❀ 41 ❀

768 118 9
                                    

« sei davvero molto gentile a prenderti così cura di hoseok in questi giorni, yoongi. » disse con un sorriso malinconico la donna che lo stava osservando entrare in casa propria. ancora una volta il ragazzo che per il terzo giorno di fila veniva a trovare il figlio si era presentato con le mani piene di piccoli regali dall'aria allegra. scatole di dolci e buste di caramelle, un giorno teneva sotto il braccio addirittura il peluche di una giraffa. la donna riconobbe subito quanto impegno ci stesse mettendo per vedere anche il minimo accenno di sorriso sul volto di hoseok. « è nella sua stanza, come sempre. penso ti abbia sentito arrivare. » disse, e il corvino annuì e con un saluto educato si diresse verso la stanza del ragazzo.

bussò piano alla porta, sentendo poi un leggero "avanti" che lo invitava ad entrare. il rosso era sdraiato sul proprio letto, con una maglia bianca larga addosso ed un paio di pantaloncini, una posizione dall'aria scomoda e un computer vicino a sé. yoongi piegò la testa di lato, curioso. « che guardi? » domandò interessato, muovendosi velocemente fino al letto dell'altro. hoseok ricambiò il sorriso. sembrava di buonumore, pensò il più grande, e la cosa lo fece sentire meglio.

« un vecchio talent. ci sono dei ballerini davvero molto bravi. » disse lui, per poi richiudere il computer e metterlo da parte, così da lasciare più spazio all'altro ragazzo per sedersi. alzò gli occhi per vederlo bene in viso. era bello, come sempre. sorrise.

erano passati quasi esattamente tre giorni da quel bacio umido e disperato che si erano scambiati quel pomeriggio a casa di yoongi, con di sottofondo il rumore del temporale che lanciava fulmini e tuoni. nonostante la situazione tragica, ancora non se ne pentiva, e con un po' di timore nel far soffrire yoongi cercava di essere il più tranquillo possibile. allungò una mano, fino a raggiungere quella dell'altro, e lasciò che le loro dita si intrecciassero. deglutì. gli faceva però comunque un po' male.

il discorso di yoongi lo aveva motivato a pensare in modo positivo. dopotutto, non aveva prove che stesse davvero andando tutto male. si era informato sulla sindrome che sembrava averlo colpito, e nonostante durasse un complesso di quattordici giorni non c'era un momento preciso in cui i sintomi avrebbero cominciato a calare. era comunque difficile da credere, nonostante tutto, ma si stava sforzando. per yoongi, si ripeteva, era tutto per lui.

il maggiore si passò la lingua sulle labbra, in leggero imbarazzo. « come ti senti oggi? » domandò poi. voleva essere il meno indelicato possibile, ma ogni cosa gli sembrava comunque troppo da chiedere, come se fosse ancora fuori da tutto. troppo lontano da hoseok e dalla sua vita, ma se abbassava lo sguardo la sua mano era intrecciata a quella dell'altro. « se non sei troppo stanco avevo un'idea sul cosa fare. » disse con tono basso.

hoseok scosse immediatamente la testa, colpito che fosse yoongi a prendere l'iniziativa. « sto sempre uguale. » rispose « cosa volevi fare?» domandò con la voce piena di curiosità e gli occhi leggermente illuminati come stelline.

yoongi alzò un angolo delle labbra, in un mezzo sorriso che avrebbe fatto sciogliere anche la persona più insensibile di questo mondo. « è una sorpresa. » disse quasi fiero di sé stesso, e hoseok gonfiò le guance in un broncio contrariato.

« però sono curioso.. » si lamentò, e yoongi si strinse nelle spalle.

« allora andiamo. » rispose alzandosi dal letto per poi tornare a guardare l'altro ragazzo. « ti aiuto a cambiarti.»

(...)

la madre del ragazzo gli passò una mano fra i capelli, con un sorriso. « fate attenzione, voi due. » disse, per poi alzare lo sguardo verso yoongi « il mio numero lo hai, qualunque cosa, anche non grave puoi chiamarmi. » disse, cercando di non sembrare preoccupata ma fallendo miseramente. le mani le tremavano leggermente, mentre lasciava un'altra carezza sulla mano del figlio. come biasimarla. yoongi poteva solo immaginare tutto il coraggio all'interno di quella donna, in una situazione del genere. non voleva neanche sapere come poteva essere l'idea che il proprio figlio stesse passando tutto quello.

chiuse la portiera della macchina, salutando un'ultima volta hoseok, e poco dopo anche yoongi entrò dalla parte del volante. il rosso si guardò attorno. « non sapevo sapessi guidare. » disse sorpreso, mentre i suoi occhi viaggiavano su tutti i particolari di quell'auto, come se fosse entrato per la prima volta in un altro appartamento.

yoongi si strinse semplicemente nelle spalle, mettendo in moto. « non è che ci siano molti motivi per cui prendere l'auto. non ho mai nessun posto dove andare. » rispose senza tono, cominciando a guidare e guardando fisso la strada. « qualche volta guido fino al mare, per disegnare. »

« sembra bello. » sorrise hoseok, per poi tirare fuori dalla propria tasca - con le mani deboli e tremolanti - il proprio cellulare. « musica? » domandò, e prima che yoongi potesse anche solo finire di dire "perché no?", aveva già premuto il proprio dito sull'icona della riproduzione casuale, cominciando a dondolare la testa a ritmo di musica.

il maggiore sorrise. sembravano davvero una coppia. una di quelle vere, senza problemi e senza pensieri pesanti e fastidiosi. senza quell'ombra che li copriva ogni secondo. sembravano felici, per qualche secondo, e lontani dalla realtà che li teneva tragicamente ancorati al suolo. per qualche minuto pensarono di poter arrivare ovunque, di poter essere chi volessero, e di potersi amare per sempre.

yoongi accostò un'oretta più tardi. avevano viaggiato per un bel po' di tempo. poco distante, l'ingresso di un parco. « in questi giorni non dovrebbe esserci molta gente. » borbottò il corvino, uscendo dall'auto e guardandosi attorno, contento che il posto non fosse per niente affollato. fece il giro dell'auto, fino ad aprire la portiera di hoseok e gli disse di aspettare un minuto che l'avrebbe aiutato.

con il cuore a pezzi, si avvicinò al portabagagli e ne tirò fuori la triste sedia a rotelle che dovevano per forza portarsi dietro se si voleva far uscire un po' hoseok. non aveva più nemmeno la forza per reggersi sulle braccia usando le stampelle, e quello era l'unico modo di farlo uscire. se ne avesse avita abbastanza, di forza, yoongi avrebbe preferito mille volte portarlo in braccio piuttosto che doverlo spingere su quell'ammasso di metallo.

hoseok però non fece nulla che sembrò dirgli che era triste o simile di usarla. si fece aiutare a spostarsi, e mentre yoongi recuperava altre cose che aveva portato quel giorno si guardò attorno ammirando il paesaggio. « sembra uno di quei posti dimenticati dal mondo. » disse con la voce simile a quella di un bambino che immagina un'altra realtà.

yoongi annuì. « è molto bello. » disse soltanto, per poi posizionarsi alle spalle del rosso e cominciando a portarlo verso l'ingresso. « avrei voluto portartici un po' di tempo fa, probabilmente ti sarebbe piaciuto di più. avremmo potuto arrampicarci fino a delle zone più in alto. c'è un bel panorama. »

il rosso annuì, per poi alzare una mano fino a raggiungere quella di yoongi dietro di sè, accarezzandola piano. « un giorno lo faremo comunque. » disse, e una punta di sollievo e speranza si fece largo all'interno del corvino. sembrava sempre più un sogno infranto, ma ci credeva ancora così tanto, ad un possibile lieto fine. lo desiderava, fino alla parte più profonda di sé.

« un giorno, sì. »

- ❀ -

ennesimo capitolo diviso! yea!
ma ho già pronto il prossimo,
devo solo decidere quando
pubblicarlo, dw ¡

happy days ✓Where stories live. Discover now