Goditi la festa

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Quando si trattava di festeggiare uno dei purosangue Barlow, non si badava a spese.

Se poi si parlava del ritorno in patria di Thomas, il primogenito, non vi erano limiti allo sfarzo e al divertimento. Chiunque avesse ricevuto la busta gialla con un sigillo in ceralacca e l'elegante B dei Barlow, sapeva di essere appena stato invitato a uno degli eventi più grossi di Mistville, e che difficilmente lo avrebbe dimenticato. Ero abituata a quel genere di avvenimenti e avevo imparato a nascondermi, mano nella mano con Penelope, sotto qualche tavolo, dietro un divano o nell'angolo più buio del corridoio.

Avevo osservato per anni i calici di cristallo ricolmi di champagne sollevati in onore della forza di Marvin, dell'intelligenza di Henry o della grandezza di Thomas.

La nonna metteva sottosopra casa nostra per renderla il più spaziosa possibile, ma questa volta aveva utilizzato un'antica residenza poco fuori città che la famiglia possedeva da anni, resa sempre inutilizzabile a causa dei continui e necessari restauri. A quanto pareva i lavori erano giunti al termine, e quale miglior occasione per sfoggiare la nostra ricchezza, se non il ritorno di Thomas?

Non ero mai stata alla villa, mai, neanche una volta, ma l'avevo immaginata diverse volte. Eppure quel capolavoro di architettura tardorinascimentale andava ben oltre le mie più sfarzose fantasie.

Era grande, sotto ogni punto di vista.

A partire dall'immenso giardino diviso in quattro sezioni da siepi e sculture vegetali, il tutto decorato da tante piccole lanterne e lucine delicate che gli davano l'aspetto di un tappeto dorato. L'interno aveva soffitti alti e affrescati con piccoli angeli e grappoli d'uva, i finestroni immensi e i lampadari in cristallo.

Penelope, accanto a me, sospirò. Teneva la testa appoggiata contro il ripiano di una delle finestre e osservava il proprio riflesso con aria annoiata.

Di nuovo, sospirò.

Indossava lo smoking che la nonna le aveva vietato di indossare, e già solo per questo le stava divinamente. Capelli legati in una coda all'altezza della nuca e tenuti insieme da un semplice nastro nero, e neanche un filo di trucco, lo stile imprevedibile di Penelope riusciva sempre a colpirmi. A volte eccentrica, altre uniformata a chi la circondava, ma mai fuori luogo, aveva sempre saputo come attirare l'attenzione senza farlo davvero. «Finirà malissimo» borbottò fra sé, e alle sue parole seguì un pesante tanfo di alcol.

«Hai bevuto?» Sorrisi. «Cosa finirà malissimo?»

In realtà anch'io stringevo fra le mani il mio terzo bicchiere di vino, nonostante la nonna ci avesse messe in guardia dal bere alcolici. Non ero certa che l'odore arrivasse solo da mia sorella.

«Accadrà qualcosa di terribile, lo dice anche Lady Eloise.» Sollevò gli occhietti stanchi e arrossati su di me. «In caso, sappi che mi dispiace

«Stai vaneggiando.»

Sembrava davvero preoccupata, quasi più di me, il che era davvero strano. Tra l'avvertimento di Thomas e quel dannato abito scomodo che indossavo, credevo di essere quella più tesa.

Penelope sbuffò per la milionesima volta.

«Spero che qualcuno ti inviti a ballare, perché sei davvero penosa.» Risi di gusto.

Lei sembrò apprezzare e mi rivolse un lieve sorriso, poi si girò di colpo verso la sala.

«Non potrei invitare qualcuno?»

«Perché no?» Bevvi un sorso di vino. «Chi vorresti invitare?»

Anche lei bevve un sorso del mio vino.

Barlowحيث تعيش القصص. اكتشف الآن