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capitolo quattro corretto.

capitolo quattro corretto

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se gli avessero chiesto di descrivere ciò che si stava manifestando all'interno del proprio petto yoongi non sarebbe stato mai in grado di trovare delle parole che rendessero giustizia al sentimento che stava provando. come poteva sentirsi dopo quello che era successo? si trattava di una sensazione completamente diversa dalla solita, l'unica che fino a quel momento aveva pensato di saper provare. per anni si era sentito come un morto, un'anima in più sulla terra a cui si erano dimenticati di insegnare cose come le emozioni e i sentimenti, ma adesso gli sembrava tutto già così diverso.

ogni più piccola cosa, ogni dettaglio ora appariva differente sotto lo sguardo di yoongi. anche una volta che fu rientrato a casa, quel triste monolocale sembrava un posto completamente diverso. ogni angolo offriva nuove possibilità. yoongi non sapeva più riconoscersi.

sembrava stupido ai suoi occhi che gli fosse bastato davvero pochissimo per cominciare a intravedere la vasta gamma di colori che si nascondevano intorno a lui, sempre troppo spento e vuoto per notarli. era come se avessero cominciato a brillare tutti insieme, davanti ai suoi occhi. e fino a quel momento non aveva neanche mai potuto immaginare che il rosso avrebbe assunto un significato speciale sotto il suo sguardo, cominciando a piacergli così tanto come tonalità.

si sentiva davvero energico, come mai era stato durante la propria vita. era tornato un bambino, di quelli che si arrampicano sugli alberi tutto il giorno e non smettono mai di correre ovunque. era così pieno di forze che una volta dentro casa la prima cosa che fece fu raccogliere un foglio da disegno. sentiva che era il giorno giusto, ma non voleva comunque esagerare troppo. recuperò una matita e si mise a disegnare per diverse ore, tratteggiando i contorni di un disegno semplice, ma con una particolarità: era stato interamente fatto con come colore solo sfumature del rosso, in ricordo del colore di capelli del ragazzo che l'aveva fatto sentire meglio.

sorrise soddisfatto della propria opera. se avesse avuto un filino in più di coraggio, probabilmente avrebbe raccolto il proprio cellulare per scattargli una foto, e inviarla ad hoseok. quest'ultimo gli aveva lasciato il proprio numero, dicendo che gli amici fanno anche questo, così da potersi tenere in contatto, ma yoongi non era sicuro che gli avrebbe mai scritto. si sentiva in tremendo imbarazzo anche al solo pensiero, e lasciava perdere ogni volta.

però si sentiva così curioso. nonostante ancora non ci credesse molto dentro di sé voleva sapere di più sull'altro ragazzo, farsi dire i suoi pensieri, sapere a cosa stesse pensando. per la prima volta nella sua vita, si sentiva attratto da una persona, portandolo a sentire il bisogno di sapere di più. lui, che mai aveva provato cose come curiosità o interesse, ora si imbarazzava per sé stesso.

nel tardo pomeriggio uscì dalla propria casa per andare a comprare qualcosa da mangiare. viveva da solo, da diversi anni anche, dal momento che i suoi genitori avevano tentato di toglierselo di torno il prima possibile possibile. una bella coppia di persone, non che ci fosse mai stato davvero affezionato. se erano loro a non volerlo sarebbe stato il lui a fare il primo passo per andarsene, era fatto così. un altro motivo per cui non si era mai sentito davvero felice, aveva sempre avuto sulle spalle il pensiero di essere qualcosa facile da lasciar andare.

guardava intorno a sé famiglie felici camminare insieme e riunite nei soggiorni delle proprie abitazioni, e si chiedeva come doveva essere sentire il calore di una persona che ci tiene a te vicino a sé. era qualcosa che mai aveva provato. si domandava cosa si provasse in un abbraccio, e come doveva essere venire ascoltati da qualcuno a cui le tue idee ed i tuoi pensieri interessano.

entrò nel supermarket poco distante da casa sua, cominciando a vagare per i vari settori e facendo ricadere gli occhi sulle varie offerte disponibili. « ma guarda un po' » sentì dire alle sue spalle, mentre percorreva uno dei corridoi ed era quasi arrivato davanti alla sezione dei ramen istantanei. si voltò per vedere chi avesse parlato, e soprattutto per capire se fosse realmente rivolto a lui. non riconosceva la voce, perciò dubitava stesse parlando con lui. la sua pelle si fece più pallida qualche momento dopo, « min yoongi. » disse la figura davanti a lui.

« park jimin.» rispose a sua volta il grigio, guardando l'altro ragazzo di fronte a sé. un altro di quelli che mai si sarebbe aspettato di vedere di fronte a sé, adesso gli stava parlando - e per di più conosceva il suo nome. se poteva anche capire hoseok, non riusciva a comprendere come ci fosse arrivato il biondo a rivolgersi a lui. i capelli erano pettinati in modo perfetto, e gli occhi lo guardavano dall'alto, sebbene fosse di poco più basso, con il mento leggermente alzato. le mani nelle tasche della felpa. « come fai a conoscermi? » domandò yoongi.

l'altro ragazzo si limitò si strinse nelle spalle. « potrei chiederti la stessa cosa, ma penso di essere una figura abbastanza conosciuta qui. » rispose con tono strafottente, facendo sentire lontano un miglio quanto dentro di sé fosse fiero della propria posizione, e yoongi non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo sentendo quel tono egocentrico. decisamente il tipo di ragazzo che proprio non gli piaceva. si chiedeva come potesse hoseok frequentare gente del genere, ma probabilmente con lui erano diversi. in fondo, yoongi non era nessuno. « ho visto che hobi ti si è avvicinato parecchio, oggi. » disse jimin.

il ragazzo abbassò lo sguardo, sentendosi in imbarazzo, ma lo rialzò quasi immediatamente. si disse che fra tutte le persone, park jimin era l'ultima con cui doveva sentirsi spaventato. « uhm, può essere, perché questa domanda? » ci girò attorno, volendo vedere fin dove fosse capace di arrivare l'altro ragazzo prima di innervosirsi.

« tsk. » fece infastidito Jimin quasi immediatamente dopo, dimostrando a yoongi quanto fosse privo di pazienza, e fece un altro paio di passi nella sua direzione. si sentiva davvero infastidito da quel ragazzo che, seppur a conoscenza di quanto poco valesse, sembrava più che contento di giocare col fuoco. era così insignificante, si chiese perché hoseok si fosse messo a parlare con lui. « più mi avvicino, più penso tu sia un insetto. un piccolo, insignificante insetto.» disse, con tono duro.

yoongi era sul punto di colpirlo sul viso per fargli chiudere quella bocca che sapeva solo dire stronzate a parer suo, ma questo l'avrebbe portato ad avere la più orrenda vita scolastica che si possa immaginare. « grazie?» disse, cercando di superare l'altro ragazzo e finire lì la discussione, ne aveva già abbastanza. « se è tutto, io me ne andrei a casa... »

ma jimin gli bloccò il passaggio con un braccio, finendo con il viso poco distante dall'orecchio del maggiore. « è rischioso avvicinarsi alle persone sbagliate, non lo credi anche te? » continuò, cercando di intimidire l'altro, che però non sembrava troppo colpito dalle sue parole. anzi, era sul punto di ridergli addosso per quanto si stesse mettendo in ridicolo, ma rimase in silenzio. « sono particolarmente affezionato a quel ragazzo, hobi. » specificò poi.

il grigio non lo guardava nemmeno, si sistemò meglio la giacca sulle spalle, volendo solo uscire da quel posto e lasciar perdere jimin per il resto della propria vita. se amava così tanto il proprio ragazzo da essere così geloso di chiunque gli si avvicinasse, avrebbe semplicemente dovuto stargli vicino. non capiva cosa potesse volere da uno come lui, dopotutto, si erano parlati solo quel giorno e la discussione non era durata molto. « bè, allora stagli vicino invece che fare tutta questa scenata a me, no? tanto sono solo un piccolo, insignificante insetto. come puoi temere che una persona come me rovini il tuo rapporto con jung hoseok?» rispose, superandolo e lasciandolo indietro, raggiungendo la cassa.

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