Capitolo 47

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Anche se io e mio marito avessimo unito le forze, per quel minimo aiuto che gli potessi dare, giungemmo ad un punto fermo.

Tutti gli indizzi ci indirizzavano ad ipotesi, nulla di concreto per essere certi che Luca ci stesse trandendo e che stesse contrattando con gli assassini della mia famiglia.

Sono figlia unica e non posso comprendere il dolore che lo sta logorando, Jeremiah tenta di mantenere il suo status da uomo alpha, ma chiaramente non sta bene.
L'unico che amava, l'unico di cui si fidava, sangue del suo sangue, la sua famiglia, gli aveva voltato le spalle, lo stava tradendo.

A volte mi aggrappo alla speranza che magari vuole semplicemente allargare gli affari, magari ha una sorpresa per il suo fratellone, ma questo silenzio, questo dannato silenzio, rovina tutto e soprattutto mette in dubbio ciò che ci circonda.

Nel mentre il matrimonio di Luca e Sasha si avvicina sempre più, oramai manca poco, come per la mia gravidanza, un mese e potrò vedere il mio bambino.

"Cos'è questa puzza?"
Dovetti tornare indietro, a causa della nausea provocata da quel fetore.

"Fino a due giorni fa ti piaceva il puré"
Sbuffò, e lo comprendo, neanche io riesco a capirmi.

"Mi spiace, ma è terribile, posso assicurarlo"
Dovrebbe ricevere un premio, sono proprio una frana.

Ricordo d'aver conosciuta una signora, per i vari controlli prima del parto, la quale era un fiore, alle sette del mattino correva, poi sistemava casa, mangiava rigorosamente carne bianca e verdure, inoltre voleva essere e ci riusciva, totalmente indipendente dal marito, che tra l'altro non era lì quel giorno.

Rimasi esterrefatta ed anche con la dignità sotto terra.

Soprattutto adesso, alzarmi dal divano o dal letto senza addormentarmi è un impresa, Jeremiah non mi fa alzare un dito e divoro qualsiasi cosa come un aspirapolvere.

"Gli involtini vanno bene?"
Chiede ed io annuisco, quelli continuano a piacermi.

"Qual è la nostra prossima mossa?"
Domando, mettendo dell'insalata sul piatto.

Alza lo sguardo, un po' incredulo.

"Nostra?
No, ho fatto un errore.
Sei incinta, inoltre, metterti in mezzo potrebbe essere pericoloso"

"Aspetta, siamo in due, non puoi fare da solo, se posso voglio darti una mano.
Poi, di, di che pericolo stai parlando?"
Cosa non stiamo capendo?
Cosa chi sta sfuggendo?

"Io sono l'uomo, io sono il capo, spetta a me proteggerti"
Avevo colpito il suo orgoglio.
A quanto pare non è stato abituato alle idee femministe che circolano al liceo, ricordo quanto una battuta totalmente idiota potesse scaturire l'inferno.

Nessuno si è mai reso conto quante emozioni e dolore, direi, sopportiamo?
Il parto, il ciclo, occuparsi della casa anche quando non siamo al settimo cielo o stiamo bene, lo stesso vale per il lavoro, dobbiamo essere in forma smagliante per non apparire esagerate o preoccupare gli altri e successivamente si accompagnano i cliché della società, donna in carriera, donna di casa in grado di saper stirare e cucinare, sempre disponibile per il suo uono... non mi prolungo oltre, finirei per esplodere.

In poche parole, siamo abbastanza forti da far uscire da un buco di non so, quindici centimetri o poco più, un essere di tre, quattro kili, ma non abbastanza forti per poterli aiutare e supportare la famiglia.

Menomale che in molti aprono gli occhi, ma per quanto sia intelligente Jeremiah, prima che possa ragionarci, ne passerà di acqua sotto i ponti.

"Il solito idiota.
Sai, non ho intenzione di farti da balia.
<Io prego solo il Signore> diceva mio padre.
Se dovessi aver bisogno di questa debole e fragile donna, sai dove trovarmi"
Con difficoltà, a causa dell'enorme ventre che mi ritrovo, mi alzai e lo incalzai per bene, prendendolo in giro a sufficienza.

"Amore mio, non prendere esempio dall'uomo della pietra.
La più grande alleata che tu possa mai avere è una donna, ricordalo"

Come state?

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora