❀ 11 ❀

1.1K 157 8
                                    

capitolo undici corretto.

capitolo undici corretto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


quando vide il proprio ragazzo che tutto di fretta si allontanava felice per vedere qualcun altro che non fosse lui, jimin non riuscì a fermare sé stesso dallo stringere i denti tremendamente infastidito e con una sensazione di rabbia che gli esplodeva nel petto come un fuoco acceso. e pensare che poco fa con me te ne stavi tutto sulle tue, pensò dentro di sé mentre l'idea che qualcun altro adesso stava ricevendo le attenzioni premurose di hoseok. in più, a farlo arrabbiare ci si aggiungeva anche il modo in cui sotto i propri occhi l'atteggiamento del rosso era cambiato, mutandosi completamente in un'altra persona rispetto a qualche secondo prima, mentre adesso sorrideva come un bambino.

« scusami, » aveva detto hoseok subito dopo aver controllato il proprio cellulare, tentando di mascherare lo stupido sorriso sul proprio volto ma fallendo miseramente « mi ero totalmente dimenticato che avevo promesso a mia madre che l'avrei aiutata con alcune cose a casa » si inventò sul momento, e jimin lo sapeva bene. soprattutto, quest'ultimo aveva letto senza problemi il nome in cima alla conversazione.

non si dava nemmeno una motivazione per cui hoseok avrebbe dovuto comportarsi molto meglio nei confronti di min yoongi - trattandolo con dolcezza e premura - rispetto a lui, il suo ragazzo ufficiale. lo trovava semplicemente ridicolo, e ancora di più se la persone con cui pensava di star gareggiando per il rosso non era altri che quell'inutile depresso che non aveva mai avuto un amico in vita sua. non si sorprendeva se hoseok era corso da lui trattandolo come un cucciolo bastonato, era sempre stato così. jimin lo trovava solo patetico.

un tempo, era stato lui il centro della vita di hoseok, la persona a cui dedicava tutte queste piccole attenzioni e premure, e che contava più di tutti quanti. colui per cui correva via dagli altri tutto contento per incontrarlo, per cui si faceva il più carino possibile e per cui rinunciava ad un sacco di altre cose. soltanto lui. ma adesso non sembrava essere più de "il suo ragazzo". soltanto la parola gli apparteneva, non aveva più alcun valore oltre a quella.

urtò con la scarpa un sassolino sul marciapiede, mentre continuava a camminare da solo ormai rifiutato anche dal proprio fidanzato. più che la gelosia, a mangiarlo dentro fino alle ossa era quella punta di fastidio che provava alla consapevolezza che non aveva più il controllo della situazione, quando era sempre stato lui a dirigere il tutto.

tra tutti era riconosciuto quanto jimin avesse come una mania del controllo per praticamente qualsiasi cosa. era il perfezionista del gruppo, e qualsiasi cosa era sempre decisa e precisata in tutti i più piccoli dettagli direttamente da lui. conosceva qualsiasi lato e particolare dei propri amici e delle persone vicino a loro, e questo poteva essere considerato una parte abbastanza oscura della sua persona.

sarebbe stato in grado di tenere in pugno qualsiasi persona con poche parole. tutti tranne che con hoseok, con lui non riusciva ad arrivare a tanto, e lo sapeva bene. e proprio per questo motivo con lui adottava metodi diversi, ed è una delle spiegazioni per cui quel giorno invece di parlare col proprio ragazzo si avvicinò invece a yoongi, arrivando a minacciarlo.

adesso che ci ripensava su, si sentiva ancora più infastidito dal proprio ragazzo.

cosa aveva quel tipo in più a lui? nessun tratto di quel ragazzo pensava potesse anche solo minimamente superarlo. insomma, jimin aveva letteralmente tutto, non c'era assolutamente niente gli mancasse e che avrebbe potuto farlo sembrare peggiore di yoongi. eppure, hoseok era quasi incantato da quel ragazzo.

sbuffò nervoso, insultando mentalmente yoongi senza un apparente motivo - c'era sempre una ragione per prendersela con lui, per jimin - e portò una mano alla propria tasca tirandone fuori il cellulare. lo sbloccò e prese a scorrere i nomi nella propria rubrica telefonica alla ricerca di quello di una persona specifica. dopo averla trovata abbastanza in fretta, premette il tasto di chiamata e portò l'apparecchio all'orecchio sentendolo squillare. « pronto? » sentì dire dall'altra parte del telefono.

« jungkook » salutò a sua volta il biondo, poggiandosi vicino ad un muretto e guardandosi attorno, « ti disturbo per caso? » domandò in seguito. non si accorse nemmeno che senza farlo di proposito stava usando esattamente lo stesso tono e le stesse parole che tempo prima usava con hoseok quando erano agli inizi della loro storia.

il ragazzo ci mise poco a rispondere. « no jimin » disse velocemente « per niente. ti serve forse qualcosa? »
il maggiore dei due riconobbe subito il tono concentrato e piatto che stava usando jungkook, timido di quando lo chiamava o sentiva parlare mentre era impegnato a fare qualcos'altro, nella maggior parte dei casi - come adesso - preso nel mezzo di una partita a qualche videogioco.

sorrise, sentendo una rara sensazione di felicità nel pensare che si era preso comunque la premura di rispondere a quella telefonata nonostante sapesse che non era successo nulla di grave e che al momento stava facendo altro. era come sentirsi tornare a mesi primi, ai primi brividi procurati da parole e gesti inaspettatamente speciali, da parte di una persona da cui non ti saresti mai aspettato nulla prima.

jimin si strinse nelle spalle, sapendo di avere jungkook nelle proprie mani più di quanto l'altro ragazzo fosse capace di ammettere anche a sé stesso, e sorrise leggermente. « sono appena stato mollato da solo in mezzo alla strada e mi annoio. vogliamo fare qualcosa insieme?» chiese, e la risposta che si aspettava di sentire non tardò ad arrivare, facendogli fare un altro ghigno divertito.

happy days ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora