24. Pazzia

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La porta della mia stanza si apre.
Vedo una figura entrare, ma non riesco a vedere il viso.
Non so perché, ma ho paura.
"Chi sei?" Chiedo insistentemente.
Non mi risponde.
Avanza verso di me.
Vorrei alzarmi dal letto ma non ci riesco.
Ad un certo punto lo vedo.
È lui! È Enrico.
Grido più forte che posso.
Lui mi prende per le spalle.
"Alice! Alice!"

Sobbalzo e mi sveglio.
Era solo un incubo.
Le mani sulle mie spalle sono quelle di Claudio che stava cercando di svegliarmi.
Io tremo, scoppiò a piangere tra le sue braccia, con il cuore che batte all'impazzata.
Lui mi abbraccia forte.
"Stai tranquilla. Respira. Sono qui con te e non permetterò a nessuno di farti del male. A nessuno"
La sua voce è calma, rassicurante. Ma io non riesco a smettere di tremare.
"Respira Alice, respira, piano. Ecco così, brava."
Mi accarezza la schiena, senza smettere di parlarmi, ed io lentamente mi calmo.
"Va tutto bene, non aver paura."
"Lo prenderanno vero?" Gli chiedo, con la voce ancora tremante.
"Sì certo. Calligaris è in gamba e lui è solo un pazzo."
"Che ore sono?"
"Quasi le tre."
"Solo.... la notte è interminabile."
"Saprei io come fare a fartela passare più velocemente, se non avessi un taglio nella pancia" mi guarda malizioso, riuscendo a strapparmi un sorriso.
"Ma tu non dovevi andare a casa?"
"Beh, meno male che sono rimasto, no?"
Annuisco.
"Va meglio?"
"Sì, grazie"
"Ti vado a prendere una bottiglietta d'acqua? Qui è finita."
"No, ti prego non andare via" gli chiedo, tenendolo per un braccio.
"Ok, tranquilla, non vado da nessuna parte"
"Ma perché?" Chiedo mentre sono accoccolata tra le sue braccia.
"Perché cosa?"
"Perché mi ha aggredita? Forse lo avevo in qualche modo incoraggiato, senza volerlo."
"No, Alice non è colpa tua. È matto. Tu forse non ti sei resa conto, ma era proprio fuori di testa. Impazzisco se penso che ti ha messo le mani addosso. Ma tu non devi pensare, neanche per un momento, di esserne responsabile. Capito? Non c'è un motivo. È fuori di testa e basta."
"Mm"
"Prova a dormire un altro po'."
"No, non voglio fare un altro incubo"
"Non succederà, sono qui con te. Devi riposare. Provaci."
Mi avvolge tra le sue braccia, nel suo profumo, ed io mi lascio coccolare, finché la stanchezza non prende di nuovo il sopravvento.

Quando mi sveglio è mattina e Claudio dorme di fianco a me, in una posizione improbabile, che gli costerà un bel mal di schiena.
Cerco di muovermi piano per non svegliarlo.
La porta della stanza è aperta e vedo comparire sulla soglia la persona che mai al mondo mi sarei aspettata di vedere.
La professoressa Boschi in persona.
"Buongiorno professoressa"
Mi muovo cercando di svegliare Claudio, che sobbalza.
"Buongiorno dottoressa Allevi, buongiorno dottor Conforti"
Ci guarda sorpresa.
"Buongiorno professoressa"
Saluta Claudio, imbarazzato ma neanche più di tanto alzandosi dal letto.
"Sono venuta a vedere come sta. Ma vedo che c'è chi si prende cura di lei"
Accenno ad un sorriso.
"Sto meglio grazie"
"Mi dispiace per quello che è successo, non avrei mai pensato che il dottor Cortesi..."
Lascia la frase in sospeso, ma sembra seriamente rammaricata, come se si sentisse in qualche modo responsabile.
"Nessuno poteva immaginare una cosa del genere" rispondo io.
"Bene, le auguro di riprendersi presto. Dottor Conforti, si prenda pure tutto il tempo che le serve".
"Grazie professoressa" rispondiamo io e Claudio..
Quando esce, ci guardiamo stupiti.

"Vado a darmi una sistemata in bagno" mi dice Claudio, che non sopporta di farsi vedere in disordine.
Nel frattempo arriva Silvia che corre ad abbracciarmi.
"Alice! L'ho detto che dovevamo deninciarlo! Come stai?"
"Starò meglio quando l'avranno preso".
"Ah ciao Silvia" dice Claudio uscendo dal bagno.
"Ciao Claudio"
Nel frattempo mi hanno portato la colazione che consiste nel solito tè con fette biscottate.
Con la fame che ho mangerei anché il muro, ma per fortuna Claudio si offre di andare a prendermi un cappuccino e una brioche.
"Claudio ha l'aria di essere rimasto qui tutta la notte"
"Sì, non mi molla un attimo".
"Avrà avuto una paura folle".
"Sì, credo proprio di sì"
"E tu?"
"Tantissima. Sono stata fortunata. Poteva finire molto peggio"
"Già"
"Ecco la sua colazione dottoressa Allevi"
"Grazie dottor Conforti"
Finalmente del cibo! Questa brioche mi sembra la cosa più prelibata del mondo.
Claudio mi guarda mangiare soddisfatto.
"Bene ragazzi, vi lascio, io devo andare in tribunale"
"Claudio vai anche tu a riposarti un po'. Tra poco arrivano i miei"
"Sì ora vado, per lo meno a farmi una doccia"
"Non c'è bisogno che stai qui 24 ore al giorno"
"Cos'è ti lamenti perché ti sto troppo vicino adesso?"
"No, No!! Anzi. Però voglio che ti riposi, che mangi un pasto decente e dormi in un letto vero. Ti voglio in forma per quando torno a casa." Gli dico sorridendo maliziosa.
Lui mi guarda con il suo sorrisetto da canaglia.
"Ok, allora vado. Ma se hai bisogno di qualcosa chiama, mi raccomando"
"Si non ti preoccupare."
Mi saluta con un bacio sulle labbra ed esce.

Passano pochi minuti e da un punto imprecisato in fondo al corridoio sento dei rumori insoliti.
Delle grida.
Sento Claudio gridare "Tu che diavolo ci fai qui? Chiamate la polizia"
O no, Enrico!
"Lei vuole me in realtà! Vuole me!"
"Tu sei pazzo! Fermati!"
Mi alzo velocemente dal letto e vado verso il corridoio.
Ma credo di essermi alzata un po' troppo in fretta.
Inizi a girarmi la testa e mi appoggio al muro.
Inizio a vedere tutto nero.
L'unica cosa che riesco a vedere è Claudio che colpisce Enrico in faccia ma poi, colpito a sua volta, cade a terra.

"Alice! Alice!"
Qualcuno mi picchietta il viso.
Apro gli occhi. Sono di nuovo nel mio letto.
Ma le ultime immagini che ricordo mi mandano nel panico.
"Alice, va tutto bene. Hai avuto un abbassamento di pressione." Il medico mi guarda sentendomi il polso.
"Claudio?"
"Sta bene, stai tranquilla. Se l'è cavata con una ferita alla fronte e qualche livido, ora lo stanno medicando"
"E quel pazzo furioso?"
"È con le guardie. Stanno aspettando la polizia. Stai tranquilla. Non vi farà più alcun male."

Claudio si affaccia alla porta, con un cerotto sulla fronte.
Io faccio per alzarmi dal letto.
"Ferma. Dove vai? Vuoi svenire di nuovo?"
"Stai bene?" Gli chiedo con la voce che mi si strozza in gola.
"Sto bene"
Gli butto le braccia al collo e scoppio a piangere. Non so neanche io perché.
La tensione di questi giorni, la paura, un misto di emozioni incontenibili.
"Claudio, stavolta sono io ad aver avuto paura!"
"È tutto finito! Non devi più aver paura di niente adesso".
Ma io non riesco a smettere di piangere.
"Alice, Claudio. Come state?"
È Calligaris.
"Abbiamo avuto momenti migliori" risponde Claudio, staccandosi leggermente da me.
"Sì, lo vedo. Claudio, ho bisogno di parlare con te. Ma possiamo fare anche domani, non c'è fretta. Ora vado ad occuparmi personalmente di portare dentro quel pazzo."
"Grazie ispettore"
"Ciao Roberto, grazie"
"Io voglio tornare a casa. Non ne posso più di stare qui". Sono stanca. Ho bisogno di un po' di tranquillità. Il mio pianto continua inarrestabile.
"Senti. Sei svenuta anche poco fa. Penso che sia un po' presto per tornare a casa".
In quel momento entra il dottor Mariani.
"Facciamo così Alice, vediamo come vanno gli esami di stamattina, poi decidiamo cosa fare. Capisco che tu senta la mancanza della tranquillità di casa.
Se gli esami saranno soddisfacenti, tutto quello di cui avrai bisogno nei prossimi giorni sarà riposare.
E credo che questo lo potrai fare molto meglio a casa che qui."
Le sue parole mi rincuorano.
"E poi ti prenderai cura tu di lei, vero Claudio?"
"Già" dice Claudio con un sorriso dolce.
"Bene, allora ci aggiorniamo dopo"
"Ok. Grazie Francesco"
"Dai, adesso tranquillizzati. È stata una mattinata intensa."
Mia nonna si affaccia alla porta.
"Scusa il ritardo bella di nonna, ma c'era un gran traffico. Oh, ma che le è successo dottore?"
"Va tutto bene, signora Amalia, non si preoccupi. Alice, vado a casa per un paio d'ore. Mi raccomando non stancarti troppo".
Mi dice salutandomi con un bacio sulle labbra.
Nel pomeriggio passano anche Lara e Paolone a vedere se sono ancora viva.
"Ma quello è davvero pazzo! M chi l'avrebbe mai detto?"
"Già! E pensare che io avevo pensato che fosse il primo professore gentile che ci capitava!"
"Ragazzi! Il mondo è sempre più brutto!" È la massima preferita di nonna Amalia!

La stanchezza ha di nuovo il sopravvento e mi addormento mentre la nonna mi sta aggiornando sui pettegolezzi di paese.
Al mio risveglio, quasi al tramonto, Claudio è seduto al tavolino e sta scrivendo al computer.
"Hai trasferito qui il tuo studio?"
"Buongiorno dormigliona!"
Mi si avvicina, mi bacia e mi sorride.
"Ho una bella notizia da darti. Stasera ti porto a casa con me!"

L'allieva.... quattro anni dopoWhere stories live. Discover now