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capitolo tredici corretto.

capitolo tredici corretto

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hoseok si era già accomodato sul divano da diversi minuti, tenendo le gambe incrociate e guardando i vari titoli dei film che avrebbero potuto vedere quella sera. si comportava come se fosse casa propria, dal momento che la frequentava da così tanti anni da non poterne dire un numero preciso. non che a jimin questo comportamento gli desse fastidio, anzi, gli ricordava ancora quel filo di relazione che era rimasto vivido nell'ultimo periodo.

non era ancora passato sopra al rapporto che si stava creando tra yoongi e hoseok, e non poteva essere certo che avrebbe potuto sopportare un altro passo falso da parte di quei due. odiava perdere la calma e dimostrare quella parte del proprio carattere fin troppo buia, ma si conosceva abbastanza da sapere con quanto poco poteva perdere la propria pazienza.

raggiunse il proprio ragazzo già bello che a proprio agio nel suo soggiorno, e si sedette affianco a lui. hoseok continuava a guardare i titoli dei vari film, ogni tanto fermandosi per chiedere un parere al minore, e quest'ultimo si limitava a emettere un mugolio con le labbra serrate. involontariamente, lo sguardo gli andò a ricadere sulla parte di braccio di hoseok rimasta scoperta, lì dove il contatore dei giorni felici era in bella vista. riusciva a leggere, al rovescio, il numero di giorni felici che hoseok aveva trascorso durante la sua vita.

con amarezza, jimin arricciò le labbra nel momento in cui si accorse che il numero di hoseok era notevolmente alto. non che fosse diverso per lui, ma loro due avevano avuto numeri sempre abbastanza vicini, come se questo servisse a testimoniare quanto splendidi dovevano essere i momenti passati insieme nella loro relazione. ma adesso notava che il numero di hoseok continuava a salire, sempre di più, anche senza che passassero del tempo insieme, ed il proprio di contatore non sembrava quasi più muoversi.

jimin stava quasi cominciando a dimenticarsi di hoseok, avendolo così spesso lontano da sé. non ricordava più il suo odore, prima inconfondibile anche fra altre mille persone, o che sensazione desse il suo tocco sulla propria pelle.

« ecco a te » disse soltanto dopo qualche minuto, quando la luce proveniente dalla tv diventò l'unica fonte di luce nella stanza e illuminava i loro volti in penombra. passò al ragazzo con sé la ciotola ripiena di pop corn ancora caldi, e gli occhi di hoseok si illuminarono appena alla vista del cibo, mentre vi si tuffava praticamente sopra. tsk, pensò jimin, perfino i pop corn li guardi con più amore nello sguardo che con me.

non ci voleva un genio a capire che niente stesse più andando come prima, come se la trama a quella storia fosse stata improvvisamente cambiata e nessuno avesse avvertito jimin.

eppure, quest'ultimo, guardando hoseok non gli veniva nemmeno in mente per un momento che fosse cambiato. le sue espressioni divertenti, i movimenti, la voce. era rimasto tutto esattamente lo stesso, nulla sembrava diverso sotto gli occhi del biondo. ma qualcosa nel petto gli ricordava quella sensazione di sbagliato, come se quella storia - quella tra lui ed hoseok - non fosse quella corretta.

« prendine anche tu » disse dopo un po' il rosso, con la bocca piena di pop corn, notando che il proprio ragazzo non aveva ancora mangiato niente dall'inizio del film. sporse la ciotola colorata contenente il cibo verso la propria destra, in direzione di jimin.

ma quest'ultimo si limitò a scuotere la testa, rifiutando in modo educato l'offerta. « non ho fame » disse con tono insolitamente serio. come poteva averne? nella testa non riusciva altro che a tormentarsi con il pensiero che hoseok lo stesse tradendo, il cibo non era neanche lontanamente qualcosa di cui andava alla ricerca. cercò di ignorare gli occhi confusi di hoseok che invece di guardare il film erano puntati su di lui, ma non riuscì nemmeno in quello. « che c'è? » sbottó dopo qualche secondo, e si sentiva chiaramente la punta di fastidio presente nella voce.

il volto di hoseok sembrò quasi spegnersi, « sei strano. » disse con tono piatto, non contento del modo di comportarsi dell'altro ragazzo.

jimin portò via lo sguardo, infastidito. che c'è, ora quel nano dai capelli grigi ti ha anche insegnato come parlare come lui? pensò dentro di sé con acidità. si strinse nelle spalle « non so di che parli » rispose.

hoseok arricciò le labbra, e poi si mosse piano verso il proprio ragazzo, tanto vicino da riuscire a sentire l'odore della felpa che aveva addosso quest'ultimo e rendersi conto immediatamente di non riconoscerlo come quello che solitamente jimin aveva su di sé. « è tua questa felpa? » domandò con serietà, ma dentro di sé sentiva già piccoli pezzi cadere a terra. gli sembrava ovvia la risposta, ma sperava che comunque jimin potesse dargli una spiegazione.

il corpo del biondo si fece immediatamente più rigido, bloccandosi. non era sua, ma jimin sapeva che non poteva certamente dire ad hoseok che veniva direttamente dall'armadio di jungkook. « è nuova. l'ho presa da un negozio oggi pomeriggio, non l'ho nemmeno lavata. » mentì sul momento, guardando la televisione davanti a sé.

« non è vero » disse immediatamente hoseok, con durezza, cercando di trattenere la voce che cominciava già a tremare. voleva solo sentire la verità da jimin, e allo stesso tempo ne era spaventato.

il minore lasciò andare dalle labbra un sospiro esasperato « e allora pensa quello che ti pare » sbottò, stanco di tutte quelle domande, incrociando le braccia al petto. sapeva che era nel torto dal momento che stava mentendo, ma se c'era una cosa che gli dava assolutamente sui nervi era quel fare testardo che aveva hoseok alcune volte, un tratto di lui che non aveva mai visto bene.

a quella reazione hoseok sbuffò a sua volta, stanco di un'altra lite e di quegli atteggiamenti di jimin che lo facevano andare fuori di testa e soffrire soltanto. quando aveva cominciato ad uscire con lui gli sembrava di essere come in una favola, ma nell'ultimo periodo si era fatto così ossessionato dal tradimento e allo stesso tempo il doppio riservato su ciò che faceva e lo riguardava. non era più la persona che aveva conosciuto mesi prima.

tornò a poggiare la propria schiena sul divano, anche lui con lo sguardo dritto verso la tv. era ovvio che avesse i suoi sospetti anche lui su jimin, ma la sua mente era come se non riuscisse ad accettarlo, e continuasse a perdonarlo continuamente. è davvero nuova, diceva a sé stesso, è l'odore del negozio. ha cambiato bagnoschiuma. ha fatto la doccia dopo gli allenamenti a scuola e se n'è fatto prestare uno da un compagno. tutte quelle scuse che, tempo dopo tempo, si accumulavano e stavano facendo tremare quella che un tempo era stata una solida relazione.

qualcosa di caldo toccò la mano del maggiore, e quando hoseok abbassò lo sguardo non si stupì nel vedere le dita di jimin intrecciarsi con le proprie. « ehi » lo chiamò piano, con tono basso e calmo « noi due stiamo bene. »

happy days ✓Where stories live. Discover now