Capitolo 37

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"Ti andrebbe di restare da soli?"
Domanda, rompendo quel silenzio che si era creato a causa del mio sonno troppo pesante per mantenermi sveglia abbastanza da poter parlare.

"Da quant'è che siamo così?"
Una mia curiosità improvvisa, una domanda stupida ed insensata.

"Potevi almeno rispondermi, saranno una quindicina di minuti"
Da quindici minuti dentro la vasca, abbracciati, ero io a chiedere queste piccole attenzioni e lui non si tirava indietro.

"Comunque, la mia risposta è si"
Rispondo alla sua domanda, sebbene in ritardo.

Nel mentre gioco un po' con la schiuma, mettendola fra le mani e creando delle forme.

"Perfetto, tanto già avevo dato una settimana di riposo a tutti"
Beh, non si smentisce mai, volere o volare si fa come dice lui.
Per lo meno, potremmo recuperare il tempo perduto e se per mio marito questo è un atto d'amore, glielo concedo.
Inoltre quel via vai di gente non mi è mai piaciuto.

"Certo che è bella, no?"
Mi girai, non capivo a cosa si riferisse.

Mi bastò il suo sguardo che puntava verso la mia pancia non particolarmente grossa.
Si, oggi è nettamente romantico.

Sorrido e annuisco.

Nostro figlio è la cosa più bella che potessi avere e desiderare.

"Voglio dirti perché non ero qui"
Incredula e sorpresa mi volto verso di lui.
Jeremiah forse per l'imbarazzo del dirmi di non star bene, come mi aveva detto suo fratello, non mi guarda negli occhi, ma si concentra sul mio ventre, riempiendolo di coccole.

"Sembrerebbe che la presunta famiglia che distrusse la tua, abbia qualche nuovo alleato e qualche nuova idea.
Nella tua condizione, non volevo preoccuparti"
Gli do un bacio, accarezzandogli la guancia.

È così diverso.
O forse sono io che non ho mai visto la sua vera indole.

Certo è un disastro sotto tanti punti di vista, ma a modo suo ama e lo dimostra.
Bisogna saper cogliere i suoi messaggi.

"Guarda che sono incinta, non con un deficit al di sotto della media o con qualche handicap"
Sottolineo, cercando di fargli capire che dovremmo essere il sostegno dell'altro e che non deve considerarmi come la rosa della La Bella e La Besta sotto una teca di vetro.

"Non intendevo dire ciò.
Dopo l'altra volta, voglio preservarti da qualsiasi preoccupazione, paura e proteggervi"

Stringo la mia mano alla sua.

"Quel bambino o bambina, resterà per sempre con noi.
Purtroppo capita ed anche se non riuscirò mai a darmi pace, adesso devo occuparmi di lui e poi stiamo parlando di nostro figlio.
Ti sei visto?
Sei indistruttibile, sei intelligente, a volte sei dolce"

"A volte?"
Mi interrompe, offeso.

"Grazie"

"E dai, cretino"
Dico, schizzandogli dell'acqua in faccia.

Entrambi volevamo avere la meglio, così da due schizzi, si è creato un vero disastro.

Il pavimento è bagnato e Jeremiah ha paura che possa scivolare.
Prima esce lui, provando poi a porgermi la mano ed evitare di cadere, data la mia grande incapacità nel farne una giusta.

"Ci sei?"
Domanda tenendomi stretta sui fianchi.

"Sisi.
Neanche quando mi ruppi la caviglia ci furono tutti questi problemi"
Borbotto.

"La prossima volta non ti aiuto e se dovessi cadere, ti riderei in faccia"

Certo.

"Va bene.
Brontolo io vado a cambiarmi"
Alludo all'accappatoio, preferendo degli indumenti comodi.

Una volta in salotto, dopo essermi cambiata, prendo una delle numerose riviste su articoli premaman, i giochi fondamentali per un neonato, i ciucci migliori e così discorrendo.

"Il tiralatte: un alleato per le neomamme?"
Arriva mio marito con una tuta nera ed una maglietta del medesimo colore.

Dietro di me guarda l'articolo di pagina 12, particolarmente stranito.

"Tutta questa roba inizia a spaventarmi"
Commenta inseguito per dirigersi verso il divano.

"Andiamo.
Guarda!
Ciuccio, biberon ed il cuscino d'allattamento con i cuoricini fluorescenti"
Emozionata dall'idea di comprarli.

"Che grande fortuna"
Esordisce dal divano, con grande impeto devo dire.

"Pensaci.
È notte, lui o lei piange, non troviamo il ciuccio o il biberon e poi li vedi.
Perché noi geni del male li abbiamo comprati fluorescenti"
Immagino già la scena.

Noi esausti, con gli occhi ancora socchiusi nel bel mezzo della notte ed il nostro piccolo che piange.

"Geni del male?
Abbiamo ancora tempo e poi non sarebbe meglio togliere tutti questi cuorici e prendere robe con draghi, calciatori?"

"Ah non iniziare, non lo sappiamo.
Quindi io mi preparo a qualsiasi evenienza, maschio o femmina che sia"
Mettiamo fine a questi discorsi, basta che sia sano, il resto non importa.

"Maschio!"

Mi dispiace di non aver avuto costanza, negli aggiornamenti.
Prima l'alternanza che mi teneva impegnata fino alle 19, poi la scuola e problemi di salute.
Successivamente le vacanze di Natale, il rientro traumatico a scuola, una serie di interrogazioni e verifiche, fino ad oggi che sto nuovamente male.

Bene, dopo questo resoconto, spero che vi piaccia.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora