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«I-io... sto morendo, Yoongi.»

Il corvino fissò negli occhi il ragazzo di fronte a sé, con un'espressione indecifrabile. Hoseok non avrebbe saputo descrivere cosa il suo sguardo sembrasse esprimergli. Yoongi alzò di nuovo una mano, fino a portarla alla fronte del rosso, per poi scostargli i capelli e poggiarla piano sulla sua pelle chiara. Fece un profondo sospiro. «Hai la febbre alta.» disse con tono piatto, svuotato di qualsiasi emozione, «Raccogli lo zaino, ti accompagno a casa.»

Hoseok batté le palpebre un paio di volte, senza distogliere lo sguardo dall'altro e confuso. Sentiva una strana sensazione di incomprensione nei confronti dell'altro. «H-hai sentito quello che ho detto?» chiese con la voce spezzata, fissandolo disperato. Come poteva Yoongi parlargli in quel modo come se non avesse appena detto che stava morendo. Il mondo gli stava cadendo addosso è Yoongi faceva finta di niente.

Il corvino annuì. «Sì, ti ho sentito benissimo.» rispose, il tono duro come quello di un genitore che non vuole discutere oltre con il proprio figlio, e si abbassò di nuovo per prendere lo zaino del rosso. Gli diede di nuovo le spalle. «Ma non puoi rimanere a scuola in queste condizioni. Non ti reggi in piedi.»

Hoseok abbassò lo sguardo in completo silenzio. Stava cominciando a sentirsi un peso anche per Yoongi, mentre lo sentiva parlare in quel modo, e gli diceva che doveva riportarlo nel posto da cui tanto voleva fuggire. I suoi occhi cominciarono a bruciargli una seconda volta, minacciando di nuovo di rigare le sue guance di lacrime. «Ti prego... A casa no...» supplicò soltanto, a bassa voce, così bassa che nessun altro sarebbe stato capace di sentirlo.

Yoongi ci riuscì lo stesso. Sospirò, e si sistemó meglio lo zaino sulla spalla. Poi si voltò verso Hoseok, e dopo un tempo che per quest'ultimo sembrava infinito, tornò a guardarlo negli occhi. «Va tutto bene, Hoseok.» gli disse piano a sua volta, poggiando le mani fredde sul viso dell'altro. «Si risolverà tutto. Ti porto a casa, ora. Va tutto bene.» ripeté ancora, e il rosso si sentiva sul punto di sciogliersi sotto quel tocco delicato. Così freddo che sembrava bruciargli e lasciargli il segno sulla propria pelle. Annuì, fidandosi della voce di Yoongi che ormai era il suo suono preferito.

«Andiamo a casa.» rispose Hoseok, facendo sorridere anche l'altro.

(...)

Il corvino lo aiutò a sdraiarsi nel proprio letto. Lo aveva portato nel suo piccolo appartamento, pensando fosse meglio che riportarlo nella sua stanza una volta letto negli occhi di Hoseok quanta tristezza gli procurasse l'idea.

Sistemó i suoi cuscini finché non fu sicuro che fossero di gradimento per l'altro, e lo coprí fino a praticamente il mento. Hoseok ridacchiò leggermente. «Sembri mia madre.» disse, con le guance ormai di un rosso vivo e gli occhi un po' piegati in un'espressione di sonno.

Yoongi gli lanciò un'occhiataccia, riprendendo a sistemare la coperta «Sono solo preoccupato per te.» rispose, arricciando le labbra ritrovandosi a pochi centimetri dal volto di Hoseok. Si tirò quasi subito indietro, con la scusa di andare a preparare qualcosa di freddo da mettere sulla sua fronte.

Quando tornò, premette con delicatezza sulla pelle dell'altro, come se Hoseok avesse potuto scomporsi sotto il suo tocco come un castello di sabbia fatto a pezzi dal mare. Non lo guardava negli occhi, guardava ovunque meno che lì. Il rosso invece lo cercava, quello sguardo, in continuazione.

«Prendi questa, la temperatura è alta.» ancora una volta, la voce priva di tono di Yoongi si rivolse a lui in quel modo spento, mentre gli passava una confezione di medicinali e un bicchiere d'acqua subito dopo aver esaminato il termometro.

Restarono in silenzio per un po', ma quando Hoseok non ne poté più di quella distanza e di quel vuoto, fu subito silenziato da Yoongi che gli diceva di non sforzarsi. Lo costrinse praticamente a dormire, mentre lui si si sistemava seduto su una sedia dall'altra parte della stanza con un quaderno in mano.

Il rosso si mordicchiò il labbro inferiore, turbato dal comportamento dell'altro. Non gli piaceva quella sensazione, era come se Yoongi lo stesse completamente ignorando. Ora che ne aveva più bisogno che mai. Prima di accorgersene, si addormentò profondamente tra i cuscini che profumavano di Yoongi, appesantito dall'influenza e da tutte le preoccupazioni che non lo facevano stare bene e gli rendevano il petto pesante.

Li riaprì soltanto diverse ore più tardi. Le palpebre ancora pesanti di sonno, e che minacciavano di rinchiudersi. Dominato da una sensazione di non aver riposato abbastanza, alzò di poco la testa per cercare la figura dell'altro ragazzo nella stanza.

Pensando di ritrovarlo al proprio posto, nell'angolo opposto, sentí il cuore in gola quando lo vide addormentato anche lui di fianco al letto, seduto sulla sedia e ripiegato in avanti, con una mano stretta alla sua. Rimase a guardarlo per un po', provando una sensazione calda e dolce dentro il proprio petto, che lo faceva stare bene come mai era successo con qualcuno.

Si mosse piano per non svegliare l'altro ragazzo, e si mise seduto sul letto. Si toccò la fronte e pensò che la temperatura doveva essersi abbassata. Allungò una mano, fino a toccare i capelli di Yoongi e lasciando che alcune ciocche morbide si infilassero tra le falangi. Accanto a lui, un quaderno.

Hoseok piegò la testa di lato, riconoscendo lo stesso quaderno che una volta l'amico aveva dimenticato nella sua stanza d'ospedale durante una delle sue visite. Era improvvisamente sparito il giorno successivo, ma adesso capí che doveva essere stato Yoongi stesso a riprenderselo. Fece un mezzo sorriso, era curioso di sapere cosa fosse.

Lo aveva visto spesso con l'altro, un quadernino rilegato in nero, molto grazioso e in perfetto stile dell'altro. Ma nonostante Yoongi - con un po' di tempo - aveva cominciato a parlargli dei suoi interessi ed a mostrargli le sue opere, non aveva mai accennato a quel quaderno che portava con sé e su cui lo vedeva scrivere con velocità da solo.

Facendo attenzione a non svegliare Yoongi, che ci dormiva quasi sopra, come se lo stesse tenendo alla larga da altre persone, lo raccolse e lo aprì con lentezza.

" jung hoseok,
o forse dovrei imparare a chiamarti solo hoseok. o "hobi", come mi ripeti spesso.
forse dovrei ricominciare, ..."

Il suo cuore fece un salto. Aveva l'aria di una lettera, e più leggeva più ne aveva la certezza. Una lettera indirizzata a lui, più che altro. Nel momento in cui ne fu convinto, capí anche il motivo per cui Yoongi non aveva mai accennato a quel quaderno, e per un secondo pensò di doverlo rimettere al proprio posto. Quasi immediatamente, però, pensò che erano lettere scritte per lui, e che per un piccolo pezzo era anche giusto che le leggesse. In ogni caso, non fu capace a fermarsi dal leggere.

Sfogliò ancora, curioso e allo stesso tempo avido di sapere.

" caro hoseok,
vorrei esser capace di fare tutto, quando sono con te ho la sensazione di poterne essere davvero in grado, ma non posso evitare di pensare che jimin sia tutto meno che la persona giusta. ..."

Riconobbe i fatti descritti, deglutendo. Non erano di molto tempo fa, non dovevano essercene molte. Sfogliò ancora, mordendosi il labbro inferiore, temendo e allo stesso tempo sperando con tutto il proprio cuore quello che stava per leggere.

" ...mi sono innamorato di te, hoseok, fino alla parte più profonda di me. qualsiasi mia componente ti appartiene, e niente potrebbe farmi pensare di essermi sbagliato sui miei sentimenti. ti amo, in un modo che pensavo non potesse capitarmi, ..."

Chiuse gli occhi, mentre le mani gli tremavano e non reggevano il peso del quaderno, e le guance si rigavano di lacrime. Nel petto un'emozione si sconforto grandissima, e un senso di colpa che lo stava divorando. Voleva scomparire dal mondo, saltare in un buco nero e fare in modo che tutti si scordassero di lui. Non voleva fare male a nessuno, ma si rendeva conto che il dolore sarebbe stato inevitabile.
E lui non avrebbe potuto far niente per renderlo meno doloroso. Strinse tra le proprie mani la mano di Yoongi, mentre cercava di trattenere quanto poteva i singhiozzi.

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non commento il capitolo
che è meglio.

fatemi sapere che ne
pensate plseu.

happy days ✓Where stories live. Discover now