo di incertezza fino al suono della sveglia. Vorrei che qualcosa mi indicasse la strada giusta da percorrere, quella che mi farà soffrire meno.
E allora mi viene in mente che, se adesso decidessi veramente di rifiutare questo posto, io e Claudio non ci rivedremmo mai più ed anche la pur remota possibilità di tornare ad essere almeno amici svanirebbe nel nulla.
Questo pensiero mi crea dentro una profonda e dolorosa inquietudine.
E a questo punto mi è definitivamente chiaro quale sarà la mia decisione.

L'allieva.... quattro anni dopoWhere stories live. Discover now