Capitolo 33

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Jeremiah passò la sua giornata chiuso in ufficio, ma stavolta dubito fortemente che impiegò tutto il suo tempo a lavorare.

L'ho visto particolarmente stanco, magari voleva ritagliare un suo spazio dove trovare quella serenità tanto desiderata.

E qui sorge un'a domanda, cos'ha fatto per ritornare stremato?

Luca cambiò, non saprei definire bene su cosa, ma c'era un qualcosa di diverso in lui.

Io e Luca passammo la giornata insieme; vedere la televisione, parlare del più e del meno, parlando di cosa devo procurarmi prima della nascita del bambino o bambina e nei pasti.

"Spero che assomigli a mio fratello"
Fu questa la sua risposta alla mia domanda, riguardante il sesso del bambino.

Quella frase mi lasciò interdetta, non ho mai sentito una cosa del genere.

Perché poi?
È naturale che assomigli al padre, insomma almeno una minima somiglianza dev'esserci.

Quale sarebbe il suo interesse, qual'ora non dovesse assomigliargli tanto?

Persa nei miei pensieri, calò il silenzio fra di noi, non me ne resi conto.

Fino a quando, la persona più forte ed importante arrivò e distrusse ogni cosa.

Entrò in salotto, con una maglietta bianca che resero evidenti le sue spalle larghe.

Le spalle larghe sono sempre state un mio punto debole e desiderio, ho sempre sperato di potermi innamorare e magari sposare con un uomo che rispettasse quella caratteristica.

Guarda un po', sono stata accontentata, almeno su questo, non posso proprio lamentarmi.

"Luca, ti sono debitore per il tuo supporto.
Adesso puoi andare a casa tua, dalla tua fidanzata"
Il suo era un ordine, sebbene utilizzò un tono delicato, sapevamo cosa aspettarci da lui e quando ubbidire.

"Torni da un giorno all'altro e credi di potermi dire di star lontano dalla donna che aspetta tuo figlio?
Nonché mio nipote.
Scordatelo"
Luca fu mosso da tanto coraggio, fece un affronto, secondo le idee di Jeremiah.

Rispondere a tono, non dar ascolto, ribattere ed umiliare, non erano una buon'idea se volevi evitare guai.

Jere, spostò il suo sguardo su di me, ancora seduta sul divano.
Capì cosa voleva farmi capire.

Mi stava dando la colpa.

Se non mi fossi aperta tanto, Luca non si sarebbe comportato in quel modo.

Purtroppo fra i due ci sarei sempre stata io di mezzo, volente o nolente, stava a me decidere da che parte stare.

"Hai perfettamente ragione, motivo in più per il quale io debba restare con mia moglie.
Ho perso già tanto tempo prezioso, vorrei recuperare ogni singolo secondo di questa gravidanza.
Per questo, ti ribadisco di tornare a casa"
Concluse poggiando le sue mani grandi sui fianchi, rendendo più ampio il suo petto, per dimostrare chi fosse il pesciolino e chi fosse lo squalo.

Luca provò ad insistere, ma invano, infatti mezz'ora dopo se ne andò a casa sua.

Lasciandomi sola, con una persona che stava nascondendo qualcosa e della quale non so se potermi fidare.

Buon sabato a tutti, vi voglio bene❤

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora