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secondo capitolo corretto.

secondo capitolo corretto

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jung hoseok. chiunque sentisse quel nome probabilmente avrebbe saputo dirti senza problemi di chi si trattasse, sebbene non fosse suo amico o non ci avesse nemmeno mai scambiato una parola. si poteva chiamare forse il potere della popolarità? può essere. in ogni caso, non c'era persona che non lo riconoscesse, e soprattutto nelle mura scolastiche, era davvero conosciuto. girava voce che anche i professori avessero un certo debole per lui e per il suo modo di fare, ma di questo non c'è certezza.

ma come dargli torto? dopotutto, hoseok aveva un potere del genere con le persone. gli bastava un sorriso per farsele simpatiche, mostrava quelle labbra a forma di cuore e gli altri sembravano essere completamente dalla sua. i suoi capelli colorati lo facevano riconoscere all'istante, e la sua voce era sempre la più riconoscibile in ogni luogo.

simpatico, bello, e popolare. praticamente il sogno di qualsiasi ragazza, e se non erano a lui che miravano, allora probabilmente i loro interessi ricadevano su un altro dei bellissimi ragazzi che lo circondavano ogni giorno. il suo gruppo, un gruppo quasi intoccabile, e incredibilmente adorato. sembravano una fottuta boy band, il modo in cui le ragazzine si comportavano come per idolatrarli, quando erano solo dei ragazzi qualunque.

hoseok non era il più grande del proprio gruppo - il secondo, dopo un ragazzo dalle spalle larghe di nome seokjin -, ed era di un anno più piccolo rispetto a yoongi. quest'ultimo lo sapeva perché con gli anni che aveva passato all'interno di quella scuola, si era spesso ritrovato ad osservarlo, vederlo crescere da lontano insieme a tutti quei suoi amici che ogni anno sembravano sempre meno gentili. hoseok era l'unico che ai suoi occhi manteneva quell'aria da bravo ragazzo gentile e delicato.

non che avesse un'ossessione o chissà cos'altro per quel ragazzo dai capelli rossi e il sorriso da angelo. assolutamente no. lo trovava solo bello da vedere, e un punto di riferimento per i propri disegni. particolare, ma yoongi aveva provato più e più volte a ritrarre il volto e la figura intera di quel ragazzo sulla propria carta, anche se ogni volta gli sembrava di non rendergli la dovuta giustizia. era come una sfida con sé stesso, ed ogni giorno tornava a guardarlo per aggiustare quei particolari che puntualmente non si sistemavano mai.

per la prima volta, però, la vita gli stava offrendo una vista in primo piano sul viso liscio e curato di hoseok, quasi gli stesse sussurrando all'orecchio: " ed ora guarda bene ogni particolare"
di certo, tra tutte le cose che si poteva aspettare, ma aveva pensato di ritrovarsi così vicino ad hoseok, loro due da soli, e per merito dell'altro. come poteva esserci finito lui, il

improvvisamente si sentì tremendamente in imbarazzo, mentre riabbassava con fretta la manica della propria felpa e ricopriva il lembo di pelle che gli aveva mostrato. si sentiva un idiota. come poteva un ragazzo del genere capire cosa significasse vivere da una vita con quel numero sulla propria pelle? probabilmente lui neanche lo aveva passato un giorno senza che esso si aggiungesse al contatore.

se ne pentiva profondamente, mentre hoseok rimaneva in silenzio senza sapere che parole pronunciare, e yoongi desiderava che se ne dimenticasse soltanto. voleva riavvolgere il tempo per fare in modo che quell'incontro non accadesse più. non erano persone per stare insieme, troppo diverse, troppo lontane. il maggiore era pronto a raccogliere le proprie cose e andarsene con una scusa inventata sul momento.

ma qualcosa glielo impediva, costringendolo a rimanere seduto e ad aspettare che l'altro dicesse qualcosa. arricciò le labbra, in attesa di qualcosa, una parola qualunque. « s-scusami » fece piano, assumendo tutt'altra espressione da quella solita che aveva sempre sul viso. più preoccupata, turbata. yoongi se ne sentì terribilmente in colpa. « io non pensavo nemmeno potesse esistere una cosa del genere, dicevo per scherzare, non volevo assolutamente offenderti... » continuò, con un tremendo tono dispiaciuto.

yoongi si limitò a scuotere la testa. « non è colpa tua, non potevi saperlo. » gli rispose, cercando di farlo calmare e provando una sensazione di imbarazzo maggiore mentre hoseok era lì a ripetergli le proprie scuse ogni secondo. « d-davvero, non importa. » ripeté ancora, mentre il rosso non sembrava nemmeno ascoltarlo.

« mi dispiace, davvero, ho parlato senza pensare. » continuò « in più, penso che per te debba essere un peso, non so cosa si possa provare, che genere di cose tu possa aver passato... » la voce gli morì in gola, quasi si fosse abbassato il volume, e abbassò semplicemente lo sguardo non volendo aggiungere altro, per non peggiorare la situazione. si sentiva di troppo, come un bambino che prova ad avere un discorso serio con un adulto.

« sì, cioè, ormai ci ho semplicemente fatto l'abitudine. » disse yoongi, stringendosi nelle spalle e voltandosi a guardare l'altro ragazzo « lo tratto come se fosse un tatuaggio. e me ne dimentico pure che è lì sulla mia pelle. non ha più peso per me. »

ma gli occhi di hoseok sembravano dire quanto lui fosse in disaccordo. arricciò le labbra, annuendo e poi fece un sospiro. tornò a guardare il maggiore, che se ne stava in silenzio non sapendo più cosa dire. « ti aiuterò io, allora. » pronunciò alla fine.

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