8. Voglio stare con te

11.9K 146 13
                                    

Dopo la tensione degli ultimi giorni e tutte le ore di sonno perse, crollo non appena mi stendo sul letto.
Mi sveglia il campanello, che qualcuno suona insistentemente. Apro gli occhi confusa. 
8.15 Noooooo.....
Non ho sentito la sveglia, oppure non l'ho proprio messa.
Claudio mi ammazza!
Mi precipito al citofono.
"Claudio arrivo subito, dammi solo 5 minuti"
"Macché 5 minuti, sono le 8.15!!! Ti sei appena svegliata vero??"
"No, arrivo subito"
"Fammi salire"
"No Claudio scendo subito" se mi becca in pigiama è finita.
"Ti ho detto di farmi salire. Non ti conviene peggiorare la tua situazione"
Apro e mi precipito in bagno, lasciando il portone socchiuso.
Esco dal bagno avvolta nel mio accappatoio rosa e me lo trovo davanti che mi guarda con uno sguardo ricco di sottointesi.
"Sarò pronta in un attimo!" Gli dico dirigendomi velocemente verso la camera.
"Non credo proprio..." mi dice lui avvicinandosi malizioso. Arrossisco.
"Ma.... siamo in ritardo...."
"Sono io il capo, no..." e in un attimo il mio accappatoio cade a terra.
È inutile, lui vince sempre.

"E ora che diciamo in Istituto??" Gli chiedo più tardi in macchina, mentre ci dirigiamo al lavoro con un ritardo mostruoso anche per me"
"Non ti preoccupare, la Boschi non c'è oggi."
"Meno male, e gli altri? Lara? Già mi rompe continuamente l'anima con mille domande su noi due...."
"Che mi importa di Lara, tanto prima o poi dovrai dirglielo. Negare l'evidenza è solo ridicolo. E io non ho nessuna intenzione di fare le cose di nascosto. Non ho niente da nascondere."
"E cosa dovrei dirle?" Chiedo un po' timorosa.
"Per me puoi dirle quello che ti pare."
"Si ma...." Non è esattamente quello che volevo sentirmi dire.
"Che c'è?" Parcheggia e poi si ferma a guardarmi.
Io non so come esprimere tutti i dubbi che popolano la mia mente.
"Quello che ti ho detto ieri sera non ti è bastato? Cos'è che non ti è chiaro? Hai bisogno che ti dica cosa siamo? Non riesci proprio a viverlo e basta!"
Direi che invece lui riesce a esprimerli molto bene.
Il suo tono è un po' spazientito, ma il suo sguardo è tenero.
Io abbasso lo sguardo. " No, è che...."
Non mi lascia finire, mi prende una mano.
"Guardami" sussurra " Io voglio stare con te, solo con te. So che è  strano detto da me, ma è così."
Mi bacia dolcemente.
Sono commossa, di nuovo. Perché riesce a stupirmi, dicendo cose che, da lui, non mi sarei mai aspettata.
"Ora andiamo dottoressa Allevi. Siamo in un ritardo vergognoso."

Entro nella mia stanza dove trovo già Erika e Lara sedute al loro posto.
Lara mi guarda con un sorriso allusivo.
"Mmmm... è questa l'ora di arrivare? Ti è andata bene che la Boschi non c'è oggi... Ma.... tu e Conforti...
"Io e Conforti cosa?" Rispondo trattenendo a fatica un sorriso.
"Ma.... dimmelo tu... arrivate insieme... in ritardo...."
"Ti ricordo che lavoriamo allo stesso progetto"
"Sissi me lo immagino il vostro progetto!!!" Dice sogghignando mentre Erika mi guarda incupita.
Lascio cadere il discorso, perché nonostante quello che mi ha detto Claudio, non ho ancora voglia di parlarne con Lara. E soprattutto non voglio farlo davanti a Erika.

Verso fine mattina Claudio si affaccia alla nostra stanza con un sorriso per lui insolito.
"Alice alle 13.00 siamo a pranzo con Beatrice per parlare della ricerca".
"Siamo, vuol dire che devo venire anch'io?"
"Certo, lavori anche tu a questa ricerca o no?"
"Sì..."
"Bene, vedi di essere puntuale" mi dice imperioso, ma sempre col sorriso sulle labbra.
"Tu non ne sai niente, vero?" mi chiede Lara.
"Di cosa?"
"Di questo strano buonumore di Conforti."
"No, perché? Non può semplicemente essere allegro?"
"Si... Come no..."

Andare a pranzo con Beatrice non è proprio la mia massima aspirazione, ma mi dovrò adeguare.
Appena ci vede arrivare, scatta dalla sedia per buttargli le braccia al collo e baciarlo, sulla guancia per sua fortuna.
Perché io la strozzerei in questo momento.
Claudio si accorge della mia gelosia e sorride compiaciuto.
"Ci raggiungerà anche il dottor Luca Pozzati che mi affiancherà nella mia parte di lavoro" ci informa la pantera.
Il nome non mi è nuovo, ma non riesco a collegargli una faccia.
"Bene, noi iniziamo però, io non ho tutto il pomeriggio" dice Claudio, che quando si tratta di perdere tempo non perdona nessuno.
"Ma no dai Conforti, un po' di pazienza" lo apostrofa Beatrice.
Lui sbuffa.
Dopo 20 minuti buoni il dottor Pozzati ci degna della sua presenza.
È alto e slanciato, non particolarmente bello ma sicuramente borioso e pieno di sé.
Si presenta stringendo a tutti la mano.
Si sofferma un attimo a guardarmi e mi dice.
"Alice, ti ricordi di me? Eravamo nello stesso corso di medicina, poi io mi sono trasferito a Oxford..." ed inizia ad elencarmi tutto il suo curriculum studiorum.  Claudio lo interrompe bruscamente "Bene, dottor Pozzati vedo che, tra tutte le sue notevoli esperienze, manca un corso sulla puntualità. Ora dobbiamo proprio iniziare. Potrà illustrare tutte le sue interessantissime esperienze alla dottoressa Allevi in un altro momento, se lei lo riterrà opportuno". E lo fulmina con lo sguardo.
Beatrice non riesce a trattenere un sorrisetto malizioso.
Io sono in totale imbarazzo e non so dove guardare.
Fortunatamente parlando di lavoro la situazione si tranquillizza.
Alla fine ognuno ha ben chiaro il compito che deve svolgere e ci apprestiamo a tornare ai nostri rispettivi uffici.

"Io quello non lo sopporto" mi dice Claudio sulla via del rientro.
"Ma dai! Non l'avevo capito... e credo che non l'abbia capito nemmeno lui!" Gli rispondo ironica.
"È meglio che stia al suo posto!"
"Claudio piantala!!"
"Ho visto sai come ti guardava!"
"Ma figurati...."
Si ferma improvvisamente e mi bacia voracemente.
"Non ho intenzione di dividerti con nessuno, se non l'avessi capito. Tu sei solo mia"
Gli sorrido. "Non chiedo di meglio!" E la tensione svanisce.

Lara non c'è nel pomeriggio e io stranamente  sono molto concentrata. Mi immergo completamentamrnte nel lavoro e, senza quasi che me ne accorga, si fa sera.
Sono talmente presa che non mi accorgo che Claudio è entrato e si trova alle mie spalle.  Mi bacia sul collo facendomi sobbalzare.
"Non ti avevo sentito"
"Pensi di passare la notte qui?"
"No..."
"Ah meno male. Andiamo?"
"Dove?"
"Da me"
Lo seguo sorridendogli. Lui mi mette un braccio sulle spalle e mi conduce verso la macchina. Non potrei essere più felice di così.

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora