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capitolo diciotto corretto.


gli occhi di hoseok tornavano continuamente al cielo scuro che guardava dall'alto i due ragazzi in quella notte. come se fossero alla ricerca di una risposta, guardava ogni particolare, chiedendosi il motivo per quei sentimenti che sentiva pian piano sbocciare dentro di sè come dei fiori, e che provava soltanto in compagnia di yoongi.

dopotutto, aveva sempre ricevuto tutto quello di cui aveva bisogno. in più, era affiancato da quello che ripeteva a sé stesso essere uno splendido ragazzo, bellissimo e abbastanza invidiato, e si diceva da solo quanto dovesse sentirsi fortunato a poter stare con lui. per non parlare del suo gruppo di amici, uno migliore dell'altro. la sua famiglia, la sua casa, qualsiasi cosa sembrava dirgli quanto tutto fosse perfetto.

ma allora perché yoongi era l'unico che riuscisse a farlo sentire insoddisfatto e in costante cerca di altro. gli sembrava che mancasse un pezzo per completarsi, e che gli sembrava di sentirsi bene soltanto quando il maggiore era al suo fianco. gli faceva venir voglia di raccontargli tutti i suoi sogni e desideri, digli dei suoi pensieri e delle proprie idee, anche le cose più stupide. voleva portarlo nei suoi posti preferiti e dirgli che comunque quel posto non era il suo preferito perché gli sarebbe andato bene qualsiasi luogo dove sapeva che yoongi ci sarebbe stato.

voleva stringerlo in un abbraccio, poter cingere con le proprie braccia il suo corpo, sentirne il calore, essere stretto a sua volta da yoongi, e poter scomparire così.

deglutì. la lista andava avanti, senza sosta, e hoseok era a conoscenza che non erano il genere di pensieri che un ragazzo fidanzato avrebbe dovuto fare a proposito di qualcuno che non era il proprio ragazzo, ma il fuoco che sentiva dentro di sé si faceva sempre più forte, dopo ogni momento passato con yoongi, e non si indeboliva nemmeno con i sensi di colpa che provava verso jimin.

era qualcosa che non riusciva né a capire né a fermare, totalmene incantato da qualcosa di così spontaneo da far invidia anche alla dolcezza di un neonato. non poteva dire a sé stesso di smettere di provare certe sensazioni, perché sarebbe stato come chiedergli di non vedersi più con yoongi, e per nulla al mondo avrebbe voluto perderlo in quel momento.

« sono bellissime » disse dopo un po' il rosso, sempre con il proprio sguardo rivolto verso il cielo, e con la coda dell'occhio vide yoongi voltarsi nella sua direzione confuso.

alzò a sua volta lo sguardo, puntandolo in alto, e cercando di capire da solo quello a cui hoseok si stesse riferendo, ma rimanendo senza risposte. « di cosa parli? » domandò, senza portar via gli occhi da dove si trovavano.

« le stelle » rispose con semplicità hoseok, quasi sorpreso che yoongi non vi fosse arrivato. yoongi aggrottò la fronte, continuando a non seguirlo. il cielo era completamente scuro, ed era impossibile vedere anche solo un flebile bagliore di qualcosa nel cielo sopra i palazzi di quella grande città che li circondava.

« come fai a dirlo? » gli chiese « non le vedi nemmeno. »

hoseok annuì, abbassando lo sguardo per la prima volta e guardando negli occhi il maggiore. « è vero, ma so che ci sono. e so che sono belle. perché è quello che sento. » alzò un angolo delle labbra, infilandosi le mani in tasca « mi sono sempre fidato dei miei pensieri, di ciò che provavo, nella mia vita. perché se sento emozioni del genere dentro di me, allora significa che c'è qualcosa di vero. e allora, farò sicuramente qualcosa di giusto per me. perchè sono emozioni reali, capisci? qualcosa che io provo e soltanto io posso conoscere. »

yoongi cercava con tutto sé stesso di seguire il discorso dell'altro, ma hoseok parlava veloce e con voce incerta, quasi si vergognasse, e ogni parola si faceva più difficile di quella prima. piegò la testa di lato « eh? »

il rosso rise debolmente, non molto sorpreso dalla reazione di yoongi. dubitava che riuscisse a capirlo davvero. alcune volte, neanche lui riusciva a capirsi da solo. « lascia stare » disse soltanto con un sorriso « torna a casa, yoongi. casa mia è qui dietro. » continuò, posizionandosi di fronte all'altro ragazzo.

il maggiore annuì, ma comunque non si spostò di un passo, quasi aspettando che l'altro ragazzo lo fece per primo. hoseok sentì il proprio stomaco rivoltarsi su sé stesso, come se stesse giocando, e si chiese se non fosse il caso di usare lo stesso discorso complicato di prima per essere sincero sui propri sentimenti. provava l'immensa urgenza di parlarne con qualcuno, e che yoongi sapesse qualcosa. non riusciva più a rimanere indifferente davanti a quello che la realtà era ormai diventata. « sai, yoongi... sono stato davvero bene stasera. mi sento un sacco più leggero, come se mi avessi appena portato a fare una passeggiata tra le nuvole. »

il maggiore aprì la bocca per rispondere ma la chiuse poco dopo non riuscendo a pronunciare nessuna parola di risposta. era in tremendo imbarazzo. hoseok si mordicchiò il labbro inferiore, nervoso e allo stesso tempo non riuscendo più a contenere sé stesso. « sai, se non fosse stato per jimin, ti avrei già baciato. » disse velocemente, lasciando che le parole venissero portate via dal vento e che giungessero da yoongi « per le sensazioni. capito? perché quello che provo mi dice che è la cosa giusta da fare. »

era probabilmente la cosa più stupida che yoongi avesse mai sentito, eppure loconfuse così tanto da lasciarlo completamente immobile, mentre nella sua mente si ripetevano continuamente le parole "baciato" e "la cosa giusta".

prima che però potesse chiedere un'ulteriore spiegazione ad hoseok, quest'ultimo si era già mosso per raggiungere la propria abitazione, lasciando yoongi da solo e pieno di punti interrogativi, più confuso di prima. e nessuno dei due si accorse di quel terzo paio di occhi poco distante da loro.


***


ho riscritto il capitolo ma rimane comunque cringe

happy days ✓Where stories live. Discover now