30. Dormiamoci sù

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La pioggia è caduta incessantemente per tutta la notte e continua anche al nostro risveglio.
Ci affacciamo alla finestra.
Il mare sotto di noi è infuriato.
Le onde si infrangono violentemente contro gli scogli e il vento è molto forte.
"Mmm.... temo che il traghetto non partirà questa mattina" dice Claudio pensieroso.
"Quindi dovremo restare qui un giorno in più" dico io felice, come quando da bambina scoprivo di non dovere andare a scuola ma di avere un giorno di vacanza inaspettato.
Claudio chiama la compagnia di navigazione che gli conferma che è previsto mare agitato per tutto il giorno.
"Quindi la nostra partenza è rinviata a domani!"
Esclamo io, esultante.
"Goditi ora la tua felicità, perché, quando torneremo al lavoro, ci sarà talmente tanto da fare che ti passerà la voglia di ridere." Mi dice lui serio.
"Eddai Claudio, ora siamo qui e non possiamo farci niente. Quindi tanto vale goderci questo giorno di vacanza in più."
Lui mi guarda e la sua fronte corrucciata piano piano si distende.  Mi sorride mentre io mi avvicino a lui, lo prendo per mano e lo trascino verso il letto.
"Piove, tira vento, fa freddo....  clima ideale per tornare a letto, no?"
"Non è poi una cattiva idea" mi risponde e improvvisamente mi solleva da terra e mi butta sul letto.
"Io pensavo di dormire, però" gli dico io protestando, per giocare un po', mentre lui è già passato all'attacco.
"Sì, come se non mi conoscessi!" Mi dice lui, svestendomi rapidamente.
"Ma tu non ne hai mai abbastanza?"
"Mai! Ma non sembra che ti dispiaccia poi così tanto" mi risponde baciandomi il collo e le spalle, mentre io ormai sono già in un'altra dimensione.

Nel pomeriggio le nuvole cominciano a diradarsi anche se il mare resta molto agitato.
Così possiamo uscire a prendere un po' d'aria.
"Non possiamo mica restare sempre a letto!" Gli dico mentre uscismo dall'hotel.
Lui mi rivolge uno sguardo pieno di sottintesi.
"Allora ti piace il Giglio?"
"Moltissimo. Ma ho come l'impressione che non sia merito solo di quest'isola" gli rispondo prendendolo sottobraccio.
Lui mi sorride.
Questi giorni sono stati un vero toccasana per me, ma anche per "noi".
Pensare di tornare a casa, come al solito, mi rende un pochino triste.
Ma questa volta sento che io e lui insieme possiamo davvero affrontare qualsiasi cosa, anche la Boschi.
Le acque vanno via via calmandosi e quando ci avviciniamo al tramonto il mare è una tavola che riflette tutti i colori del cielo.
Così rimaniamo incantati a guardare questo spettacolo.
Mi giro verso Claudio che sembra rapito esattamente quanto me.
"Che c'è?"
"Niente. Non credevo che tu fossi uno da mare, tramonti, e altre romanticherie del genere."
"Non lo ero, infatti. È colpa tua!" E sorride.
"Al massimo merito mio!"
Mi guarda intensamente. Si avvicina ancora di più. "È più bello il mondo visto insieme a te."
Io sono sempre un po' stupita quando mi dice queste cose, che non mi sarei mai aspettata di sentire dalla sua bocca. E d'un tratto la paura mi assale con un nodo allo stomaco.
"Che hai?"
"Ho paura. Ho una paura matta che questo incanto finisca."
"Lo so. Anch'io." Guarda il mare, che ormai è del colore scuro delle sera, poi continua. "Ma, come dicevi tu stamattina? Ora non possiamo farci niente. Quindi tanto vale godercelo, no? Il futuro non è nelle nostre mani. E questa è una cosa che non sopporto. Ma è così. E quello che è successo con Cortesi me lo ha dimostrato una volta di più. Quindi tanto vale vivere appieno il presente."
I nostri sguardi si incrociano.
Io mi avvicino di più.
Ho bisogno di uno dei suoi baci.
Di uno di quei baci che annientano le mie capacità intellettive.
E naturalmente lui non mi delude.
Le sue labbra si fondono con le mie mentre lui mi stringe a sé, accarezzandomi lentamente la schiena, con una mano mentre con l'altra gioca con i miei capelli.
È un bacio che sembra non voler finire mai, che mi infonde sicurezza e che fa dileguare tutte le mie paure.

È giunto il momento di tornare a casa. Durante il viaggio di ritorno ce la prendiamo molto comoda, concedendoci qualche sorta intermedia. 
Così arriviamo a casa che è già sera.
Siamo entrambi piuttosto stanchi ma felici.
"Lo sapevo che non dovevo farlo" dice Claudio, dopo avere aperto il pc per controllare le mail "mi ci vorrà una mattina solo per leggerle tutte".
Mi sa tanto che la nostra fuga romantica ci costerà un sabato di lavoro. Ma ne è valsa la pena.
"Dai Claudio, ci pensiamo domani" gli dico io massaggisndogli le spalle.
"Ma sì và mi farò contagiare ancora un po' dalla tua inimitabile capacità di rimandare!" Mi dice con un sorrisetto sarcastico.
"Ah si eh! È questo che pensi di me?"
"Prova a negarlo se hai il coraggio! Fai sempre le cose all'ultimo minuto. Anzi dopo l'ultimo minuto! Sperando che qualcosa o qualcuno ti tiri fuori dai guai!" Mi dice, ridendo.
Anche se sappiamo entrambi che è la verità.
Ma io non lo ammetterò mai nemmeno sotto tortura.
"Non ti ho mai chiesto di farlo!" Rispondo io con finto risentimento.
"Bene! Vorrà dire che la prossima volta te la caverai da sola!"
"Perfetto!" Mi allontano velocemente.
Lui mi segue. Mi incatena con le braccia e inizia a farmi il solletico.
Io rischio di morire soffocata dalle risate incontenibili. 
È così che finisce la nostra mini vacanza, con il solletico e le risate.

Torniamo in Istituto di venerdì.
"A ma allora avete deciso di tornare alla fine!!"
È così che mi accoglie Lara al mio rientro.
"Non è colpa mia se la tempesta ci ha impedito di ripartire prima!"
"Infatti ti vedo dispiaciuta!"
"No per niente!" Le dico ridendo.
"Bene, sei bella riposata! Meglio per te. Perché ora la Boschi te la farà pagare!"
"Guarda non me ne parlare!"
"Ci ha anche preannunciato che arriverà una nuova specializzanda all'ultimo anno. Pare che sia un genio. L'allieva di una sua cara amica."
"Ecco ci mancava pure un'altra raccomandata!"
"Già. 
Dovrebbe arrivare la prossima settimana"
Aggiunge Lara con un sospiro.
"Alice, stavo quasi per dimenticarmi. Martedì o mercoledì è venuto a cercarti un tipo."
"Chi?"
"Non saprei. Un signore, non so quanti anni potesse avere. Sessanta? Settanta? Non so. Difficile dargli un'età. Molto curato, distinto. Capelli brizzolati. Non ricordo altro."
"Non mi viene in mente nessuno che conosco. Ma non ti ha detto come si chiama?"
"No. Mi ha chiesto di una dottoressa di nome Alice."
"E non ha aggiunto nient'altro?"
"No. Ma ha detto che tornerà la prossima settimana. Gli ho chiesto se voleva lasciarmi un recapito così lo avresti richiamato. Ma ha detto che non c'era problema e che sarebbe ripassato lui"
E ora chi è questo?
Dopo quello che mi è successo sono sempre un po' in ansia.
"Ma ti sembrava un tipo losco?"
"No no assolutamente, anzi."
Già, ma questo in fondo che vuol dire.
Se c'è una cosa che ho imparato è che l'apparenza inganna!
Ecco ora la mia serenità è finita.
Vorrei davvero sapere chi è questo tizio.
E soprattutto cosa vuole da me.

Ne parlo con Silvia al telefono.
Ho bisogno di un parere razionale.
E non ho voglia di allertare Claudio.
"Ma dai Alice, stai tranquilla. Se fosse un malintenzionato non ti verrebbe a cercare in Istituto"
"Magari è un parente di quel pazzo di Cortesi"
"Chissà! Può essere. Magari ti vuol chiedere scusa"
"E se invece fosse pazzo come lui, e volesse farmela pagare?"
"Ma no, secondo me stai lavorando troppo di fantasia. Magari riguarda una faccenda di lavoro."
"Non lo so. Però questa cosa mi ha messo una gran ansia."
"Ne hai parlato con Claudio?"
"No. Non mi lascerebbe più vivere, mi rinchiuderebbe in casa!"
"Vabbè, senti, se viene a cercarti al lavoro non corri grossi rischi. Magari, per prudenza, cerca di non rimanere da sola con lui, finché non sai chi è e cosa vuole."
"Grazie Silvia"
"E di ché. Mi raccomando fammi sapere."

Ma io non riesco a togliermi questa cosa dalla testa.
E Claudio naturalmente se ne accorge.
Siamo già a letto, io ho la testa appoggiata sul suo petto, ma non riesco a rilassarmi.
"Che c'è? Sembri preoccupata?"
"No niente"
Lui continua a fissarmi alzando un sopracciglio.
"La Boschi mi ha sommerso di lavoro urgente, ho paura di non riuscire a farcela. Tutto qui."
Non è propriamente una bugia.
Perché davvero quella strega mi ha appioppato un sacco di beghe.
Ma non è questo che mi preoccupa ovviamente.
"Sì vabbè. Quando vorrai parlarne, me lo farai sapere tu. Dimmi solo una cosa. Devo preoccuparmi?" Mi dice lui con l'aria un po' contrariata.
"No. Davvero! Non è niente di importante." Anche stavolta non credo di essere stata molto convincente.
"Va bene. Ora dormiamoci su!"

L'allieva.... quattro anni dopoWhere stories live. Discover now