35. Soprese

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"Buongiorno"
Claudio mi sveglia accarezzandomi i capelli.
E la prima cosa che vedo quando apro gli occhi è il suo sguardo fisso su di me.
Cosa potrei volere di più?
"Buongiorno"
Lui è già vestito, pulito e profumato. Perfetto come al solito.
Lo guardo ammirata.
"Come stai?" Gli chiedo.
"Bene direi. Quello di cui non potrei mai fare a meno è disteso proprio qui di fianco a me. Il resto non importa." Mi dice serio.
Io quasi non riesco a credere alle mie orecchie.
Devo avere la mia tipica espressione ebete stampata sulla faccia.
"Ah, ovviamente, considerando il fatto che la mia bambina è chiusa in garage al sicuro." Aggiunge lui, prendendomi in giro.
"Ah si eh?"
Gli lancio contro il cuscino e comincio a prenderlo a pugni sul petto.
Ma lui mi immobilizza immediatamente ed inizia a farmi il solletico.
Penso che potrei morire soffocata ma il suo telefono mi salva iniziando a squillare.
"Chi è che rompe a quest'ora?" Sbraita, alzandosi per andare a rispondere.
Si incupisce quando guarda il display del cellulare.
Ci pensa un po' prima di rispondere.
"Che vuoi?"
.........
"No. Non ho nessuna voglia di parlare con te."
.........
.........
"E va bene. Stasera alle 18. Dove?"
.........
"Va bene"
E chiude la conversazione.
"Era tuo padre?" Gli chiedo io titubante.
"Sì. O meglio quello che sostiene di esserlo."
Lo guardo con aria interrogativa.
"Cosa ne so in fondo io, Alice. Questo è quello che dice lui."
"Lui e tua madre. Perché dovrebbero mentirti?"
"E che ne so. Perché mi hanno mentito fino ad ora? Non lo so. Mi sembra tutto così assurdo."
"Vuole parlarti?"
"Sì. Vuole vedermi da solo."
"Mmmm"
Si siede di nuovo sul letto vicino a me, pensieroso.
Mi fissa e vedo nei suoi occhi uno sguardo malandrino.
Guarda l'orologio e sospira.
"È tardi, purtroppo. Dottoressa Allevi, dobbiamo andare a lavorare!"
"Dobbiamo proprio?" mi avvicino a lui con fare provocante. Ma l'unica cosa che riesco a strappargli è un bacio. Ma uno di quei baci che sembrano non voler finire mai.
Non mi è andata poi tanto male.
"Sì, dobbiamo proprio. Dovrai rimandare a stasera qualsiasi cosa tu avessi in mente"
Fare tardi al lavoro è inconcepibile per lui!
"Magari nel frattempo me la dimentico."
"Non ti preoccupare, ci penserò io a ricordartela!"
E facendomi l'occhiolino se ne va in cucina.
Sarà meglio per me che mi sbrighi, altrimenti mi lascia a piedi.

La mattinata al lavoro inizia tranquilla.
Ci siamo solo io e Selvaggia.
Lara, Paolone ed Erika sono impegnati con la Boschi.
Io sono felicissima di non essere stata convocata insieme a loro, anche se l'idea di trascorrere l'intera mattinata con la cavallona non mi entusiasma.
Mentre sto trascrivendo a computer una relazione, totalmente assorta nei miei pensieri, mi squilla il telefono.
"Ciao Yuki!"
"Alice, senti. Devo dire una cosa."
"Dimmi." Il suo tono mi preoccupa.
"Ieri sera venuto qui Arthur. Cercava te."
Oddio. Arthur....
"Ah..." cerco di fare l'indifferente "e.... che voleva?" Mi trema la voce.
"Non lo so.... io detto lui che tu non abita più qui..... lui ha fatto faccia strana.... Ma non ha chiesto altro.... ed è andato via"
"Ok.... Grazie Yuki."
"Alice!" Claudio mi sta chiamando dal corridoio.
" Yuki scusa ora devo andare. Grazie e ci sentiamo dopo."
Non so spiegarmi perché ma sono scombussolata dopo questa notizia. Vado verso Claudio senza neanche rendermene conto.
"É successo qualcosa?" Mi chiede lui preoccupato per la mia espressione.
"No no, niente" Non posso parlarne con lui. Non capirebbe che saper che Arthur mi ha cercato mi provoca agitazione.
Mi guarda scuotendo la testa.
"Con chi eri al telefono?"
"Con Yukino"
"Mmm.... comunque ti cercavo perché è arrivato il risultato dell'esame tossicologico di quella ragazza. Io ora devo uscire. Te l'ho girato via mail. Dategli un'occhiata tu e Selvaggia. Quando torno ne parliamo."
Ma io non sono persa nei miei pensieri.
"Ehi! Mi hai sentito?"
"Sì sì certo!"
"Sì come no... vabbè io vado. Poi però mi spieghi perché sei in questo stato stavolta?"
Se ne va guardandomi male.
Sono quasi due anni che io e Arthur non ci sentiamo e il fatto che mi abbia cercato mi ha mandato in tilt.
Che vuole da me ora?
Io sono felice con Claudio.
Davvero, non ho mai amato nessuno come amo lui.
Ma il fatto che Arthur ricompaia così dal nulla mi manda el panico.
Perché?

Mentre sto cercando di studiare gli esami che mi ha mandato Claudio insieme a Selvaggia, compare alla porta della nostra stanza.
Proprio lui.
Arthur.
"Arthur?" Riesco a balbettare.
"Alice, ciao"
"Che... ci fai qui?"
"Ti cercavo."
"Perché?"
"Posso parlarti?"
Lo guardo spaesata.
Dico a Selvaggia che mi allontano un momento e di continuare da sola con gli esami.
Ci avvismo verso il laboratorio che per fortuna è deserto.
"Che cosa vuoi Arthur?" Improvvisamente mi sento lucida e determinata a capire con quale coraggio si ripresenti davanti a me dopo tutto questo tempo.
"Alice, io..... avevo bidsogno di vederti, perché......" sembra cercare il coraggio per proseguire "..... mi manchi"
Io sgrano gli occhi incredula.
"Lo so che non ho nessun diritto di venire qui a dirti queste cose, ma non ce la facevo più. Mi sei mancata da impazzire. Mi sono reso conto fin da subito si aver sbagliato tutto, ma non avevo il coraggio di tornare da te per l'ennesima volta. Ma ora.... ho capito che non posso più perder tempo.... la vita non è eterna e la sto sprecando lontano da te...." fa una lunga pausa osservando la mia reazione.
Io sono impietrita.
Mente lui sta parlando, tutta l'ansia che ho provato prima, al telefono con Yukino, è svanita.
Lo ascolto, lo guardo, e mi rendo conto che quello che mi sta dicendo non mi fa nemmeno arrabbiare.
Mi è totalmente indifferente.
"So di averti fatto soffrire.... So che non mi merito nemmeno che tu stia qui ad ascoltarmi, ma...."
"Infatti. Non so proprio con che coraggio tu venga qui a parlarmi in questo modo" dico secca.
Lui sospira.
"Sto passando un momento molto difficile...." ha gli occhi lucidi. Si chiarisce la voce "mio padre.... sta molto male.... Io non gli parlo da un sacco di tempo.... me lo ha detto Cordelia..... e l'unica persona che vorrei vicino a me in questo momento sei tu..."
"Arthur, mi dispiace non sapevo niente di tuo padre...."
"Non vuole che si sappia troppo in giro."
"Mi dispiace moltissimo...."
Le mie parole più dolci devono avergli in qualche modo dato una speranza perché mi si avvicina lentamente.
Ma io mi allontano.
"...... ma questo non cambia le cose tra noi. Arthur io invece penso che noi abbiamo sbagliato tutto. Non eravamo fatti per stare insieme. Avremmo dovuto capirlo molto tempo fa. Prima di farci tutto il male che ci siamo fatti."
"Alice ma ora è diverso. Io ho capito che tu vieni prima di ogni cosa, prima della mia libertà, prima del mio lavoro...."
"Arthur smettila! Lo sai che non è così. Non sarebbe così nemmeno stavolta. Ma, anche se fosse, a me non interessa più."
Lui mi guarda deluso.
"Allora è come temevo. Stai con lui? Stai con Conforti?"
Annuisco.
"Non è possibile. Non puoi stare con uno come lui? Quante volte pensi che ti tradirà? O magari lo ha anche già fatto. Ti farà soffrire. Lui non ti amerà mai come ti amo io."
Ecco ora sono arrabbiata.
No sono proprio furiosa.
"Ma come ti permetti di venire qui a giudicare il mio rapporto con lui. Lo conosci? Cosa sai di lui? Cosa sai di noi? E tu invece? Tu che pensi già di sapere come andranno le cose tra noi. Quante volte mi hai tradito? Quante volte mi hai fatto del male? Che ne sai di quanto mi ama? O di quanto lo amo io?" Mi accorgo che sto urlando, ma non mi importa.
"Alice, ti ho già detto che mi dispiace, che ho capito di avere sbagliato tutto. Ma tu non puoi amarlo davvero. Non puoi mandare all'aria quello che c'è stato tra noi per uno così."
"Quello che c'è stato tra noi lo abbiamo già mandato all'aria da molto tempo. E Claudio non c'entra niente in questo. Ma se proprio lo vuoi sapere .... sì lo amo. Lo amo come non ho mai amato nessuno in vita mia."
Forse questo potevo anche risparmiarmelo, ma mi ha fatto proprio arrabbiare.
Lui mi guarda con uno sguardo che non gli riconosco.
Direi quasi con odio.
"Allora auguri Alice, perché ne avrai bisogno!" mi urla contro, si gira ed esce velocemente dal laboratorio.
Io ho il fiato corto come se avessi fatto un'ora di palestra.
Mi avvio verso l'uscita per prendere un po' d'aria e quasi mi scontro con Claudio.
Ha uno sguardo enigmatico.
"Da quanto sei qui?" gli chiedo titubante, sperando che non abbia visto Arthur uscire.
Lui non risponde. Ma continua a guardarmi.
Ho paura che stia per sbottare in un furioso attacco di gelosia.
Io indietreggio ma lui si avvicina velocemente a me.
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia in modo travolgente, lasciandomi senza parole per la sorpresa.

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora