Capitolo 10

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Non trovo corretto rovinare la lettura, chi vuole spiegazioni sulla mia assenza. Può cercarmi.

Non avrei mai potuto immaginare o pensare che quello sarebbe stata l'ultima occasione per poterci amare, parlare, abbracciare e baciare.

Il mio mondo crollò, le mie finte speranze svanirono.

Sono stata fin troppo ingenua, dovevo crescere. Basta obiezioni, la mia vita è questa, doveva essere questa e per quale meschino gioco del destino sono cresciuta in modo diverso.

È successo tutto qualche mattina fa, mi ero appena svegliata, come al solito Jeremiah non c'era. Qualche minuto dopo mi decisi ad alzarmi e scendere in cucina.

A metà delle scale sentì mio marito gridare, colmo d'ira. Pensai di andarmene, probabilmente erano argomenti che non mi interessavano.

Grande errore.
Ogni cosa. Restare, andarmene, ascoltare, pensare. Tutto.

Mi bloccai quando udì il nome di Luca, il mio amore era lì. Perché?

E cosa aveva fatto?

Due secondi, una frase, quattro parole.

"Sei obbligato a sposarti"

Il mio mondo rimase immobile, abbandonandomi a me stessa.

Non capivo, non sentivo e non percepivo. Successivamente piombò un qualcosa, su di me.

Fece male, tanto male.

Mi chiusi in camera, piansi e non ne uscì più.

Io e Luca non abbiamo più niente da dirci. Io e Luca non siamo più niente.

È stato bello amore mio.

Stavo dicendo addio ad un grande amore e ne stavo per accogliere un altro.

Fra le varie cose sono stata molto superficiale. Il ciclo. Era in ritardo e osservando il calendario, il ritardo è di quasi due mesi.

Potrebbero essere vari fattori a bloccare il mio organismo.

E anche se fosse. Il bambino non era di Luca, abbiamo fatto l'amore una settimana fa.

Non aspettai.

"Jere"
Lo chiamai. Stava riposando, stanotte non riesco a chiudere occhio. I suoi capelli sono così morbidi. Le mie mani non riuscivano a star ferme.

Mugugnò.

"Scusa, è tardi, hai ragione"
Dissi, interpretando quel verso come troppa sonnolenza.

"No, è questo massaggio che mi rilassa"
Sorrisi.

"Penso di essere incinta"
Jeremiah alzò subito il busto, occhi svegli e sguardo incredulo.

"Come? Quando?"
Domandò con molta velocità. Portando la sua mano sulla mia pancia.

"Ho tralasciato questo particolare, un ritardo di due mesi e me ne sono accorta stamattina"
Da quando ho cancellato il fratello di mio marito dalla mia vita è come se dentro di me ci fosse un'apatia/indifferenza/serenità. Non saprei definirla.

I gesti parlarono molto di più di qualsiasi parola.

I suoi furono degli abbracci così delicati, caldi e forti al medesimo tempo.
Temeva di farci male.

Mi ringraziò. Mi baciò, il che non mi fece impazzire, ma non potevo fare altrimenti.

Desiderava fortemente una famiglia, avrei impedito, però, qualsiasi forma di rabbia o violenza riguardo la sua crescita.

È vero, non ne eravamo certi, ma sono comunque due mesi di ritardo.

Domani, non avremmo perso tempo con dei test, farò una visita e ci toglieremo ogni dubbio.

Forse avrei dovuto interpretare questo segno come morto un papa, se ne fa un altro.

Avrei perso l'amore, ma ne avrei trovato uno molto più grande, bello e importante. Tante cose, sicuramente tutte, sarebbero passate al secondo piano.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant