10. Un muro tra di noi

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Il clima al lavoro non è dei migliori.
Io ed Erika condividiamo lo stesso ufficio ed io non la sopporto.
Lei, che prima era secchiona ma stava al suo posto, ora è insopportabile, sembra la regina dell'Istituto.
Io non ho mai dato conferme ufficiali della mia storia con Claudio.
Solo Lara lo sa per certo, ma credo che sia abbastanza evidente.
Io e Claudio passiamo quasi tutte le notti insieme e i week end, eccetto quando vado dai miei, ormai abbastanza raramente.
Ogni tanto mi chiedo se non stiamo correndo troppo, ma non riesco a stare lontana da lui.
Quello passato senza di lui è come se fosse tempo sprecato.
Le settimane volano ed ormai sono passati due mesi dalla sfuriata della Wally.
Claudio sta rendendo la vita difficile ad Erika, ma per quel che mi riguarda è sempre troppo poco.

Siamo all'inizio di Dicembre, ed io sento già l'atmosfera natalizia.  Claudio odia il Natale, non ho capito bene perché, ma non riesco proprio a coinvolgerlo nei preparativi.
"Tutte le cose più brutte della mia vita, sono successe a ridosso del Natale" mi dice un sabato pomeriggio mentre, in giro per il centro, guardo incantata una vetrina meravigliosamente addobbata.
"Tipo?"
"Non mi va di parlarne"
Questa cosa non è cambiata.
Non riesco a fargli raccontare nulla del suo passato.
"Dai Claudio, io non so niente di te, del tuo passato."
"Sai le cose fondamentali, il resto non ha importanza" mi dice spazientito.
Ed io capisco che è ora di smetterla di fare domande, ma ci rimango un po' male, perché questa sua continua chiusura mi sembra anche una mancanza di fiducia nei miei confronti.
Come se non volesse condividere la sua parte più fragile ed intima.

"Ti ho detto che tra due settimane vado a Milano per un congresso che riguarda la mia ricerca?" Esordisce la sera mentre siamo sul divano a guardare un film.
Io mi irrigidisco.
"Veramente no... e quanto stai via?"
"Da giovedì a sabato sera, o domenica mattina dipende da quanto va per le lunghe"
"E.... vai solo?" Cerco di usare il tono più indifferente possibile.
"No viene Erika con me" mi dice con la stessa naturalezza con cui mi avrebbe detto che andava con Anceschi.
Io non riesco a nascondere il mio sconcerto.
Lui sembra parecchio divertito dalla mia reazione.
Mi alzo dal divano infuriata ed inizio a fare avanti e indietro per casa.
Lui non la smette di ridere e questo mi irrita ancora di più.
Si alza, viene lentamente verso di me, mi blocca contro il muro ed usa una delle sue armi più infallibili.
Un bacio che sarebbe in grado di sciogliere tutto il ghiaccio del polo nord.
"Dai piantala, lo sai che non ho occhi che per te!"
E continua a baciarmi fino a togliermi il fiato.
Ed ovviamente vince.
Di nuovo.

Il tempo vola.
Siamo già arrivati al week end prima della partenza di Claudio.
Avevo dato per scontato che lo avremmo passato insieme ed invece "Alice, questo week end ho bisogno di lavorare"
"Va bene, non ti darò fastidio, te lo prometto"
"No, è meglio se resto da solo, altrimenti non riesco a concentrarmi."
Devo dire che ci rimango abbastanza male, ma non ho la forza di oppormi.
A dire il vero è già da qualche giorno che è strano, come se fosse assente. Stiamo lavorando molto quindi avevo pensato che fosse solo stanco.
Ma ora comincio ad avere qualche dubbio.
Provo a parlarne, a chiedergli se va tutto bene, ma non riesco ad estorcergli niente di più di un "Non ti preoccupare, è tutto a posto".
Ma io mi preoccupo eccome.

Resto a Roma nel fine settimana, nella speranza che cambi idea e mi chieda di uscire.
Cosa che  ovviamente non accade.
Ci scambiamo qualche messaggio di circostanza che mi lascia l'amaro in bocca.
Sembra un'altra persona rispetto al Claudio dolce e presente che stavo iniziando a conoscere.
O forse era solo un'illusione.

Il lunedì mattina, quando ci vediamo, lo abbraccio di slancio. 
Lui risponde al mio abbraccio e sembra davvero felice di vedermi, ma appena provo a chiedergli qualcosa si irrigidisce e si trasforma.
"Cosa sta succedendo Claudio?"
"Niente, ho solo avuto molto da fare"
"Sei diverso, come se avessi messo un muro tra di noi"
"Piantala Alice, va tutto bene, sono solo molto impegnato, puoi sopportare di non essere al centro dell'universo per un po'."
Le sue parole mi fanno male.
"Va bene Claudio, quando ti è passata fammelo sapere" me ne vado sbattendo la porta e senza sapere neanche perché abbiamo litigato.

Da qualche giorno svolgo delle analisi in laboratorio insieme al dottor Cortesi.
Mi vede entrare con l'aria un po' abbattuta.
"Buongiorno Alice, cos' è successo? Non hai per niente una bella faccia"
"Buongiorno Enrico, sto bene grazie.
"Ti ho vista uscire dallo studio di Conforti sbattendo la porta. Tutto bene?
"Tutto bene, grazie. Una semplice divergenza di opinioni "
"Sicura? Sai non ha una gran bella fama con le donne."
Lo guardo con aria interrogativa.
"Be, in fondo tu lo conosci da tempo, lo dovresti sapere che non è proprio un tipo affidabile. Mi dispiacerebbe se ti facesse del male".
Le sue parole mi stupiscono, ma è meglio lasciare cadere l'argomento.
"Va tutto bene. Grazie per l"interessamento, ma ora è meglio se ci mettiamo al lavoro."
Finiamo di lavorare che sono ormai le due del pomeriggio, così andiamo insieme al bar a mangiare qualcosa. Enrico è divertente ed affabile, parlare con lui è sempre molto piacevole e finiamo per dilungarci anche troppo.
Almeno per un po' riesco a staccare la spina dal pensiero di Claudio.
Entriamo in Istituto ancora ridendo e sul portone incrociamo Claudio che sta uscendo.
Ci fulmina con lo sguardo.

Speravo in un suo messaggio, speravo di vederlo almeno stasera, ma niente. Io non saprei proprio cosa dirgli, quindi lascio stare.
Erika è insostenibile, non fa altro che sbattermi  in faccia che lei andrà al congresso con Claudio.
Fuori sta venendo giù il diluvio universale, Enrico mi offre un passaggio per tornare a casa ed io accetto perché altrimenti mi sarei allagata e forse anche un po' per vendetta nei confronti di CC.
Quando scendo dalla sua macchina mi accorgo che dall'altra parte della strada c'è la Mercedes di Claudio. Appena mi vede scendere dalla macchina di Enrico però accende il motore e se ne va sgommando.
Ecco, ho combinato un casino.
Provo a chiamarlo ma non mi risponde.
Lo richiamo almeno dieci volte.
Alla fine mi risponde.
"La pianti di chiamarmi. Se non ti rispondo ci sarà un motivo"
"Claudio dai ascoltami, non è come pensi. Enrico mi ha offerto un passaggio visto che diluvia. Tutto qui"
"Si certo! Comunque sono affari tuoi. Io non ho niente da dirti."
"Ma eri venuto a cercarmi prima?"
"Si ma non ero venuto per parlare. E comunque mi è passata la voglia. Buonanotte"

Sono quasi le 10 di sera, ma io non riesco a darmi pace, così esco e vado a casa di Claudio.
Devo capire cosa gli passa per la testa!
Suono più volte ma non mi apre. Dov'è andato?  Sono sempre più in ansia. Lo aspetto seduta davanti al portone.
Dopo una mezz'ora arriva. Mi guarda storto.
"Che ci fai qui?"
"Avevo bisogno di vederti"
Mi guarda intensamente mentre apre il protone.
"Claudio che succede?" gli chiedo una volta entrata in casa sua.
Continua a fissarmi senza rispondermi.
All'improvviso mi afferra il viso fra le mani e mi bacia con foga, quasi con violenza. Non ho la forza di oppormi. I suoi baci pian piano si addolciscono e lo sento rilassarsi e stringersi a me. È diverso dal solito, è come se stesse cercando di perdersi sulle mie labbra, nel mio abbraccio. Lo lascio fare e finiamo per fare l'amore, senza scambiarci un parola ma con un'intensità straziante.
Mentre sono nel dormiveglia lo sento parlare al telefono in soggiorno.
Non so che ora possa essere.
"Si.... ho capito..... vengo lì? .... mm.... va bene...... allora ci vediamo domani mattina. Grazie Laura."
A questo punto sono completamente sveglia.
Dopo parecchio tempo torna a letto. Fingo di dormire.
Chi diavolo è questa Laura?
Non so cosa fare.
Aspetto che si addormenti.
Ha il sonno agitato.
Quando mi sembra che stia dormendo profondamente, raccolgo le mie cose, pregando che non si svegli, e me ne vado. Non saprei davvero come affrontarlo domani mattina.
Ho bisogno di un po' di tempo per riflettere.

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora