48. Non mi interessa nient'altro

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Mi sveglio di soprassalto.
Sono sicura di aver sentito il telefono suonare, lo cerco ma non lo trovo sul comodino dove l'ho lasciato ieri sera.
Claudio non è a letto.
Sono quasi le 11.
Ho dormito dodici ore di fila.
Lo trovo in sala, al computer.
"Buongiorno!" Si alza sorridendo e mi bacia.
Ricambio il suo bacio con slancio.
Mi mancava un bacio così.
"Hei! Siamo riposate eh!"
"Claudio, hai visto il mio telefono. Sono sicura di averlo sentito squillare."
"Sì, ce l'ho io. Non volevo che ti svegliasse."
"Ah, e ha squillato o me lo sono sognata?"
"Sì era Lara. Ho risposto io. Voleva sapere come stai. Le ho detto che la chiami più tardi."
"Grazie" lo abbraccio e lo bacio di nuovo.
"Mmm... Mi manchi..." Mi dice suadente all'orecchio, prendendomi per i fianchi. "ma immagino che tu ora voglia andare da tua nonna."
"Già..."
"Vabbè vorrà dire che aspetterò"
Mi da un altro lunghissimo bacio poi si stacca.
"Vai a prepararti. Così ti porto a fare colazione e poi in ospedale."

"Tua nonna sta molto meglio." Mi dice Claudio mentre stiamo facendo colazione.
Lo guardo stupita ma prima che possa ribattere aggiunge " ho chiamato i tuoi stamattina e visto che mi hanno detto che andava tutto bene ho pensato di lasciarti dormire."
"Grazie".
Sono meravigliata dalle attenzioni che mi riserva in questo momento così difficile per me.
"Beh che c'è? Perché mi guardi così?"
"Perchè continui a stupirmi, ogni giorno di più!"
Lui sorride imbarazzato.
"Andiamo va."

La nonna sta veramente molto meglio.
Sembra un'altra rispetto a ieri.
Ha parecchia difficoltà nell'articolare le parole, ma si fa capire.
Il neurologo dice che la riabilitazione sarà lunga ma che secondo lui recupererà quasi completamente.
E comunque la cosa più importante è che, salvo complicazioni, che possono sempre intervenire, è fuori pericolo.
È stata trasferita dalla terapia intensiva al reparto di neurologia, così possiamo stare con lei tutti insieme.
"Nonna, non farmi mai più uno scherzo così" le dico.
Lei mi osserva a lungo. È da quando sono arrivata che mi guarda continuamente.
Guarda me e guarda Claudio e poi di nuovo me.
"E tu, non hai niente da dirmi?" Sussurra a stento e con molta fatica.
Mi giro verso Claudio. Lui sorride.
Anche stavolta ha capito tutto.
È sempre stato così, fin da bambina, senza bisogno che io le dicessi niente.
Ed evidentemente un intervento al cervello e tutte queste ore di coma non hanno compromesso per niente questa sua capacità.
E allora al diavolo la cautela, le possibilità di aborto e tutto il resto.
Ho rischiato di non poterglielo dire mai, non posso più aspettare.
Ci siamo proprio tutti, mamma, papà, Marco, Yukino.
Loro, al contrario di nonna, non hanno capito niente.
Mi trema la voce, un po' per l'emozione, un po' per l'imbarazzo.
"Ecco, sì io..... cioè noi....." prendo Claudio, che mi guarda sorpreso, per mano "aspettiamo un bambino."
Non avrei mai pensato di fare questo annuncio in una stanza di ospedale, con mia nonna che mi guarda con la testa fasciata e con gli occhi stanchi, distrutti ma che le brillano per la felicità.
Ma va bene così, anzi va benissimo così.
Mi sento addosso gli occhi di tutti, in quel momento che precede i baci e gli abbracci, nel quale tutti realizzano il significato di quello che ho appena detto.
Claudio è l'imbarazzo fatto persona, non sa dove guardare e so che, se potesse, scomparirebbe all'istante.
La nonna sorride con le lacrime agli occhi, mi prende una mano e mi tira verso di se per dirmi un "Grazie bambina mia" che mi riempie il cuore di gioia.
Poi chiama Claudio e gli dice qualcosa che non riesco a capire.
Lui sorride, annuisce e le stringe la mano.
Gli altri sono ancora sotto shock.
È Yukino la prima ad abbracciarmi e a congratularsi con me.
Quando tutti hanno abbracciato tutti, Claudio mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio "potevi almeno avvisarmi che avevi intenzione di dare l'annuncio".
"Non l'avevo previsto. Mi è venuto così. Scusa..." Lui sorride, per fortuna.

"Bè cosa c'è una festa qui?" Esclama il dottor Valenti entrando improvvisamente nella stanza.
"Più o meno" rispondo io.
"Bene, ora però tutti fuori. La signora Amalia si sta riprendendo alla grande, ma non dobbiamo esagerare. Adesso bisogna lasciarla riposare un po'."
E così salutiamo la nonna e usciamo tutti.
I miei propongono di andare a pranzo insieme.
"No, scusatemi ma io sono piuttosto stanca, preferirei andare a casa a riposarmi un po'."
Così ci salutiamo e ci dirigiamo verso la macchina.
"Alice che c'è, non stai bene?" Mi chiede Claudio preoccupato.
"No no, sto benissimo."
"E allora perchè non sei voluta andare a pranzo con i tuoi?"
"L'ho fatto per te. Ho pensato di avere già messo alla prova abbastanza la tua pazienza per oggi."
Lui scoppia a ridere.
"In effetti."
Mi bacia stringendomi forte, prima di aprimi la portiera della macchina per farmi salire.
"Grazie" sussurra.
"Allora, dove vuoi andare?" Mi chiede accendendo il motore.
"A casa"
"Ma non c'è nulla da mangiare, nessuno ha fatto la spesa."
"Ma io non pensavo a mangiare" gli rispondo maliziosa.
Mi guarda alzando un sopracciglio e parte a tutta velocità.

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora