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era seduto sul proprio letto, con la schiena poggiata sulla testiera e i capelli spettinati per essere rimasto a letto per un gran numero di ore. Indossava una maglia larga e vecchia, ma agli occhi di yoongi l'unica parola che riusciva a trovare era "bello". l'avrebbe trovato bello in qualsiasi situazione, probabilmente.

gli provocava comunque quella sconfortevole e allo stesso tempo splendida stretta allo stomaco, facendogli venir voglia di nascondersi. ogni secondo che passava, cominciava a sentirsi sempre più certo sui propri sentimenti, sulle proprie emozioni, e non riusciva a togliersi dalla testa il discorso che gli aveva fatto taehyung, cercando ancora di capire come potesse essere lui l'aiuto per hoseok.

quando entrò nella camera di quest'ultimo, dopo un bel po' di tempo che aspettava, ancora preoccupato e spaventato, sentì improvvisamente una forte stretta allo stomaco, come se una forza superiore lo stesse stritolando tra le proprie mani. era triste vederlo lì, in un posto come quello. il viso pallido e la voce più debole erano più difficili da ignorare di quanto si pensi. il posto per lui era fuori, al sole, in mezzo alla gente. perché era lì? non apparteneva a quel luogo, era come vedere una spiaggia in un ghiacciaio. 

il rosso lesse l'espressione dell'altro, bianca e impassibile. non gli piaceva procurargli certi pensieri, non dopo che gli aveva promesso di aiutarlo a passare solo giornate felici. « niente di grave, » gli disse, sperando di riuscire a vedere ancora il suo sorriso, timido e bellissimo « solo della febbre molto alta. mi sembrava giusto farmi controllare. » tentò di farlo stare più tranquillo, con tono gentile e dolce.

quando yoongi fu abbastanza vicino alzò un braccio, fino a portare la propria mano sulla guancia dell'altro, come aveva sempre solo immaginato di fare. un gesto semplice a cui aveva pensato centinaia di volte senza mai raccogliere il coraggio, che adesso gli venne spontaneo. sfiorò con il pollice i segni violacei che jimin gli aveva lasciato sul volto, segnandolo in modo orrendo. si sentì responsabile di tutto, triste e arrabbiato insieme. quella pelle, così morbida e calda come se l'era aspettata, adesso segnata dalla follia di qualcuno che non sembrava più conoscere. non era il jimin che amava. non sapeva nemmeno più se quella persona esisteva ancora, se ci fosse davvero mai stata. « non so come farmi perdonare... » gli disse piano, sentendosi così piccolo e senza importanza. 

il grigio scosse leggermente la testa. più di tutto detestava che hoseok si stesse prendendo le colpe per qualcun altro, quando era l'ultimo ad aver fatto qualcosa. voleva stringerlo a sé, fortissimo, e assicurargli che non era successo niente. ma la sua testa non ragionava, era ferma sulla mano di lui sulla propria guancia. era la prima volta che c'era un contatto fra i due, nonostante il tanto tempo passato insieme. avrebbe voluto di più, sempre di più, ma si sentiva felice già così. « non dirlo neanche per scherzo, non hai fatto niente. » disse alla fine.

i due sembravano essersi dimenticati di tutto e tutti. la scena era sfocata, lasciandoli soli in una specie di universo parallelo, dove il tempo era ghiacciato ed erano soltanto i loro occhi a parlarsi. Erano finalmente da soli, e mai stati più sinceri di così.

hoseok stava per abbassare la mano, ma di riflesso yoongi portò la propria sopra la sua, fermandolo. non fare in modo che finisca così presto.  avrebbe voluto chiedere altri infiniti attimi così, passati insieme, in un silenzio mai stato così pieno di parole da dire. si vergognò quasi subito del gesto, levando la mano e lasciando che l'altro facesse ricadere la propria. « come stai ora? » gli domandò cambiando discorso, cercando di ignorare il fatto che le guance del rosso stavano prendendo la stessa tonalità dei suoi capelli.

il ragazzo alzò un angolo delle labbra, tornando al suo solito sguardo da vincitore. brillava da solo, come se fosse stato il sole stesso. « sto meglio, non devi preoccuparti. » gli rispose, facendolo sentire di poco meglio. « sono sempre stato un po' vittima di influenze, per questo ho voluto fare un controllo. non è nulla di serio. » raccontò, ricordando come spesso da piccolo era solito ad ammalarsi.

yoongi si sentiva così debole al solo pensiero di hoseok stare male, pensando a quanto il mondo fosse così particolare e privo di senso. si strinse nelle spalle, ripensando al modo leggero con cui taehyung gli aveva detto del suo ricovero. si era sentito come tagliato fuori.  « perché non mi hai detto niente, allora? »      

sussultò leggermente, forse per il tono ferito di yoongi che non si aspettava. non aveva la minima intenzione di farlo soffrire, e si sentiva dispiaciuto che però fosse accaduto. « non pensavo fosse così importante. » gli rispose. i suoi occhi tornarono ancora una volta al segno sulla sua guancia « e perché tu non mi hai detto nulla di jimin? » gli chiese a sua volta « delle minacce, i messaggi... non mi hai detto neanche tu che eri in ospedale. »

quando la sua mente si fermava a pensare a tutte le volte che non si era accorto dei segnali dell'altro, riguardo a tutto quello che stava passando solo perché era suo amico, solo perché jimin aveva quella sua gelosia irrefrenabile, sentiva ancora la rabbia crescere nel suo petto. voleva esserci, d'ora in poi, per yoongi. voleva essere davvero quell'amico che gli aveva promesso di essere. 

il grigio si sentì in colpa a sua volta. « non pensavo fosse così importante, » ripetè anche lui, facendo sorridere l'altro. ricambiò il sorriso. desiderò dj vedere quella sua espressione di felicità sul suo viso così tante volte, si ripromise di farlo sempre sorridere. « diciamoci tutto, d'ora in poi. »



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ma quanto sono  s d o l c i n a t i.  
ugh.

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