45. Sempre più vicini

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Le settimane volano.
L'estate è ormai alle porte.
La mia vita in Istituto trascorre piuttosto tranquilla e con Claudio sembra andare tutto nel migliore dei modi.
Mi sto quasi abituando ad essere felice, anche se so che questo è pericolosissimo.
È una calda serata di metà giugno.
Io e Claudio abbiamo cenato in un ristorantino molto carino a Trastevere e ora stiamo passeggiando con la luce della luna che illumina il Tevere.
"Beatrice mi ha comunicato la data del matrimonio" mi dice Claudio all'improvviso "è il 29 settembre."
"Mm" mi limito a rispondere.
"Che c'è? Non ti è ancora passata la gelosia nei suoi confronti?"
Lo guardo in silenzio.
"Si sposa, Alice!"
"Come se questo potesse essere un deterrente. Quella non smetterà mai di ronzarti intorno." Claudio ride di gusto.
"Secondo me stai esagerando!"
"Speriamo che sia così!"
Lui fa la sua tipica espressione soddisfatta della mia gelosia nei confronti di ogni donna che gli si avvicini.
Se c'è una cosa alla quale non mi abituerò mai è di avere un fidanzato che tutte si girano a guardare. Insomma come si fa a non essere gelosi?
"Senti, parliamo di cose importanti. Dove vuoi andare in vacanza quest'estate?" Mi chiede, cambiando argomento.
"Ma tu noi vai sempre in vacanza con i tuoi amici?"
"Bè ma quest'anno è diverso."
Mi guarda intensamente accarezzandomi i capelli.
"Possiamo sempre andare insieme a loro." Propongo io.
"Io veramente pensavo ad una vera vacanza io e te da soli, anche perché potrebbe essere la prima e l'ultima." mi dice, alludendo ovviamente alla possibilità che io resti incinta.
Sorrido.
Il pensiero di diventare mamma in realtà mi spaventa più di quanto sia disposta ad ammettere.
"Quindi, tornando alla mia domanda, dove ti piacerebbe andare?"
Così su due piedi non mi viene in mente niente.
"Non lo so Claudio, dammi un po' di tempo per pensarci."
"Sì ma non pensarci troppo. È ora di prenotare. L'estate è praticamente già arrivata!"

Roma è già una fornace rovente.
Si prospetta un'estate torrida e la mia pressione, già bassa di suo, non trova certo giovamento da questo caldo improvviso.
Claudio mi ha già chiamato tre volte ed io non riesco ad alzarmi dal letto.
È lunedì e ieri sera abbismo fatto tardi.
"Guarda che questa è la volta che vieni in metro!"
"No no ti prego. Arrivo!"
Mi alzo dal letto velocemente ma comincio a vedere tutto nero. Così mi risiedo.
"Alice, che hai?"
Claudio corre verso di me preoccupato.
"Niente, è solo la pressione bassa."
Infatti mi stendo un attimo e sto subito meglio.
Mi rialzo con più calma e me ne vado in bagno.
"Dai vieni a fare colazione, siamo in ritardo."
Guardo svogliatamente il tavolo della cucina.
"Che c'è non hai fame?"
"No. In realtà ho un po' di nausea."
"Mmm. Che ne dici di fare un test di gravidanza? A proposito quant'è che non hai il ciclo?"
"Ma no Claudio. È solo che ieri sera mi hai fatto bere troppo."
"Certo. È colpa mia ora. Se non reggi l'alcol evita di bere."
"Dai andiamo, mangerò qualcosa più tardi."

In Istituto è calma piatta.
È da un po' che ci occupiamo praticamente solo di ricerche, scartoffie, analisi di laboratorio. Insomma una noia mortale.
Le giornate sono infinite.
È l'ora di pranzo e sono già andati via tutti quando Claudio si affaccia alla porta.
"Come stai? Passata la nausea?"
Annuisco, sorridendogli.
"Bene. Allora andiamo a mangiare qualcosa."
Lo seguo.
Siamo entrambi piuttosto silenziosi.
Ma se questo è normale per lui, non lo è affatto per me, infatti ad un certo punto Claudio mi fissa e mi chiede: "tutto bene?"
"Sì sì." Rispondo io, poco convincente.
In realtà sto pensando al test di gravidanza che mi ha consigliato di fare stamattina.
Davvero potrei essere incinta, anche perché, da quando ho smesso di prendere la pillola, il mio ciclo non è molto regolare.
Mentre io sono assorta nei miei pensieri, Claudio continua a fissarmi preoccupato.
"Tutto bene, davvero."
"Sì, come no. Andiamo, è ora di tornare al lavoro."
Prima di entrare nel suo ufficio, mi informa che nel tardo pomeriggio deve passare in un paio di uffici e che quindi ci vedremo a casa.

Ne approfitto per preparargli io la cena.
O almeno ci provo.
Sono alle prese con delle vongole, quando lo sento aprire la porta di casa.
"Ma non mi dire? Stai davvero cucinando?"
Mi guarda con un sorrisetto beffardo.
"Sì gli spaghetti alle vongole credo di saperli fare anche io!"
"Mm... siamo sicuri?"
"Ahahah..."
Mi si avvicina, mi appoggia una mano sulla guancia e mi bacia dolcemente.
"Senti, ora lascia stare per un momento le vongole e occupati di questo" mi dice porgendomi un test di gravidanza.
Io sgrano gli occhi.
"Claudio, non...."
Ma non mi lascia finire.
"Niente storie, fai il test!"
E quando CC ordina, non si può che ubbidire.
Così faccio il test.
In quei due minuti di attesa rimaniamo in silenzio. Lui mi prende la mano e me la stringe forte. Io ho il cuore che batte all'impazzata.
La speranza e la paura di questa nuova avventura combattono dentro di me.
E credo anche dentro di lui.
Ma il risultato non ammette dubbi.... il test è... positivo!
Ci guardiamo in silenzio, con gli occhi lucidi, incapaci di dire una parola, finché lui mi prende fra le braccia e mi stringe forte.
Allora le lacrime cominciano a scendere.

A questo punto è Claudio che finisce di preparare la cena.
Per quel che mi riguarda, sono talmente scombussolata che potrei benissimo saltarela.
Ma lui insiste che dobbiamo mangiare.
L'atmosfera tra noi è strana.
Nessuno dei due ha voglia di parlare.
Ci guardiamo scambiandoci sorrisi. Come se cercassimo l'uno nell'altra le conferme alle nostre incertezze ma anche alle nostra gioia.
Sdraiati nel letto, fianco a fianco, finalmente trovo il coraggio di dirlo.
"Claudio, ho paura."
Lui si gira a guardarmi, sorride e mi accarezza i capelli.
"Benvenuta nel club!"
Mi giro verso di lui e mi accoccolo sul suo petto.
"Ma sei felice?" Mi chiede, con un filo di voce, come se temesse la mia risposta.
"Moltissimo, e..... tu?"
Mi guarda dritto negli occhi, serio, e per un istante sono io ad aver paura della sua di risposta.
"Moltissimo." Sospira "Sai avevo paura di questo momento. Temevo che tutte le mie insicurezze non mi avrebbero permesso di essere felice. Invece prima, mentre aspettavamo il risultato del test, mi sono ritrovato a pregare che fosse positivo. Ho paura, questo non posso negarlo, ma sono felice, molto felice."
Mi stringo a lui, sento il suo cuore battere forte. Lui mi accarezza la schiena per un tempo infinito.
"Sei molto tesa Alice. Dovresti rilassarti... sai non fa bene al bambino." mi dice ad un tratto, guardandomi con un sorriso furbetto che mi fa subito capire dove vuole arrivare.
Le sue mani continuando ad accarezzarmi sempre più audaci.
Con un solo movimento me lo ritrovo sopra di me e mi bacia con foga.
E così, un bacio dopo l'altro, una carezza dopo l'altra, non esiste più niente. Le nostre paure svaniscono. E ci siamo noi, solo noi, sempre più vicini.

La prima cosa che faccio la mattina dopo è chiamare la mia ginecologa per supplicarla di vedermi il prima possibile.
E così all'ora di pranzo io e Claudio andiamo nel suo studio.
"Francesca?" Esordisce Claudio appena la vede.
"Claudio! Quanto tempo!"
E mentre li guardo abbracciarsi e baciarsi mi chiedo se esiste un essere umano di sesso femminile che abbia frequentato medicina e che non conosca Claudio.
"Ma voi due vi conoscete?"
"Sì, abbiamo frequentato medicina insieme." Mi risponde lui.
"Già. Ma tu non stavi con quella spilungona. Come si chiamava?"
"Beatrice." Rispondo io con tono vagamente acido.
"È passato un sacco di tempo." Dice lui guardandomi con un sopracciglio alzato.
Io mi chiarisco la voce un po' infastidita.
"Già. Scusa Alice.... È che fa sempre piacere rivedere un vecchio compagno di sventure" si giustifica la mia dottoressa "allora sei incinta? E tu sei il padre?" Chiede rivolgendosi a Claudio.
"Così pare!" dice lui facendomi l'occhiolino.
Mentre Francesca é impegnata a guardare il monitor del pc, io gli rispondo mimando con le labbra una sola parola "S.T.R.O.N.Z.O."
Lui sorride, teso, almeno quanto me.
"Bene, allora diamo un'occhiata. Venite."

Mentre la dottoressa mi fa l'ecografia, guardiamo entrambi il monitor, tenendoci per mano.
"Eccolo qui" entrambi sussultiamo "Allora, senza un dosaggio bhcg, e considerato il tuo ciclo irregolare, è difficile datare esattamente la gravidanza, ma direi che da quello che vedo qui sei già oltre la sesta settimana." Io e Claudio ci guardiamo con le lacrime agli occhi, felici.
Ma ecco, subito la preoccupazione ha la meglio. "Ma, sta bene?" Chiedo io con la voce tremante.
"Per quello che posso vedere, sta benissimo. Ed ora, vi faccio sentire il battito."
Ecco. Sicuramente sono strana io. Ma questa cosa, che tutti dicono essere una delle emozioni più forti della vita, mi lascia sicuramente stupita ma anche un po' indifferente.
Sarà che è successo tutto molto in fretta e ancora non mi rendo conto di quello che sta accadendo.
Sarà che ho mille dubbi e paure che mi agitano.
Ma questo suono ritmico, che sento attraverso il monitor, non riesco a collegarlo ad una nuova vita che sta crescendo dentro di me.
Lo sento estraneo e questo mi fa sentire in colpa. Cominciamo bene!
"Allora Alice, ti prescrivo un po' di esami da fare e ci vediamo tra un mese."
"Forse sarebbe il caso che facessi qualche accertamento per capire la causa di dell'aborto che ho avuto qualche mese fa?"
Questo in realtà è quello che continua a rimnombarmi in testa.
Lei mi sorride dolcemente.
"No Alice, nessun accertamento. Il 30% circa delle prime gravidanze finisce con un aborto entro il terzo mese. È nell'ordine naturale delle cose. Lo so che hai paura adesso. Ed io non posso rassicurarti dicendoti che non ricapiterà. Perchè purtroppo potrebbe ricapitare. E né tu né io possiamo impedirlo. Non ci devi pensare. So che è difficile, ma devi cercare di vivere la tua vita serenamente, senza farti problemi inutili."
Facile a dirsi, le vorrei dire.
So che ha ragione, ma so anche che, per come sono fatta io, è assolutamente impossibile non pensarci.
Io e Claudio usciamo dallo studio, mano nella mano, con una cartellina che contiene le prima foto di nostro figlio e l'inizio di una nuova avventura. Con mille dubbi e paure, ma sorridenti e felici, consapevoli che sarà l'avventura più impegnativa ed importante della nostra vita.

L'allieva.... quattro anni dopoWhere stories live. Discover now