27. Scappare

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Uffa. Io odio i congressi.
E Claudio invece non se ne perde uno. E figuriamoci se la Boschi mi permette di andare insieme lui!
"Per farla breve, domani mattina Claudio parte e torna solo domenica mattina" dico a Silvia in pausa pranzo.
"Ma dai domani è venerdì, fai tutta questa tragedia per due giorni?"
"Lo sai benissimo cosa succede ai congressi! Sei stata tu la prima la dirmelo!"
"No dai Alice, è troppo cotto stavolta!"
"Sì, sì, il lupo perde il pelo ma non il vizio"
"Piantala dai! Ne approfitteremo per uscire insieme come ai vecchi tempi!"
"No, guarda, penso che mi riposerò. È qualche giorno che ho una gran stanchezza addosso"
"Ma sempre per via dell'aggressione?"
"Ma no, è passato più di un mese ormai. Forse non dormo abbastanza"
"E ti credo con quel pazzo di..... che ti ritrovi!"
"Eddai Silvia!"

A cena sono più silenziosa del solito.
"Che hai? Stai bene? In questi giorni mi sembri un po' sottotono."
"Sto bene. Ma.... non mi piacciono i congressi. Soprattutto quali ai quali non posso partecipare!"
Ride!
"Guarda che sarà noiosissimo!"
"Sì certo, noiosissimo e pieno di belle ragazze!"
"Piantala. Lo sai che vedo solo te!" Mi dice, si alza e mi bacia il collo sollevandomi i capelli.
"Sei un gran paraculo, ecco quello che sei".
"Sì forse. Ma ora ti voglio salutare a modo mio!"
Continua a baciarmi il collo poi mi gira verso di lui e mi bacia le labbra, le guance. Mi fa impazzire. Al congresso ci penserò domani.
"Tu che farai questo fine settimana?" Mi chiede più tardi mentre sono accoccolata sul suo petto.
"Andrò a Sacrofano."
"Bene, salutami nonna Amalia."

Venerdì al lavoro, senza Claudio, è una giornata infinita. Sembra che il tempo non voglia passare. Io sono di pessimo umore.
Alle 18 ho il treno che mi porta a Sacrofano. Mio padre mi viene a prendere alla stazione.
Marco e Yukino hanno degli impegni a Roma, quindi non ci sono.

Finalmente riesco ad andare a letto presto e a dormire dodici ore di fila. E nonostante questo, quando mi alzo, alle undici, sono ancora stanca.
E, tanto per completare il quadretto di questo splendido fine settimana, ci mancava giusto il ciclo. Ecco perché sono così scorbutica!
Claudio mi ha mandato vari messaggi, molto carini, quindi non posso proprio lamentarmi.

Comincio un po' a preoccuparmi però, perché questo mese il ciclo è molto strano. Sembra più un'emorragia e dopo pranzo la situazione precipita. Così decido di andare in ospedale.
La ginecologa mi visita, mi fa un'ecografia e degli esami del sangue e, nell'attesa dell'esito degli esami, mi prescrive una flebo per recuperare un po' di liquidi.
Dopo un paio d'ore torna da me.
"Alice, tu sapevi di essere incinta?"
Io rimango di sasso.
"C...cosa? No..."
"Si Alice, hai appena avuto un aborto spontaneo"
"Ma, com'è possibile, io prendo la pillola. E poi non ho avuto un ritardo. Sì, forse un paio di giorni..."
Ma mentre lo dico, mi rendo conto di non avere la certezza di aver preso nei tempi giusti la pillola nei giorni subito dopo l'aggressione e di essere stata bombardata di antibiotici nei dieci giorni successivi.
"Eri incinta di appena 4 settimane. Per questo non te ne sei accorta. Comunque ora é tutto a posto. Il tuo utero é pulito e puoi tornare a casa. Un paio di giorni di riposo e sarai come nuova"
La fa facile lei.
Questa notizia mi ha scatenato dentro un turbinio di emozioni che non riesco nemmeno a focalizzare nella mia mente.
Non mi va di parlarne ai miei, così dico loro che  va tutto bene, che mi ero preoccupata per niente e che devo solo riposare.

Sono stesa nel mio letto, incapace di dormire.
Un bambino.
C'era un bambino mio e di Claudio fino a qualche ora fa.
E io non ne sapevo niente.
Mamma. Avrei potuto essere mamma. Adesso. Tra pochi mesi.
E Claudio? Come avrei fatto a dirglielo. Lui non lo avrebbe voluto questo bambino. Sicuramente non lo avrebbe voluto ora.
E io? Sono tanto sicura dei miei principi quando si tratta degli altri. Ma io lo avrei voluto un figlio ora? Visto che prendo la pillola, la risposta è piuttosto ovvia.
Ma, adesso, sapere che c'è stato e che non c'è più, mi riempie di tristezza.
Come se avessi perso un'occasione che potrebbe anche non ripresentarsi.
Ma come ho fatto a non pensarci. Sicuramente non ho preso la pillola al solito orario per un giorno, forse anche due o tre. E poi tutti gli antibiotici che mi hanno dato.
Che stupida.
Non posso dirlo a Claudio.
Si arrabbierebbe da morire e non avrebbe più la minima fiducia in me.
Ma sapere che quel bambino c'è stato, anche se solo per poche settimane, ora cambia tutto.
Anche se non ho ben capito come.
E mentre la mia mente vaga da un pensiero all'altro, mi chiama Claudio.
Mi ha già chiamata un paio di volte quando ero in ospedale e non ho risposto.
Non posso non rispondere nemmeno ora.
"Ciao!"
"Ehi, come mai non mi hai risposto oggi?"
"Avevo lasciato il telefono in camera, poi ho pensato che fossi al congresso, così ho preferito aspettare stasera. Ti avrei chiamato tra poco". Mento.
"Mmm. Ma stai bene?"
"Sì perché?"
"Hai una voce strana. Che hai fatto oggi?"
"Niente di particolare. Mi sono riposata molto in questo giorni".
Non posso parlargliene ora al telefono.
"Che vuoi dire, che io ti faccio stancare troppo?"
"No no anzi..." rispondo. Mi rendo conto di avere un tono che stride con la mia finta allegria.
"Mi manchi...." Mi dice lui a sorpresa.
"Anche tu mi manchi".
"Senti, vuoi dirmi cos'hai prima che mi innervosisca?
"Non ho niente, davvero!"
Non riesco mai a nascondergli niente! Nemmeno al telefono!
"Domani a che ora torni?"
"Domani mattina c'è l'ultima relazione. Poi rientro. Dovrei essere a casa nel primo pomeriggio. Se vuoi passo a prenderti a Sacrofano."
"No, non ti preoccupare. Ci vediamo a casa"
"Va bene. Allora buonanotte."
"Buonanotte"

La notte passa agitata, tra un pensiero e l'altro, con il risultato che il mattino dopo sono uno straccio.
Le occhiaie mi arrivano al mento e sono pallida come un cadavere.
Devo dirlo a Claudio.
Ha il diritto di saperlo.
Ma come faccio.
La prenderebbe sicuramente malissimo.
Vorrei che il pomeriggio non arrivasse mai.
Quando arrivo a casa lui non c'è ancora per fortuna.
Sono agitata.
So che devo parlargli, ma in realtà non so come dirglielo.
E se non glielo dicessi.
In fondo non lo scoprirebbe mai.
Ma non ero io la paladina della verità ad ogni costo?
È sempre più facile quando riguarda gli altri.
Ecco, sta per entrare.
Ho sentito la serratura aprirsi.
Vorrei scomparire.
Come mi vede, getta la valigia in un angolo e mi corre incontro.
Si butta sulle mie labbra.
Poi si ferma all'improvviso.
Mi guarda negli occhi, serio.
"Allora, vuoi spiegarmi che succede?"
"Niente Claudio, perché?"
Ma non riesco a sostenere il suo sguardo.
"Piantala Alice, non eri tu a baciarmi. Mi sembrava che ci fosse un'estrnea tra le mie braccia. Quindi aspetto una risposta."
Io non riesco a parlare.
"Che c'è, quel coglione di Malcomss è tornato e tu non sai più cosa vuoi?"
"Cosa? Ma che stai dicendo? Ma è possibile che tu debba sempre tirar fuori questa storia, che ormai è morta e sepolta! Ma non pensi che io possa avere altri pensieri per la testa?"
"Infatti, ti sto chiedendo quali sono questi pensieri, ma tu non parli. Quindi faccio delle ipotesi."
Stiamo urlando entrambi.
"Ero incinta, va bene? Ecco ora lo sai!" E detto questo esco correndo dal portone, prima di poter vedere la sua reazione.
Corro fuori, in lacrime.
Ma questo lui non lo sa.
Non so nemmeno dove andare, in realtà.
Ma una cosa è certa.
Lui non mi segue.
Cammino per un po'. 
Comincia a fare freschino ed io non mi sono portata nemmeno una giacca. Non ho le chiavi del mio vecchio appartamento. Sono a casa, dove per ora non ho intenzione di tornare.
Non so nemmeno perché sono scappata così. 
Per non affrontare la sua reazione? Per paura di quello che mi avrebbe potuto dire?
Sono una vigliacca, ecco. 
Quando c'è un problema come al solito scelgo la via più facile. 
Scappare.
Dopo un'oretta che vago senza meta, decido di tornare verso casa.
Ho freddo e sono stanca.
Mi siedo sui gradini del pianerottolo ad aspettare di avere il coraggio di affrontare Claudio che, a questo punto, sarà furioso.
E chi non lo sarebbe?
Io lo sarei eccome.

L'allieva.... quattro anni dopoWhere stories live. Discover now