Questione di tempo

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(Revisionato)


«Mi piacerebbe far parte delle cheerleaders.» Penelope era tornata in camera da circa dieci minuti e non faceva che lanciare languide occhiate a Louise, la quale non sembrava notare le insistenti e silenziose richieste di mia sorella. Nel caso fosse sfuggito a qualcuno: voleva far parte delle cheerleaders.

Louise era comodamente sdraiata sul letto, accanto a me.

In un solo pomeriggio eravamo riuscite a farci fuori buona parte di una serie Netflix, concedendoci qualche pausa solo per andare in bagno.

Era da un po' ‒ da quando si era messa col nano ‒ che non facevamo una cosa simile.

Tutto sommato era stato un buon primo giorno di scuola, che meritava di essere festeggiato e, visto che Cornelia era stata invitata per cena, ne avevo approfittato per trascinare dentro anche la mia migliore amica.

«Dovresti provare la selezione!» Louise sorrise entusiasta a Penny, ma senza prestarle particolare attenzione. Era troppo rapita dal suo Instagram. Doveva badare a più di tremila followers, al contrario mio che raggiungevo a fatica i centoquaranta. A mia discolpa posso dire che avevo il profilo privato e rifiutavo più della metà delle richieste. Neanche Marvin mi seguiva, perché a suo dire non poteva superare i settantaquattro seguiti, ed era già a settanta. Quanto a Penny, lei aveva un profilo falso con un nome da uomo ‒ William Da Pittsburgh ‒ e che usava solo ed esclusivamente per ficcare il naso nelle vite degli altri.

«O potresti farmi entrare!» provò ad avanzare mia sorella mentre sbatteva le ciglia e mi lanciava loquaci cenni della testa traducibili in "Mi servirebbe il tuo supporto, Barlow".

«Eh già. Perché no?» balbettai con aria impacciata, e Penelope mi rimproverò con un'occhiataccia. In effetti non ero stata molto convincente, ma, se non altro, ero riuscita a distogliere l'attenzione di Louise dal suo dannatissimo iPhone rosa.

«Mi spiace, Penny, niente favoritismi!» sbottò con aria severa.

Iniziai a sentire l'aria che si caricava d'elettricità, soprattutto perché c'erano due sole cose al mondo che Penelope proprio non sopportava: chi le diceva di no e Louise Belmont, e se univi questi due ingredienti rischiavi di far scoppiare una guerra dalle dimensioni catastrofiche...

Cogliendomi del tutto impreparata e andando ben al di là delle mie aspettative, la più piccola di casa Barlow non iniziò a battere i piedi o a gridare, ma peggio, sorrise.

«Saprò convincerti» cinguettò allegramente, tuttavia il retrogusto amaro di quella frase era percepibile fra le labbra.

Prima che Louise potesse ribattere a quella sottile minaccia, il campanello suonò tre volte. A me bastò la prima per balzare giù dal letto e rovesciare la ciotola ricolma di patatine. Volai fuori dalla stanza e scesi le scale saltando i gradini due alla volta e per poco non finii dritta per terra, magari con qualche osso rotto ‒ di certo mi sarei comunque rialzata senza neanche badare al dolore. Quando si trattava di Thomas ogni cosa passava in secondo piano, soffocata dalla voglia di vederlo il prima possibile. Il suo ritorno era un qualcosa di cui gioire, soprattutto per me e Henry. Quanto a Penelope e Marvin... loro avrebbe preferito devitalizzare un dente senza anestesia.

«Less, rallenta!» Louise rise in cima alla rampa di scale, seguendomi con passo decisamente più tranquillo.

Superai con eleganza la porta d'ingresso spalancata e mi arrestai di colpo.

«Ma dov'è?» piagnucolai dopo aver constatato che lui non c'era, a meno che mio fratello non si fosse trasformato in due valige verde scuro.

Sconfitta, feci per rientrare in casa, ma a quel punto qualcuno mi picchiettò una spalla e non ebbi bisogno di accertarmi che fosse proprio Thomas per voltarmi e lanciarmi su di lui. «Tommy!»

BarlowTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang