❀ 1 ❀

2.8K 195 30
                                    

primo capitolo corretto

faceva rigirare la matita tra le proprie dita

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

faceva rigirare la matita tra le proprie dita. lo faceva in modo sciolto, come era solito a fare, quando era sovrappensiero. l'oggetto perdeva improvvisamente l'idea di avere massa e volume in quel movimento veloce e per qualche secondo si poteva immaginare fosse composto d'acqua per la fluidità con cui scivolava tra le falangi del ragazzo. lo faceva quando era incerto sul cosa avrebbe mai potuto rappresentare sul proprio sketch book, che era pigramente appoggiato sulle proprie gambe, in un equilibrio poco stabile, e la pagina lasciata aperta ancora tristemente vuota. ma anche se la vista poteva turbare nel vederlo così sul bordo, allo stesso tempo non si poteva pensare che non ci fosse posto più comodo in cui tenerlo.

la vista di quel ragazzo era davvero capace di catturare lo sguardo di chiunque. se solo qualcuno l'avesse davvero mai visto. era affascinante da guardare, con gli occhi scuri persi nel vuoto e nel profondo dei propri pensieri, che andavano oltre alla realtà che aveva davanti. non sembrava vivere nella stessa vita degli altri, completamente fuori dagli schemi della normalità. i capelli grigi gli ricadevano sulla fronte, il suo sguardo sempre altrove, le cuffiette infilate nelle orecchie che lasciavano sentire una debole melodia di pianoforte. sembrava sul punto di pensare a posti e luoghi di cui gli altri non erano minimamente capaci nemmeno di immaginare.

se ne rimaneva in silenzio per tempi lunghissimi, rinchiuso in un piccolo mondo che si trovava all'interno della sua testa, e continuava a guardare senza sosta davanti a sé.

ma anche se, dopo questa descrizione, possa a voi egli sembrare chissà quanto poetico e affascinante una persona del genere, con tali particolari a ricoprirlo, nessuno sembrava averlo mai notato. sempre seduto al solito posto nel cortile, conduceva un'esistenza che sembrava condannata alla solitudine. come se fosse in attesa, seduto in silenzio per ore. aspettava, neanche lui sapeva cosa, lo faceva e basta.

lo aspettava lì, seduto, aspettava che qualcosa arrivasse. non aveva nemmeno deciso cosa doveva arrivare. non aveva deciso se quella cosa fosse effettivamente una cosa, o magari era in attesa dell'arrivo di qualcuno. aspettava in silenzio, da solo, e intanto tornava a pensare, guardando altrove e rigirandosi la solita matita tra le dita.

« uhm, scusami? » la voce arrivò appena al ragazzo dalla capigliatura grigia, che colui che aveva parlato dovette ripeterlo una seconda volta per superare il muro imposto dalle cuffiette. a quel punto, il ragazzo voltò finalmente il capo verso sinistra.

di fronte a sé si ritrovo la figura di un altro ragazzo. lo conosceva, ma solo di nome. lo conoscevano un po' tutti, a dire la verità. jung hoseok. si poteva dire che era abbastanza conosciuto: simpatico, sociale, era come se il sole avesse avuto un paio di gambe e un paio di braccia ed avesse deciso di farsi un giro sulla terra sotto forma di ragazzo di vent'anni. yoongi si sorprese di ritrovarselo davanti. uno come lui non avrebbe mai di certo parlato come uno come hoseok. eppure le cose sembravano dire il contrario.

come ci era arrivato uno dei ragazzi più popolari della scuola di fronte a lui?

portò velocemente le proprie mani verso le cuffiette, sfilandole dalle orecchie e sporgendosi leggermente verso l'altro ragazzo. « ehm, sì? » disse confuso a sua volta, sperando di non sembrare patetico agli occhi di un ragazzo come hoseok, cercando ancora di capire la situazione in cui si trovava, ma ogni cosa sembrava fuori posto. cercò di capire se si trovasse in un posto sbagliato, o se intorno a lui fosse successo qualcosa di grave e che lui ne fosse la colpa - anche se non aveva fatto altro che stare seduto, ma credetemi, era successo che anche in quel modo fossero stati capaci di addossargli la colpa di qualcosa.

in realtà non pensava affatto che hoseok fosse una di quelle persone che si prendono gioco di chi è più "particolare" o debole, anche se lo pensava con fermezza del suo gruppo di amici popolari con cui lo si vedeva in costante presenza in giro. si diede una seconda veloce occhiata intorno, ma non gli sembrava di vederli lì vicino.

il ragazzo di fronte a lui gli sorrise, mettendo così in risalto le sue tenere guance paffute. « incredibile, parli anche. » esclamò con ironia, piegando leggermente la testa di lato, un gesto che una parte in profondità di yoongi trovò segretamente tenero.

quest'ultimo alzò un sopracciglio, confuso dall'affermazione del ragazzo. « "parli anche"? » ripeté le sue parole con un tono piatto e leggermente confuso, come se hoseok avesse parlato in un'altra lingua « cosa intendi dire? » ripeté, non distogliendo lo sguardo dal ragazzo dai capelli rossicci.

egli si strinse nelle spalle, alzando gli occhi nella direzione del cielo azzurro di quel pomeriggio, completamente sgombro dalle nuvole e che li osservava dall'alto. « bé, ti ho sempre visto qui da solo, seduto in silenzio, ed ho quasi pensato che forse non avevi una voce. » probabilmente doveva essere una frase nata con l'essere una battuta, ma yoongi non la comprese uguale e nessuno dei due rise nemmeno un po'.

anche se, in un certo senso, il modo in cui lo disse fece partire un'idea di risata dentro il maggiore. chi poteva pensare una cosa del genere? « ah sì? » disse soltanto, con il suo solito tono serio e piatto « invece ne ho una. ma sono sempre solo comunque. » hoseok fece un'espressione insolitamente seria, che stonava in modo chiaro con lui. non era quasi credibile sul suo volto. yoongi pensò di aver detto qualcosa di sbagliato. « che c'è? » domandò, sorpreso dalla reazione dell'altro.

« ne parli come se fosse una cosa di cui vantarsi » rispose con una gelante freddezza hoseok, guardandolo negli occhi. ma anche se yoongi poteva come essere un re di sguardi ghiacciati, quello del ragazzo non riuscì a sostenerlo, e portò immediatamente via gli occhi.

lo spostò sui campi sportivi in cui i ragazzi si rincorrevano per seguire un pallone da calcio. « bé, ormai ci ho fatto l'abitudine. » rispose soltanto « probabilmente per te è diverso. sei pieno di amici che ti fanno divertire e hai l'agenda piena di feste ed impegni. non hai nemmeno l'idea di cosa possa essere la solitudine. » il suo tono si faceva sempre più turbato, quasi si stesse richiudendo sempre più sé stesso. desiderò improvvisamente di fuggire via lontano. non gli piaceva più di molto parlare.

a quel punto il ragazzo dai capelli rossi si mise seduto affianco all'altro, e yoongi continuava a chiedersi come ci fosse finito jung hoseok di fronte a lui. « già, ma penso che la cosa valga anche per te. Insomma, non credo che ci sia uno zero sulla tua pelle, no? » rispose con un angolo delle labbra alzato, riferendosi al contatore che ogni persona aveva sulla propria pelle.

yoongi abbassò immediatamente lo sguardo, deglutendo riluttante. non credeva ci fosse uno zero, eh? doveva essere normale. quasi nessuno doveva immaginarlo. era tristemente impossibile che una persona non avesse passato nemmeno un giorno felice, a meno che non si trattasse di bambini, ma quello era giustificato. pensava di star per fare un gesto troppo istintivo, ma posò comunque la matita sul blocco da disegno per sollevare leggermente il polso della propria felpa nera, fino a mostrare all'altro lo zero a cui tanto non credeva.

- ❀ -

volevo chiarire un paio di cose prima di iniziare questa fan fiction.
( e addio anche al mio " nO nOn fArò

mAi dElLe Ff SuI bI tI EsSe " )

***

vorrei solo dire che le mie "ship" in questo gruppo non sono cose che prendo sul serio, davvero, e sarebbe carino che nessuno prendesse davvero sul serio queste cose. sono sempre persone reali.

ho scritto questa storia solo perché era una mia vecchia fan fiction qui su wattpad e mi andava di sistemarla, ed ho pensato di adattarla alla yoonseok, nulla di più.

non intendo in alcun modo imporre al mondo che quei due poveri cristi stanno insieme o chissà altro.

happy days ✓Where stories live. Discover now