Vi presento i Barlow

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Prologo
(Revisionato)

«Credo che la nonna abbia tentato di ucciderti.»

Guardai mia sorella a bocca spalancata, non tanto perché la sua fantasia aveva appena raggiunto livelli preoccupanti, quanto perché erano appena le sette e mezza del mattino e stavo per masticare un biscotto con granella di nocciole senza neanche aver ingoiato quello precedente.

Lei strinse gli occhi azzurri, grandi, vispi, e fece una smorfia profondamente disgustata. «Si vede tutto quello che stai masticando, che schifo.»

«Burro, farina e zucchero» mi difesi stizzita. «E non credo che la nonna abbia tentato di uccidermi, Penelope.» Mandai giù il boccone e con il pollice pulii un lato delle labbra. «Insomma, me ne sarei accorta...» Confesso che non ero del tutto convinta. Ce la vedevo proprio la nonna appostata davanti al mio letto con un cuscino in mano.

«Come hai notato la cotta che Andy Williams ha per te dalla prima elementare?»

Odiavo quando tirava fuori la storia di Andy Williams. Erano passati due anni, eppure continuava a ricordarmi quel bellissimo ragazzo per il quale avevo avuto una cotta così grande da non accorgermi che per lui era lo stesso. Roteai gli occhi.

«Ma dai, quello neanche mi parlava.»

«Per San Valentino ti ha comprato un peluche talmente grande che non siamo riuscite a farlo passare dalla porta.»

«Era una porta molto piccola», mi difesi. Ero lì per lì pronta a staccarle i suoi splendidi boccoli biondi, allora decisi di cambiare discorso. «Perché la nonna dovrebbe uccidermi?»

Ero davvero curiosa.

«Quell'arpia ci odia.»

«Solo te» specificai mentre avvicinavo la tazza alle labbra, ma prima che potessi bere Penelope si sporse in avanti, mi schiaffeggiò la mano e tutto il caffè mi si rovesciò addosso. «Ma che diavolo fai?» sbottai, poi afferrai con rapidità un fazzoletto e iniziai a tamponare la camicia bianca, ormai macchiata di caffè bollente. Era impossibile non notare la chiazza marrone sul colletto.

«L'ho vista metterci del liquido dentro» confessò in tono grave, gli occhi spalancati in uno sguardo preoccupato. «Sembrava veleno.»

Come se la nonna l'avesse sentita, la porta della cucina si aprì e ne venne fuori proprio lei.

Penelope si allontanò da me e finse di pettinare con le dita i lunghi capelli e sistemare il cerchietto nero.

«Bene, bene, bene.» La nonna poggiò una mano ossuta sulla mia spalla e rabbrividii. Non riuscivo a vederla, tuttavia potevo avvertire il suo sguardo da Inquisizione spagnola su di me. «Le mie adorate nipotine che fanno ancora colazione nonostante siano terribilmente in ritardo per la scuola». Lo disse cantilenando, quasi fosse felice di vedere su un piatto d'argento la possibilità di mandarci a letto senza cena. «Penelope, tesoro, hai un capello fuori posto.»

Tesoro? Scoppiai a ridere e per poco non sputai tutto il caffè che avevo bevuto ‒ approfittando della distrazione di mia sorella, o almeno quel poco che ne era rimasto. Penelope mi guardò con occhi carichi di terrore, quasi si aspettasse di vedermi diventare viola e iniziare a soffocare, poi mimò con le labbra un drammatico "Cosa hai fatto?". Qualcosa mi diceva che la sera prima doveva aver guardato quel documentario sui complotti che io mi ero rifiutata di vedere.

Il colonnello Isidora Stroganova, per i più conosciuta come nonna Barlow, era un'anziana signora di origini russe con una forte passione per il controllo. In particolar modo si occupava di: partecipare a importanti eventi sociali, ricordare alla cameriera di ordinare la cucina già ordinata, andare dal parrucchiere di fiducia almeno due volte a settimana e trovare moglie ai nipoti del cuore.

BarlowWhere stories live. Discover now