La scandalosa parzialità del Colonnello Stronganova

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(Revisionato)


La mattina è il momento della giornata che più mi piace. Rigirarsi nel letto, stiracchiarsi, strofinare la testa contro il cuscino caldo e lasciarsi coccolare dai primi raggi di sole che ti accarezzano il volto... Davvero, amo la mattina.

Con l'aiuto di Henry e Thomas avevo ridipinto le pareti della mia camera di lilla perché lo trovavo un colore delicato e fresco, e desideravo fosse la prima cosa a colpire i miei occhi appena sveglia. Iniziare la giornata serenamente era il miglior modo per essere una persona tranquilla e piacevole ‒ qualità davvero difficili da mantenere se si pensava che ogni dannato giorno ero costretta a discutere con Marvin per il bagno. Passava più di mezz'ora chiuso lì dentro per sistemare il suo sacro ciuffo. A volte pensavo che lo usasse per parlare con gli alieni.

E non era neanche l'unico cesso della casa, quindi perché mio fratello si ostinava a darmi così tanto fastidio?

Devo, comunque, confessare che la mattina seguente il rientro di Thomas non fu Marvin la causa del mio brusco risveglio, ma Louise Belmont. Per quanto piccola e leggera, non era piacevole sentirla saltellare sulla propria schiena.

«Non crederai mai a quello che sto per dirti!» mi strillò a un orecchio con aria eccitata. «È una notizia pazzesca

«Fammi indovinare...» biascicai, mentre tentavo di buttarla giù e di spostare i capelli dalla bocca. «Logan è diventato alto nel giro di una notte.» Ok, non era poi una battuta così divertente, ma mi ritrovai a ridacchiare come una scema. Prendere in giro Logan aveva un non so che di gratificante, soprattutto se fatto appena svegli.

«Oh no.» Louise scosse la testa rossiccia e finalmente si tolse di dosso, poi piazzò il display del suo telefono davanti alla mia faccia. «Qualcuno ti ha votata.»

Ammetto che ci misi un po' a capire di cosa diavolo stesse parlando, soprattutto perché non avevo ancora infilato gli occhiali e vedevo tutto appannato, ma una volta messo a fuoco lo schermo per poco non mi prese un colpo. Era la pagina con il sondaggio "Vota la tua cheerleader preferita", e sotto il mio nome c'era un voto. Uno solo.

«Jan Horàk.» Ero sbalordita, mentre puntavo gli occhi spalancati su Louise. «Sarà ammattito?»

Quello non era qualcuno, ma Jan Horàk! Pronto? Jan Horàk!

«Ammetto di non essere una sua grande fan, ma il modo in cui sta sfidando il divieto imposto da tuo fratello è molto affascinante». Louise sollevò le mani. «Comunque resto dell'idea che dovresti puntare a qualcuno come Vince della squadra di calcio.»

Storsi le labbra. Vince della squadra di calcio non era assolutamente il mio tipo. E quando parlava faceva la doccia a chiunque si trovasse a meno di cinque metri da lui. Per questo era uno sportivo e non uno degli iscritti al club di recitazione: lui calciava e rincorreva la palla, non parlava.

La porta di camera mia venne spalancata da una Penelope pettinata alla perfezione e in divisa. Sorrideva con furbizia, il che non significava nulla di buono. Quale altra catastrofica notizia stava per piombare all'interno della mia cameretta color serenità? Sentivo che a momenti l'avrei ridipinta di nero e verde fluo. Henry avrebbe approvato la mia scelta.

«Thomas ha lasciato Cornelia» annunciò, fiera delle sue doti investigative. Zampettò con fare lesto verso il letto e ci si sedette a gambe incrociate, poi iniziò ad agitare un dito. «Cornelia è cugina di Jan, e lo sanno tutti che è solo grazie a lei se Barlow e Horàk l'anno scorso hanno deposto le armi per lasciare spazio a una fredda convivenza.»

«Non ti seguo» ammisi senza alcuna vergogna. Non ero mai stata in grado di capire quei meccanismi di potere tra famiglie e, a voler essere onesti, avevo sempre tentato di starne fuori.

BarlowWhere stories live. Discover now