Oche con la permanente

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Louise se ne stava seduta in braccio a Logan, le mani che giocavano con i suoi capelli biondi e ribelli che sembravano divertirsi a sfuggire al suo controllo.

Lui rideva, la stringeva dai fianchi e le lasciava fare tutto ciò che voleva, in attesa della sua ricompensa per tutta quella pazienza, un bacio, e il momento che lo precedeva era sempre lo stesso: si guardavano, ridacchiavano e poi lui le sistemava qualche ciocca di capelli dietro l'orecchio, nel perfetto ritratto di due adolescenti felici e innamorati.

Era solo a quel punto che Louise sorrideva e allungava il collo verso di lui, che in automatico sollevava una mano dalla sua vita al volto per guidarla verso di sé...

Accartocciai violentemente la lattina di Coca Cola e allontanai lo sguardo da quella scena disgustosa.

«Nervosetta ci tenne a informarsi mio fratello Henry, mentre a sua volta distoglieva lo sguardo da Logan e Louise che amoreggiavano. Sorrise.

Dio, quanto mi dava sui nervi...

«Perché sei con noi, Henry?»

Era l'ora di pranzo e a mensa ero andata a sedermi al tavolo dove ero solita incontrarmi con i miei amici, ma chissà perché quel giorno oltre a essere arrivati in ritardo erano persino passati oltre per seguire Louise verso un tavolo che fino a quel momento non avevamo mai calcolato. Un tavolo senza me.

Al contrario loro, Penelope e Henry si erano uniti al mio pranzo con estrema nonchalance.

«Deve aiutarmi con un compito di storia dell'arte.» Penelope tirò un calcio alla mia sedia. «Lascialo in pace.»

«E poi» si difese Henry, con un certo fastidio. «Ti ricordo che io sono il fratello neutrale.»

Già, ma solo perché era gay e questo lo aveva escluso dalla lista dei privilegi che spettavano ai purosangue etero dei Barlow. In altre circostanze ‒ per esempio con una nonna normale e non con un comandante delle SS ‒ sarebbe cresciuto egoista, stronzo e viziato proprio come Marvin e, ahimè, a quanto pare persino come Thomas e, a proposito di Thomas...

«Settimana prossima ci sarà la festa di quell'idiota, vero?» mi lamentai con aria sconsolata, mentre poggiavo la fronte contro le braccia. Certo, il compleanno di Thomas per me e Jan sarebbe stata un'ottima occasione per provocare la mia famiglia, ma non ero dell'umore adatto a una festa e relativi preparativi come vestito, trucco o capelli. Avrei indossato l'abito dell'anno precedente, tanto chi se lo ricordava?

«Non era il tuo fratello preferito?» Henry rise di gusto davanti alla faccia contrariata di Penelope.

«Pensa un po', Henry, la situazione è talmente grave che al momento sei tu il mio maschio preferito di casa Barlow.»

Non riuscimmo a non ridere, e lo ringraziai mentalmente per essersi seduto lì con noi. Per Penelope starmi accanto era la norma, mentre lui aveva rinunciato al tavolo con i suoi amici e il suo ragazzo solo perché preoccupato dall'evidente allontanamento di Louise e del resto del gruppo. Non era riuscito a lasciarci sole, a differenza di Marvin che si era limitato a lanciarci qualche sguardo dubbioso.

«Pensi di invitare il tuo ragazzo al compleanno di Thomas?» mi chiese con estrema malizia.

«Ovviamente! Non mi perderei mai l'occasione di dare fastidio ad Athena e alla nonna.»

«E Jan verrebbe?» Penelope era davvero dubbiosa, mentre ragionava sventolando in aria una forchetta di plastica. «Voglio dire, sarebbe pazzesco se ti infilasse la lingua in gola davanti alla nonna, ma... casa nostra è il quartier generale del suo nemico

Sentii il volto andare in fiamme a causa dei modi poco eleganti di quello scaricatore di porto di mia sorella, ma fortunatamente ‒ o per sfortuna ‒ una quarta persona sedette al tavolo degli esclusi con molta più classe di tutti noi messi assieme.

BarlowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora