32. Rivelazioni

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Lo seguo.
Quest'uomo mi sta dicendo di essere il padre di Claudio, che tutti, soprattutto Claudio, credono morto.
Ci sediamo e ordiniamo il pranzo, anche se mangiare è l'ultimo dei miei pensieri in questo momento.
Io sono pronta ad ascoltarlo, ma lui sembra in difficoltà.
"È molto difficile per me parlare di questa storia, ma credo che sia venuto il momento di farlo."
"Mi scusi, ma qualsiasi cosa lei abbia da dire, non dovrebbe parlarne con suo figlio."
"Sì, probabilmente ha ragione, ma...." sospira "Lucia mi ha detto che sarebbe stato meglio che cercassi lei e che con il suo aiuto, forse, sarei riuscito a parlargli in modo più sereno. Pare che mio figlio abbia un carattere un po'.... irascibile."
Ma và??
"Mi scusi, ma io non riesco a capire. Claudio stesso ha eseguito l'esame del DNA su di un cadavere ritrovato un paio di mesi fa. L'esame ha dimostrato che quell'uomo era suo padre. E lui non sbaglia mai.."
"Quell'uomo è.... o meglio era,  il mio fratello gemello."
Sono senza parole.
"È una storia complicata, Alice. E piuttosto dolorosa. E se sono qui oggi è perché credo che sia venuto il momento che Claudio sappia come stanno esattamente le cose. Lucia non era dello stesso avviso, ma l'ho convinta."
"E io come possa aiutarla?"
"Ho pensato che lei potrebbe parlargli e aiutarmi a fare in modo che accetti di conoscermi."
"Certo, ci posso provare. So già che non sarà facile, ma farò del mio maglio."
In fondo sono pur sempre la paladina della verità ad ogni costo.
"Facciamo così, potremmo vederci domani sera. Magari, se Lucia se la sente, potremmo andare da lei in clinica."
"Domani sera? Non mi da molto tempo. Va bene, ci proverò"
"Grazie Alice, le lascio il mio numero. Mi chiami se ci sono problemi."
"Certo."

Torno in Istituto ma la mia testa è da un'altra parte. Come glielo dico ora? Ma poi chi mi dice che questo mi stia dicendo la verità?
C'è solo una cosa che potrei fare. Andare a parlare con la madre di Claudio.
Lui si arrabbierà moltissimo quando scoprirà che l'ho fatto senza dirgli niente.
Ma io vorrei sapere se questa cosa è vera, prima di parlargliene.
E così approfitto del fatto che devo passare in questura a lasciare dei documenti per andare a trovare la signora Lucia.
"Alice, che piacere vederti..." Mi accoglie sorridente, in realtà la vedo stanca e affaticata.
"Mi scusi l'intrusione, so che non ho nessun diritto di venire a chiederle cose personali, ma è venuto da me un signore dicendo di essere il padre di Claudio e di aiutarlo a parlare con lui.
Prima di farlo, vorrei solo sapere se quello che mi ha raccontato è vero. È già stato molto difficile per lui affrontare il suo passato dopo il ritrovamento di quel corpo. E ora...."
Mi sorride.
"Hai fatto bene a venire. Mi fa piacere che tu ti preoccupi per lui e che cerchi di proteggerlo." Fa una pausa lunga che mi mette un po' a disagio.
"È vero. Antonio è il padre di Claudio. Io non ho mai voluto che lo sapesse, ma ora capisco che è un suo diritto conoscere la verità. Probabilmente gli farà male. Ma credo che sia la cosa migliore per tutti. E se ho chiesto ad Antonio di venire da te è perché penso che tu possa aiutarlo più di chiunque altro in questo momento. Hai un forte ascendente su di lui. Lui ti ama molto Alice e si fida di te, come non ha mai fatto con nessuno."
Non so cosa dire.
Di fronte a me ho una donna che ha sofferto molto, e questa sofferenza si percepisce, si vede nei suoi occhi.
"Io ho fatto molte scelte sbagliate nella mia vita. A volte ho preferito la via più facile, anche se non era la più giusta e così ho fatto del male a me stessa e a tutti quelli che mi erano vicino. Ma ora è il momento di rimettere tutti i pezzi al loro posto."
"Non voglio sapere altro. Immagino che siano fatti molto personali che racconterà a suo figlio. Volevo solo la conferma che fosse tutto vero."
Mi alzo per uscire, ma la sua espressione mi fa molta tenerezza. Sembra fragile come un uccellino.
Le stringo la mano.
"Tutti facciamo degli errori, signora Lucia. E non sempre possiamo sapere prima qual è la strada giusta da seguire."
Mi sorride debolmente.
"Proverai a parlare con Claudio? So di metterti in difficoltà, ma so anche che per lui è meglio così "
"Certo. Troverò il modo."
"Ne sono sicura"
Io no... Ma pazienza!

Prima di tornare a casa faccio due passi.
Ho bisogno dell'aria fresca della sera per chiarirmi le idee.
E così, senza accorgermene faccio tardi. Prendo il cellulare. Sette chiamate senza risposta. Tutte di Claudio. Perfetto. Così ora sarà pure su tutte le furie.

Entro in casa in punta di piedi perché so già che mi aspetta una sfuriata.
Lui è in piedi con il cellulare in mano.
Mi guarda. Non dice una parola.
Un sospiro.
"Quando mi verrà una cardiomiopatia da stress e morirò aspettando che tu torni a casa mi avrai sulla coscienza!"
"Come sei drastico! Sono solo le otto"
"Sono quasi le nove... Ma dove diavolo sei finita stavolta? E perché non rispondi mai a quel dannato telefono! Ho avuto una paura folle."
Ha gli occhi lucidi.
"Quando non ti ho visto tornare ho chiesto a Lara se sapeva dov'eri. Mi ha detto che oggi è venuto a cercarti un tipo che aveva chiesto di te anche la settimana scorsa e che ci sei andata a preanzo insieme."
Fa una pausa.
"Ho pensato che ti avesse fatto del male. Stavo per chiamare Calligaris"
"Scusa Claudio non mi sono accorta che fosse così tardi, davvero."
"Stai bene?"
"Sì."
"Sei sicura. Hai una faccia!"
Annuisco.
Passano alcuni minuti nei quali nessuno dei due dice una parola.
"Chi era quel tipo Alice? Hai intenzione di parlare o ti devo costringere?"
"Parlo, parlo...."
Ma in realtà non so come dirglielo. Prendo tempo.
"Quindi?"
"Claudio, vieni. Sediamoci sul divano."
Mi guarda preoccupato.
"Che succede Alice?"
Non credo ci sia un modo meno traumatizzante per dirlo.
E cosi glielo dico.
"Il signore con cui ho pranzato oggi si chiama Antonio. Antonio Conforti. È tuo padre Claudio."
Lui strabuzza gli occhi.
"Ma che stai dicendo Alice. Mio padre si chiamava Vittorio ed è morto. Ho eseguito io stesso gli esami. Non ho commesso errori. Ne sono sicuro."
"No Claudio nessun errore. Vittorio era suo fratello. Gemello."
Mi guarda incredulo.
Dopo un lungo silenzio, che io non trovo il modo di riempire se non con la mia presenza, mi duce "ma, questo è quello che dice lui. Chi mi dice che devo credergli. È poi perché è venuto a cercare te?"
"È la verità Claudio."
"Tu che ne sai?"
"Sono andata da tua madre stasera."
Mi guarda e nei suoi occhi vedo montare la rabbia.
"Che hai fatto?"
"Claudio non ti arrabbiare."
"Tu non ci riesci proprio a non mettere il naso negli affari degli altri eh?"
Si alza come una furia, ma io lo fermo prendendolo per un braccio.
"Ascoltami ti prego. Mi si è presentato questo tizio, dicendomi di essere tuo padre e chiedendomi aiuto per riuscire a parlare con te. Cosa dovevo fare? Prima di parlarti avevo bisogno di sapere se era la verità."
Il suo sguardo si intenerisce e si risiede vicino a me. Si prende il viso tra le mani.
"Un mucchio di stronzate. La mia vita è stata solo un enorme ammasso di stronzate!"
"Claudio...." provo a dirgli io, mettendogli una mano sulla spalla.
"Non ora.... Ho bisogno di prendere un po' d'aria"
Si alza, si infila la giacca e se ne va.

Capisco la sua reazione.
Ma come si fa a scoprire che tuo padre non è quello che credevi e quindi che tua madre ti ha raccontato un sacco di bugie per quarant'anni della tua vita.
Io lo capisco. Capisco che sia sconvolto.
E capisco che abbia bisogno di stare da solo.
Decido di aspettarlo sul divano.
Mi sveglio sentendo il rumore della porta che di apre.
È mezzanotte passata.
Mi alzo dal divano e gli vado incontro.
Lui mi guarda.
"So che muori dalla voglia di raccontarmi tutta la storia, ma io non la voglio sapere"
"Claudio, io non ho voluto sapere nient'altro. Questi davvero non sono affari miei. Ti racconteranno tutto loro"
"Io non voglio sapere niente. Cosa mi cambierebbe ora?"
Aspetto un po' prima di rispondergli.
"È una tua scelta sapere la verità oppure no. Ma non puoi dire che non cambierebbe niente.
Potresti capire molto di più sul tuo passato."
"E a cosa mi servirebbe saperlo ora?"
"Sei passato da non sapere che fine avesse fatto tuo padre, a credere che fosse morto e poi a scoprire che in realtà tuo padre è un'altra persona ed è ancora vivo. Potresti scoprire che la realtà è molto diversa da quello che hai sempre pensato."
"Sì, sai qual è la verità? Che tutta la mia vita è stata solo un'enorme serie di menzogne!"
"Claudio.... Tu non puoi sapere..."
"Ma che vuoi saperne tu, con la tua famiglia perfetta alla Mulino Bianco?"
Lo guardo ferita.
Non riesco a ribattere.
Poi però la rabbia prende il sopravvento e mi ritrovo ad urlargli contro.
"Senti, fa come ti pare. Io non c'entro niente con tutta questa storia. Se vuoi rimanere nell'ignoranza sono fatti tuoi. A me non cambia niente. Io dico solo che se si trattasse della mia famiglia, vorrei sapere come sono andate le cose. Poi la scelta è tua!"
Mi alzo arrabbiata e me ne vado a letto, certa che non riuscirò a chiudere occhio.

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora