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capitolo diciassette corretto.
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bonus.






miliardi di parole, utilizzate per descrivere qualsiasi tipo di oggetto, situazione, persona, e tra tutte queste yoongi sceglieva "stupido" per definire sé stesso, come un bambino che non ha ancora imparato a parlare ed incapace di comunicare con il resto del mondo, e riesce a farsi ingannare senza problemi dalla prima persona che si rivelava gentile nei suoi confronti. non riusciva a vedersi in altro modo quella sera quando, ad ogni canzoni che le sue orecchie ascoltavano, non pensava altro a quanto volesse dedicare anche quella ad hoseok, una dopo l'altra, e non riusciva a fermare sé stesso dal guardarlo.

si voltava in continuazione, per cercare il ragazzo che rimaneva sempre affianco a lui, quasi temesse che potesse scappare in ogni momento. ma ogni volta che si girava rimaneva lì, a sorridere e ballare a ritmo di musica, completamente coinvolto, la felicità fatta a persona. lo guardava ridere e si sentiva il cuore esplodere, e vederlo muoversi faceva venir voglia di scuotere il proprio corpo anche a lui.

vedeva le luci illuminare a tratti il suo volto, rivelando una pelle liscia e dall'aria morbida. voleva allungare le proprie mani fino a sfiorarla, sentire quanto assomigliassero a quello che si immaginava nella propria testa. poter accarezzare la guancia di hoseok e guardarlo negli occhi, magari in un'altra situazione, o in un'altra vita. fino a quel momento, la cosa che si era avvicinata a riprodurre un simile gesto nei confronti di hoseok era stato quello di sfiorare con i polpastrelli la sua immagine riprodotta su un foglio.

yoongi si stava divertendo da impazzire, come non mai, sentendosi parte per la prima volta della società e finalmente un ragazzo come tutti quanti che va a divertirsi con i propri amici. le sensazioni dentro di lui gli ricordavano quanto fosse umano e uguale a tutti gli altri, eppure c'era di più. una tremenda paura, che gli bloccava lo stomaco, e che gli faceva desiderare invece di fuggire lontano da quel posto. in segreto, con odio, desiderava non avvicinarsi più ad hoseok, pensando che non sarebbe mai stato quello che intanto la sua mente riusciva ad immaginare.

come poteva farlo? continuava a dimenticarsi di quel piccolo particolare di nome jimin, che di certo non poteva essere trascurabile in quella situazione. e ad aggiungersi a questo, la sua compagnia di amici popolari, quella massa di ragazzi che gli ronzavano costantemente attorno, c'era la danza e la splendida carriera alla quale puntava e che gli augurava con tutto il cuore di raggiungere.

non c'era spazio per lui.

non c'era spazio per yoongi, per niente di più dell'amico ingenuo alla quale ai fatto una sciocca promessa per pietà e che non è capace a fare niente, se non realizzare disegni inquietanti e suonare bene il piano.

e se ne convinse. yoongi si convinse che era così, che non sarebbe mai stato realmente abbastanza per qualcuno come hoseok, per una persona del genere e che poteva diventare solamente migliore con il passare degli anni, mentre il suo futuro lui non riusciva nemmeno ad immaginarlo. cominciò a crederci davvero, completamente ignaro che nella realtà i pensieri di hoseok erano ben diversi da essi, completamente l'opposto.

il maggiore abbassò lo sguardo, completamente sconfortato, e non riconoscendo più niente. il luogo sembrava essere sparito da intorno a lui, e gli sembrava di essere solo. sentì qualcosa sfiorare appena la sua mano, e quando improvvisamente la musica si fece di nuovo forte nelle sue orecchie - come se si fosse appena svegliato di nuovo in quel posto - sentì con chiarezza le dita di hoseok che si intrecciavano con le proprie, mentre il ragazzo continuava a divertirsi e muoversi a tempo di musica.

(...)

« wow, » si lasciò sfuggire un'espressione di sorpresa il rosso, una volta che insieme all'altro ragazzo varcò la soglia di uscita dal locale « che serata meravigliosa. non lo pensi anche te? » i suoi occhi si alzarono verso il cielo scuro, in cui le stelle non erano tristemente visibili per via dell'eccessiva illuminazione delle grandi città come la loro.

yoongi camminava a distanza dall'altro di un passo, tenendo le mani premute nelle tasche della propria giacca ed osservava hoseok afferrare con una delle proprie un palo della luce e dondolandosi attorno ad esso, come un bambino, divertito. « già, proprio una bella serata » un tenero sorriso comparve sul suo volto, e hoseok lo ricambiò immediatamente, sentendosi bene vedendolo felice.

il grigio avrebbe voluto alzare la manica della propria felpa, curioso di sapere se anche il suo contatore fosse d'accordo con lui, ma dentro di sé non aveva bisogno di una tale conferma. sapeva benissimo che era stata una bella serata, la più bella di tutte. e poi, non gli importava di quel contatore. se era con hoseok, sarebbe stato felice, ne era certo.

si passò una mano fra i capelli un po' imbarazzato. « ti accompagno a casa di jimin? » domandò dopo qualche minuto in silenzio, incerto. non voleva che la serata finisse ma allo stesso tempo era preoccupato che il fidanzato dell'altro potesse insospettirsi nel venire a sapere che il rosso era tornato a casa fin troppo tardi.

hoseok si fermò un attimo, con un piede ancora a mezz'aria, e si voltò verso l'altro con un'espressione sorpresa. per tutta quella serata il pensiero di jimin non era apparso nella sua mente, nemmeno per un secondo, e soltanto in quel momento sembrò ricordarsi di lui. schiuse leggermente le labbra, fermandosi qualche secondo dal parlare poiché la prima risposta che gli era venuta in mente, subito, fu " jimin chi? "

deglutì. « uhm, no. » disse soltanto, con tono piatto, ricordandosi che il ragazzo lo aveva avvertito che sarebbe andato da un amico per la serata, e che quindi non aveva senso tornare a casa da lui. « torno a casa mia e basta. » continuò, stringendosi nelle spalle e accennando un sorriso.

dentro di sé yoongi esultò appena alla sua risposta, e allo stesso tempo cominciò a pensare ad un modo per rimanere ancora un po' insieme. non voleva essere invadente, ma allo stesso tempo non voleva che quella felicità che provava con lui terminasse. non voleva lasciarlo solo e sentirsi solo, in quella fredda notte. « ti accompagno? non mi fido di quelle strade poco illuminate che ci sono qui attorno. » gli disse, cercando di sembrare il più sicuro di sé possibile, e non un disperato. « cioè, immagino tu sia abituato a tornare a casa anche ad orari ancora più estremi, ma sei comunque più piccolo di me voglio esser certo che tu - fece un piccolo colpo di tosse - ehm, bé, che tu non finisca nei guai. »

hoseok piegò la testa di lato, sorridendo come un bambino. « se non vuoi che me ne vada basta che tu me lo dica, possiamo restare fuori tutto il temo che vuoi. » rispose.

restiamo fuori per sempre, allora, solo io e te. la mente di yoongi dopo quella frase sembrava completamente partita per chissà dove. dovette abbassare la testa imbarazzato per non far notare il rossore sulle sue guance. « figurati, voglio solo che tu arrivi a casa sano e salvo. andiamo. » rispose, non riuscendo a buttar giù quel muro di orgoglio che aveva attorno a sé, e cominciando ad incamminarsi con l'amico al suo fianco.

***


ho corretto il capitolo e (anche se andava contro le regole che mi ero imposta) ho deciso di aggiungere un altro pezzettino per renderlo un po' più fluff.

happy days ✓Where stories live. Discover now