14. Vedere le cose in un altro modo

9.7K 157 18
                                    

Il week end appena trascorso è stato molto intenso!
Sono passati solo due giorni, ma quando rientro in Istituto mi sembra passata almeno una settimana.
Claudio è andato in ospedale da sua madre e io sono tornata a casa a cambiarmi prima di venire al lavoro. Quindi, come al solito, sono in ritardo.
Trovo la Boschi alla mia scrivania.... ecco ora mi tocca un'altra lavata di capo.
"Buongiorno Allevi, la puntualità continua a non essere il suo forte vedo".
Lara mi guarda con uno sguardo compassionevole, Erika invece gongola... che stronza.
"Comunque ho visto che ha portato a termine il lavoro che le avevo affidato con ben due giorni di anticipo sulla scadenza e si nota anche un discreto impegno. Sono sorpresa"
"Grazie professoressa".
"Dottoressa Lastella, aspetto la relazione del congresso" dice stranamente asciutta rivolgendosi a Erika prima di uscire.
"A proposito, com'è andato il congresso" le chiede Lara, ignara di toccare un tasto dolente, visto che sicuramente le sue aspettative erano diverse.
"Bene, grazie" risponde lei ma senza nessun entusiasmo.
"E tu, come stai?" Mi chiede Lara.
"Abbastanza bene" le dico accennando ad un sorriso.

In quel momento, Claudio, appena arrivato, si affaccia alla porta della nostra stanza.
"Buongiorno a tutte"
Incrocio il suo sguardo e lui mi sorride.
"Erika, seguimi nel mio studio"

Rimaste sole, io e Lara ci concediamo il nostro caffè mattutino.
"Avete fatto pace a quanto pare. La scorsa settimana neanche vi guardavate. Ora vi sorridete!"
"Già" mi limito a dire io.
Squilla il mio cellulare.
È nonna Amalia.
"Buongiorno nonnina"
"Ciao tesoro. Come stai?"
"Bene nonna" mi allontano per rispondere.
"Senti, avete fatto pace tu e il dottorino?"
Non mi lascia il tempo di rispondere.
"Guarda che lui ti ama, magari ancora non riesce a dirtelo, ma, credi a nonna tua, è così. Ieri sera, quando è venuto a cercarti, era disperato. Quando poi ti ha visto addormentata  sul divano, sembrava che avesse visto la cosa più bella del mondo. Dovevi vedere come ti guardava"
"Forse hai ragione nonna, ma stare con lui è veramente difficile. Perché un giorno è cosi, poi improvvisamente cambia tutto"
"Lo so tesoro, ma tieni duro. Perché vi volete bene, ed è questo che conta"
"Ci proverò nonnina, ora deve tornare al lavoro. Un bacio, ciao."

Torno in ufficio.
Lara mi guarda allibita.
"Che succede?"
"Cosa sia successo non lo so, ma si sentiva Confori urlare fino da qui, prima."
"Con Erika?"
"Già."
"E ora dov'è?"
Erika entra in ufficio con la coda tra le gambe.
Mi arriva un messaggio di Claudio.
"Ti aspetto fuori alle 13.00"
"Per fare cosa?
"Secondo te? Per andare a pranzo ovviamente"
Mi scappa un sorriso. Lui non chiede, Lui ordina!
Ed io ubbidisco...

"Come sta tua madre?" Gli chiedo mentre aspettiamo il pranzo.
"Meglio. Laura è molto ottimista, dice che il decorso è molto buono"
È rilassato e di buon umore.
"Mi ha chiesto di te, sai."
"Ma, le avevi già parlato di me? Ieri sera sembrava che sapesse già chi ero."
"Si, le avevo accennato qualcosa poco prima che stesse male. Se ne hai voglia, torniamo a trovarla insieme quando starà un po' meglio." Mi risponde, prendendolo la mano.
"Sì volentieri"
Il suono del suo cellulare ci interrompe.
"Ciao Sabrina, sei arrivata?..... si sta molto meglio.... va bene....ci vediamo dopo"
"Tua sorella?"
"Sì è appena arrivata. Stasera sto con lei così le racconto un po' di cose. Anche perchè è un secolo che non ci vedidmo"
"Certo, non ti devi giustificare"
"Mi mancherai..." Mi dice con uno sguardo malizioso.
"Anche tu, ma recupereremo. Ed io ne approfitterò per fare l'albero di Natale. Manca una settimana ed io no l'ho ancora fatto. Non è da me."
Lui mi guarda un po' di traverso.
"Te l'ho già detto che odio il Natale?"
"Si, ma perché? Mi hai detto che le cose più brutte della tua vita ti sono successe a Natale. La malattia di tua madre?"
"Si, ma non solo."
"Si Claudio, ma il tempo passa, e le cose cambiano."
"Rimane il fatto che non mi piace. Insomma il Natale mi ha sempre ricordato che non ho niente da festeggiare." Mi dice incupito.

Io non ha nessuna intenzione di farmi contagiare dalla insofferenza di Claudio verso il Natale.
E così passo la serata a decorare casa cercando di entrare nell'atmosfera natalizia.
Mentre metto gli addobbi mi tornano in mente tutti i Natali passati in famiglia a Sacrofano.
E così mi viene da pensare a come deve essere stato difficile per Claudio il periodo delle feste, da ragazzino senza il padre e negli ultimi anni con la madre ricoverata in clinica.
E alla fine capisco quello che mi diceva oggi a pranzo.

Alle undici la mia casa è un'esplosione di decorazioni.
Mi arriva un Whatsapp di Claudio.
"Sei sveglia?"
"Si"
"Allora aprimi"
Accidenti, questo non l'avevo previsto.
Appena entra in casa comincia a guardarsi intorno.
"Vedo che non hai perso tempo. Ci sono più addobbi qui che in un centro commerciale!"
Si aggira per casa con aria di disapprovazione.
"Sei sola?"
"Si, mio fratello e Yukino sono rimasti a Sacrofano"
"Poverini, con il tuo ritorno non hanno più privacy". Mi dice, avvicinandosi con fare malandrino.
Mi guarda intensamente mentre con un dito mi accarezza le labbra. Un brivido mi attraversa la schiena.
"Tutto bene con tua sorella?"
"Mm" Si piega a baciarmi il collo mentre infila una mano sotto la mia maglia.
"Hai visto tua madre?"
"Mm"
"E come sta?"
Mi guarda indispettito.
"Basta parlare Allevi".
E finalmente mi bacia, lasciandomi senza fiato.
Il modo migliore per farmi smettere di parlare.

"Sono contenta che tu sia qui" gli dico più tardi, nel mio letto.
"Mi mancavi troppo" mi riempie di piccoli baci, sorridendo.
È bellissimo, spettinato e rilassato, sembra un ragazzino ed è meraviglioso vederlo sorridere così.

Entriamo in Istituto insieme, sotto gli occhi di tutti, ma non ce ne curiamo.
Stamattina sono felice, serena come non lo ero da tanto.
So che potrebbe durare pochissimo, ma in questo momento non mi interessa.
Erika ci guarda da lontano. Non so cosa sia successo, ma ha preso quell'aria di superiorità insostenibile che aveva negli ultimi giorni.
A metà mattina la Boschi mi convoca nel suo ufficio.
Ecco la mia pace è già finita!
"Dottoressa Allevi, per quanto la cosa non mi piaccia affatto, le comunico che da oggi tornerà a lavorare con il dottor Conforti."
"Ma, come mai ha cambiato idea professoressa?"
"Io non ho cambiato idea e, come le ho detto, questa cosa non mi piace, ma la ricerca del dottor Conforti è troppo importante in questo momento. E se lui ritiene che sia meglio così, io non posto fare diversamente"
Sono stupefatta.

Corro in ufficio da Claudio, che mi accoglie con un sorriso.
"Sei stata dalla Boschi?"
"Si... ma che le hai detto per farle cambiare idea?  Che cosa è successo con Erika?"
"Calmati Alice, siediti" mi dice indicandomi il divanetto di pelle.
Si diede vicino a me.
"Le ho detto solo la verità. Erika è brava, non c'è che dire, affidabile, molto preparata. Ma io non ho bisogno di questo. Per questo ci sono già io. Erika non ha spirito di iniziativa, non riesce a fare quel passo in più che serve a me"
Si ferma un attimo come per trovare le parole giuste.
"Io ho bisogno di qualcuno che mi faccia vedere le cose in un altro modo, con occhi diversi, nel lavoro..... come nella vita. E questo solo tu riesci a farlo."
Sono senza parole, come mi capita spesso da un po' di tempo a questa parte.
Siamo commossi, entrambi.
"E adesso forza a lavorare, abbiamo già perso abbastanza tempo, Allevi!" Mi dice, cercando di di tornare serio e severo.
Ma non ci crede nemmeno lui.

L'allieva.... quattro anni dopoWhere stories live. Discover now