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le belle parole che sul momento yoongi era stato capace di dire a taehyung, quella mattina in ospedale mentre lo stringeva e cercava di raccogliere i suoi pezzi che cadevano, sembravano improvvisamente lontane, quasi appartenenti ad un altro unive...

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le belle parole che sul momento yoongi era stato capace di dire a taehyung, quella mattina in ospedale mentre lo stringeva e cercava di raccogliere i suoi pezzi che cadevano, sembravano improvvisamente lontane, quasi appartenenti ad un altro universo e pronunciate da un'altra persona. 

completamente distanti, ora non parevano più appartenere al ragazzo che, da giorni ormai, non lasciava più il proprio letto. rannicchiato tra le coperte, estraniato dalla società fuori dalla porta d'ingresso del proprio appartamento, aveva completamente dimenticato cosa significasse vivere, e improvvisamente la sua vita era tornata quella di sempre. 

solo, completamente lasciato a sé stesso, senza che nessuno si preoccupasse di farlo uscire, di cercarlo, di amarlo. se ne rendeva conto da solo che aveva perso tutto quello che mai aveva avuto. un ragazzo, un amico, una parte di sé. in un secondo il fato era stato capace di tirarlo fuori da quello spettacolo, facendo chiudere il sipario per lui e portandolo via con sé. 

neanche a parlare di cibo. non toccava niente da giorni. non aveva raccolto nemmeno un motivo per cui avrebbe dovuto spingersi fino al supermarket sotto casa per prendersi anche solo uno di quei pessimi ramen istantanei. il suo stomaco sembrava essere sparito. non provava più niente. né fame, né freddo, né felicità. era diventato un sasso, e improvvisamente lo trovò davvero molto più brutto rispetto a come lo aveva sempre sognato. il suo incubo più grande. non provava assolutamente più nulla.

e più di ogni altra cosa, anche in caso si fosse mai alzato da quel letto, avesse mangiato qualcosa e si fosse finalmente fatto una doccia, una volta fuori dal proprio appartamento non avrebbe mai più incontrato hoseok. aveva ragione taehyung. un mondo senza hoseok lui non voleva vederlo, non voleva nemmeno viverci.

prima che potesse riaddormentarsi per un altro dei suoi sonni lunghissimi che lo tenevano lontano dai pianti isterici e gli attacchi di panico che in quei giorni lo stavano facendo impazzire, qualcosa prese a colpire forte la propria porta. con un mugolio contrariato yoongi si rannicchiò ancora di più sotto le proprie coperte, desiderando di essere altrove. magari di nuovo con hoseok. 

i colpi si fecero sempre più forte. « andate via, cazzo! » sbraitò senza più pazienza il corvino, stringendosi alle coperte e nascondendo il volto nel cuscino, cercando di coprirsi le orecchie così da non sentire più nulla, ma i tonfi sordi contro il legno continuavano ad echeggiare nell'appartamento mezzo vuoto. con la poca forza fisica che gli rimaneva si limitò ad alzarsi dal letto per poi strisciare coi piedi fino all'ingresso.

quando aprì la porta non si sorprese nemmeno un po' nel vedere taehyung - neanche lui in così ottime condizioni - di fronte a sé, e dietro di lui un secondo ragazzo, jeok jungkook, dall'aria leggermente imbarazzata come uno di quei bambini che vengono trascinati da qualche parte dai propri genitori ed ansiosi ad incontrare uno dei loro amici. yoongi rifilò un'occhiataccia al più grande dei due. « sbaglio o ti avevo detto che non volevo ricevere visite? » disse, riferendosi ad una serie di messaggi che si erano scambiati il giorno prima, quando il castano aveva insistito sul fatto che voleva incontrarlo.

taehyung sospirò « te l'ho già spiegato yoongi. non possiamo superare nulla da soli. se voglio che ci incontriamo è per il bene di entrambi. » disse guardandolo negli occhi e cercandoci all'interno quel piccolo bagliore di gentilezza che improvvisamente sembrava essere sparito da yoongi. il ragazzo aveva l'aria di un fiore appassito, completamente vuoto di bellezza e sentimenti. perso, e fuori luogo. triste come nient'altro. 

il maggiore scosse la testa « non c'è niente da superare. quello che ti ho detto in ospedale erano solo cazzate. hoseok se n'è andato e non c'è nient'altro che mi serve da sapere. » disse, e fu sul punto di sbattere nuovamente la porta per chiudere i due ragazzi fuori ma taehyung si mosse velocemente in avanti bloccando il piede così da mantenerla aperta. 

  « yoongi! ti prego di ascoltarmi! » esclamò il ragazzo, per poi voltarsi verso jungkook e cercare un po' di sostegno anche da parte dell'altro ragazzo. 

jungkook deglutì, avvicinandosi anche lui alla porta del ragazzo. « yoongi, so che probabilmente non devo essere tra le tue persone preferite, ma ti prego di ascoltare taehyung » fece una pausa di qualche secondo, quasi aspettandosi un'altra delle frasi acide dell'altro, ma quando non sentì niente acquisì altro coraggio per continuare « so che stai infinitamente più male di me, ma hoseok era anche un mio amico da diversi anni. è stato lui ha darmi un gruppo di amici, è stato lui a presentarmi al primo ragazzo che abbia mai amato. è stato parte centrale della mia vita, quasi un padre per come si prendeva cura di me. e ora... siamo tutti persi, il tuo dolore può essere diverso ma la situazione è la stessa. »      un'altra pausa « probabilmente penserai che essendo stato il suo ragazzo allora sia un'altra cosa, ma non è così. stiamo tutti fottutamente male. »

taehyung fece un lungo sospiro. le parole di jungkook aveva risvegliato i sentimenti che per qualche minuto erano stati capaci di lasciarlo in pace. « yoongi, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti... » disse piano, con la voce spezzata, poggiando la fronte sulla porta e cercando di trattenere le lacrime che per quella settimana non erano di certo mancate. la testa continuava a fargli male per tutto il tempo in cui il suo viso si era rigato da esse. « i-io ho bisogno di te, di qualcuno come te, che può capire com'è sentirsi soli... »

con lentezza, per paura di fargli male, yoongi si decise finalmente ad aprire la porta, tornando a guardare in viso i due ragazzi - anche se taehyung teneva il proprio sguardo fisso sul pavimento. annuì. « va bene. » disse alla fine, capendo finalmente le parole e cercando di far capire a sé stesso che non era l'unico a stare male. stava distruggendo sé stesso col pensiero di essere il solo a soffrire, di essere il solo ad avere il diritto di soffrire essendo stato con hoseok, ma in quel momento soltanto riuscì ad aprire gli occhi, focalizzando per la prima volta la realtà.

stavano tutti così, erano tutti completamente distrutti e senza più quella presenza che sembrava essere capace di unire tutti. come se improvvisamente fosse mancata la malta tra i mattoni, e tutto stesse per crollare per una scossa. si dovevano stringere far loro, e aiutarsi a non cadere. sarebbe stato un lungo processo, basato tanto su gli altri quanto su sé stessi, ma non bisognava assolutamente stare da soli. «  ho capito quello che volete dire. » continuò yoongi, sentendosi uno stupido per tutto quello che era stato capace di pensare fino a quel momento. « la supereremo insieme. »

un piccolo sorriso si formò sul volto di taehyung, e anche jungkook si sentì meglio quando lo ascoltò dire quelle parole. si sarebbero presi l'uno cura dell'altro, come hoseok avrebbe voluto.

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caaapitolo inutile
scusate se sono noiosi

e terribilmente angst
non so cosa siano i finali
pieni di felicità.

happy days ✓Where stories live. Discover now