Amici Nemici

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(Revisionato)

Quando c'è odore di rivoluzione, l'aria attorno a te diventa più elettrica.

La gente che ti sta accanto sembra avvertire la tua irrequietezza tanto da farla propria, e come risultato non si ottengono altro che liti su liti.

Forse, e dico solo forse, se quella mattina mi fossi alzata con un sorriso, avrei potuto evitare tutte le discussioni che sembravano attendermi dietro ogni angolo.

L'obiettivo principale della mia giornata era trovare Louise, metterla con le spalle al muro e minacciare di strapparle la camicetta Burberry se non mi avesse detto la verità riguardo a lei e a mio fratello Thomas. Ma come tutte le volte che la mia giornata iniziava male ‒ per poi finire inevitabilmente peggio ‒ non fu lei la prima persona che incontrai una volta messo piede a scuola, bensì quel cretino di Logan Hardin.

Vicino a casa mia c'era un punto del marciapiede dove le mattonelle erano completamente distrutte, ed ero riuscita a memorizzarlo solo dopo esserci inciampata per circa un mese. Per Logan era più o meno la stessa cosa: non importava quante volte gli fossi finita addosso, continuavo a non vederlo. Come se ciò non bastasse, sembrava che ogni giorno si appostasse dietro al mio armadietto col solo scopo di far cadere entrambi per terra, esattamente come quella mattina.

Se già dopo quell'imbarazzante scontro mezza scuola era scoppiata a ridere, quando entrambi urlammo: «Guarda dove metti i piedi!» in perfetto unisono, la situazione andò solo peggiorando. Negli anime quasi sempre la protagonista finisce per scontrarsi con l'uomo della sua vita, ma evidentemente io dovevo essere un'eroina di serie b.

«Penso di avere un trauma cranico!» Logan portò una mano alla fronte e gemette mentre se ne stava sdraiato sotto di me. Eravamo incastrati in un modo così buffo che la gente aveva iniziato a fotografarci e a renderci protagonisti delle loro stories di Instagram.

«Penso che tu sia un maledetto cretino.»

«Ho sbattuto contro qualcosa di piatto e duro, credo fosse il tuo pett...»

Senza lasciarlo finire, gli tappai il naso. «Anche io ho sbattuto contro qualcosa di piccolo e morbido, sono certa fosse il tuo...»

Logan mi colpì la mano con la quale stavo tentando di soffocarlo, poi ci guardammo in cagnesco per qualche secondo e, quando la cosa iniziò a diventare imbarazzante, scoppiammo a ridere. Anche se un po' ammaccati e instabili sulle nostre stesse gambe, provammo ad alzarci. Mi venne automatico allungare una mano per aiutarlo, mano che a lui venne automatico afferrare. Iniziava a esserci un'intesa quasi piacevole.

«Starò più attenta» sbuffai. Gli sorrisi, poi lo superai e mi incamminai alla ricerca di Louise. Ero certa di averlo destabilizzato con quell'ammissione di colpa, un disperato tentativo di scappare dalla sua faccia da angioletto ingenuo alla quale non sarei mai riuscita a nascondere la mia angoscia per la sua relazione. Sapevo che non era una cosa carina da fare, ma preferivo di gran lunga evitarlo.

«Barlow» mi chiamò in tono stranito, allora mi sforzai di guardarlo con un'espressione il più disinvolta possibile.

«Sì?»

«In realtà ti sono finito addosso di proposito».

Rimasi imbambolata a fissarlo, senza capire perché avesse fatto una cosa così insensata, in attesa che lui continuasse. «Eri talmente pensierosa che non hai neanche sentito i miei insulti, così ho pensato di farti arrabbiare un po'.»

Era così serio che ebbi di nuovo la sensazione di avere davanti una persona diversa, il suo gemello buono.

Sentii il bisogno di allentare tutta quella tensione, allora scoppiai a ridere. «Ci sei riuscito.»

BarlowWhere stories live. Discover now