33. Verso la verità

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Dopo essermi rigirata per un tempo infinito, finalmente devo essermi addormentata. 
Quando mi sveglio, dopo un sonno agitato, Claudio non è di fianco a me.
Sono le tre passate.
Vado in soggiorno e lo trovo addormentato sul divano.
Vederlo così mi rattrista. 
Mi rendo conto che dev'essere molto difficile accettare tutto quello che sta venendo fuori sul suo passato.
E capisco la rabbia che fatica a tenere a bada.
Gli accarezzo la fronte.
Lui si sveglia, apre lentamente gli occhi e istintivamente mi sorride.
Ricambio il suo sorriso.
"Vieni a letto. È molto tardi." Gli sussurro.
Si alza, mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
"Andiamo" mi dice e mi riporta a letto.
Ci scambiamo una serie infinita di baci dolci, a tratti anche voraci, ma nessuno dei due stavolta cerca di andare oltre.
Tenerezza e affetto sono le uniche cose di cui abbiamo bisogno stanotte.
Ma, se per me questa non è una novità, è Claudio che mi sorprende.
Alla fine la stanchezza si impossessa di noi.
Mi addormento accoccolata tra le sue braccia  e quando, poche ore dopo, la sveglia suona, mi sento sfinita, come se non avessi dormito affatto.

Claudio è già sotto la doccia.
Quando esce mi raggiunge in cucina, dove io sto preparando il caffè.
Con il sonno che ho oggi, me ne servirebbe una cisterna.
Mi bacia la fronte.
"Buongiorno"
In lui i segni della stanchezza sono appena percettibili.
E non si trucca nemmeno!
"Buongiorno"
"Allora qual è il piano che avete architettato?"
Mi dice con un tono sarcastico.
"Io non ho architettato proprio niente" rispondo sulla difensiva.
"Scusa. Volevo solo sapere come eri rimasta con...." Non riesce a finire la frase.
"Lui ha proposto un incontro in clinica da tua madre per stasera. Tieni. Questo è il suo numero. Vedi tu."
Mi allontano per andare a vestirmi. Non ho nessuna intenzione di ricominciare questa discussione.
Ma lui mi ferma.
"Aspetta Alice"
Mi guarda dritto negli occhi.
"Vorrei che tu venissi con me."
"Claudio, non so se è il caso. Sono cose molto personali e tua madre...."
"Ti prego. Non posso farcela da solo." Un sospiro "Ho bisogno di te."
Questo lato insicuro di lui mi spiazza.
"Va bene. Come vuoi." rispondo addolcita.
"Grazie." Mi dice con un sorriso incerto.
Gli lascio un bacio sulla guancia e vado in camera a cambiarmi.

In ufficio ci sono già tutti quando io e Claudio arriviamo piuttosto in ritardo.
"Selvaggia, tra poco arriverà Calligaris per parlare del caso di quella ragazza."
"Perfetto" gli risponde lei con un sorriso esagerato.
"Alice, vorrei che ci fossi anche tu. Selvaggia ragguaglia la dottoressa Allevi su tutti i dettagli del caso."
"Certo."
Il sorriso è già svanito dal suo volto.
Non sembra particolarmente felice che ci debba essere pure io.
Lara ci guarda incuriosita.
Selvaggia mi racconta tutti i rilievi che sono stati fatti e i risultati dell'autopsia.
Quando arriva Calligaris io la stangona andiamo nell'ufficio di Claudio.
"Che piacere Alice, c'è proprio bisogno di te in questo caso."
L'ispettore mi sorride, poi continua.
"Questa ragazza è stata trovata morta nel suo letto a soli 15 anni senza un motivo apparente. Il padre tra l'altro è un imprenditore impegnato in politica e piuttosto noto. Quindi dobbiamo essere veloci e discreti."
"Roberto" interviene Claudio "dobbiamo aspettare l'esame tossicologico. Credo che sarà la chiave di svolta. Durante l'autopsia non è emerso nulla che possa giustificarne la morte."
"Intanto noi stiamo parlando con tutti quelli che l'hanno vista nell'ultima settimana."
"La sera prima era uscita?" Chiedo io. Selvaggia mi guarda con disappunto, come se non volesse che mi impicciassi del loro caso.
"A quanto pare no. Pensavi all'assunzione di droga Alice?"
"Bè credo sia la cosa più probabile."
Guardo Claudio che annuisce prima di aggiungere "Se è così l'esame tossicologico ci toglierà ogni dubbio.".
"Bene, allora aspettiamo vostre notizie."
Ci salutiamo ed io e Selvaggia usciamo dallo studio di Claudio.

"Ti va un caffè?" Mi chiede a sorpresa la nuova collega.
Io piuttosto rinuncerei al caffè a vita, ma decido di fare buon viso a cattivo gioco e accetto.
"Alice, tu conosci bene Claudio, cioè volevo dire il dottor Conforti, vero?"
Per poco non mi affogo con il caffè. Non mi aspettavo questa domanda.
"Diciamo che lo conosco da più di 5 anni ormai, perché?"
"Bè, avevo sentito delle voci sul suo conto..."
"Ah sì? Che voci?" Le chiedo fingendo indifferenza.
"Che fosse.... come dire.... piuttosto sensibile al fascino femminile. E devo dire che io non ho mai avuto grossi problemi in questo senso, ma lui proprio non mi vede. E quindi, visto che mi sembra che tu sia quella che lo conosce meglio qui dentro, volevo chiederlo anche a te. Sai se per caso ha una storia con qualcuna? Mi avevano anche detto che non è tipo da relazioni serie. Ma questo per me non sarebbe affatto un problema. Io non sono gelosa!" Ride.
Ma non si rende conto di quanto è inopportuna?
In fondo ci conosciamo da pochi giorni.
Ora... che le rispondo... "tu non sei gelosa ma io si!".... No lasciamo stare.
Ma lui non la vede neanche! Gongolo!
Ma questa che intenzioni ha? Le spacco la faccia!
Intanto i minuti passano e non riesco a tirare fuori una risposta intelligente.
Lei mi guarda insistentemente.
"Alice? Va tutto bene?"
"Sì sì, ecco io...."
"Alice!"
Mi sento chiamare dal fondo del corridoio.
È Claudio che mi salva, come sempre.
"Sì?"
Viene verso di noi.
Gli vado incontro.
"Senti" guarda Selvaggia con aria interrogativa, come se avesse capito che parlavamo di lui.
Lei invece si incanta ad osservarlo.
"Ho un appuntamento a pranzo con Beatrice, poi nel pomeriggio devo andare in Procura. Non credo di ripassare da qui. Ci vediamo in clinica da mia madre alle sei?" Mi dice a voce più bassa.
"Ok"
"Problemi?" Mi chiede facendo un cenno verso Selvaggia.
"No, anche se la nostra nuova collega comincia ad infastidirmi parecchio."
"Davvero? Chissà come mai!"
Ride. Evidentemente lo trova divertente.
"Allora ci vediamo più tardi" mi dice tornando serio.
Annuisco.
Mi stampa un inequivocabile bacio sulle labbra, poi mi guarda intensamente, aggiunge "Grazie" e se ne va.
Non so se ho gli occhi più sgranati io per la sorpresa di questo bacio, dato così di fronte a tutti, o quell'altra, che, a questo punto, si rende perfettamente conto della figuraccia che ha appena fatto.
Ma in realtà non sembra particolarmente a disagio.
Io, se fossi al suo posto, vorrei sprofondare.
"Alice io non sapevo che voi due..."
"Non importa. Ora lo sai." Le dico io gelida. "Ah e, tanto per chiarire, io sono gelosa!"
Mi sorprendo io stessa delle mie parole.
Selvaggia non aggiunge altro.
Mi giro e me ne torno in ufficio.
Lara, che ha assistito alla scena, piuttosto chiara in effetti, mi guarda con uno sguardo dei suoi. Sembra che stia facendo una enorme fatica a non ridere.

Alle 18 in punto sono davanti alla clinica.
Claudio arriva qualche minuto dopo.
"Quindi, quando vuoi, riesci anche ad essere puntuale Allevi?" Mi dice con un sorriso forzato.
Io lo prendo per mano e gli do un bacio sulla guancia.
Claudio mi stringe a se e mi bacia intensamente. Mi guarda malizioso.
"Avrei bisogno di ben altro in questo momento."
"Ma tu pensi sempre al sesso?"
"In realtà mi riferivo all'alcol!" Ribatte ridendo.
"Non so cosa sia peggio!"
Siamo entrambi tesi e scherzare ci aiuta ad allentare la tensione.
"Andiamo" mi dice con un sospiro.
Il sorriso scompare dalle sue labbra.
"Claudio aspetta." Si ferma e mi guarda sorpreso. "Nessuno ti obbliga a questo incontro. Solo tu puoi decidere se per te sia meglio o no sapere come sono andate le cose. E soprattutto puoi prenderti tutto il tempo che vuoi. Loro hanno aspettato 40 anni per dirti la verità, tu hai tutto il diritto di pensarci sù".
Mi guarda pensieroso.
"E a cosa servirebbe aspettare, a questo punto?"
"A calmarti un po' e ad essere più lucido ad esempio."
"No. Basta. Ho bisogno di chiudere questo capitolo. Aspettare ancora sarebbe solo peggio. Andiamo."
E così ci avviamo mano nella mano verso la verità.

L'allieva.... quattro anni dopoWhere stories live. Discover now