Capitolo 30

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Ho paura, non me ne capacito, alla fine è solo un uomo che sta entrando in casa sua e tra l'altro mi saluta in modo cordiale e cavalleresco, come sempre.

I suoi movimenti non erano cambiati, cosa mi metteva così in allerta, pronta ad aspettarmi il peggio.

"Non mi saluti?"
Domandò, con un leggero sorriso.

Posò la giacca e sbuffò.

Provo a dire qualcosa, a parlare, ma balbetto delle parole incomprensibili.

"Come state?"
Si avvicinò e non appena avvicina le sue mani alla mia pancia, nettamente più grande a quando lui era qui, lo spinsi.

Credeva seriamente di tornare qua e di far finta che tutto vada bene o che mi beva la scusa dei lavori all'estero e via discorrendo.

A quanto pare dovevo essere troppo disinteressanta a lui.

Mi son resa conto di non essermi mai preoccupata di conoscerlo al 100%.

E questo a stato il mio errore più grande.
Si sa, per sconfiggere il nemico, bisogna conoscerlo, per studiarlo e scoprire come, dove e quando colpirlo.

Forse il mio desiderio di andarmene non è mai sparito.

Sennò, vorrei semplicemente capire con chi ho a che fare e avere più controllo della mia vita.

Ed anche di quella del bambino, tutta questa ribellione è nata per lui.
Il mio desiderio di proteggerlo e donargli il meglio consiste in questo, diventare, in parte una di loro.

Jeremiah sorride.
Questa sua sfacciataggine mi da sui nervi.

Ma è anche colpa mia, se pensa di potermi comandare devo anche averglielo permesso.

Si avvicina e prova a baciarmi.

Con rabbia lo allontano, girando il viso e spintonandolo, poggiando le mani sul petto.

Jeremiah è molto forte e sono riuscita a smuoverlo grazie al suo essere colto di sorpresa.

Immaginava di trovarsi una mogliettina felice e magari pronta ad accoglierlo a braccia aperte chiedendogli come sta e se dovessi fare qualcosa in particolare per lu.

Beh, no. La sua donna perfetta non sono io.

"Ok, sono stato via più del previsto.
Le procedure si sono dilungate più del dovuto, non avevo preso in considerazione questa probabilità"
Alludendo che fosse questo il problema, riprovo ad avvicinarsi.

Di consequenza, feci qualche passo in dietro.

"Io non sono una puttanella, non puoi trattarmi così.
Sono tua moglie, dovrà pur valer qualcosa questa parola.
Non mi sto riferendo alle regole che devi rispettare, sennò dovrei intendere che sei così forte come credi.
Io vorrei sapere che cosa significa per te la nostra unione"
Si è comportato come se fossi una totale estranea.

Una persona che non necessariamente deve sapere cosa fa o meno.
Un elemento x che porta in grembo suo figlio.

Intuiva qualcosa di diverso in me, intuiva il mio cambiamento.

Si manifesta attraverso;
il mio linguaggio.
il mio comportamento.
i cambiamenti applicati alle regole della casa.

"Tra i due il più sfortunato, sei tu.
Hai perso varie ecografie.
Hai perso le variazioni che ho apportato alla casa ed altri elementi.
Hai perso me.
Senza una spiegazione, senza un preavviso.
Non hai fatto una cazzo di chiamata, o almeno pensare ad un misero messaggio.
Tu non hai pensato a noi neanche per un secondo, questo è quello che ricevo da un insieme di quesiti.
Te ne sei fregato, ci hai tratti come estranei, come persone inutili e indegni di avere spiegazioni"
Non è arrabbiato, altrimenti avrebbe già sbraitato, mi avrebbe interrota e ribadito che a comandare qua è lui.

"Non sono cose che vorresti sapere.
Ti proteggo, dovresti ringraziarmi"
Aggiunge a braccia conserte, esprimendo il suo dissenso alla mia ribellione con una smorfia.

"Essere moglie, avere un bambino insieme, comporta anche questo.
Condividere, sapere e conoscere il bene e il male.
Ripeto: voglio una spiegazione e cosa dovrei fare per te"
Lui mi ha voluta nella sua vita, lui ha fatto il possibile per avermi con sé.

Lo sto accettando e riuscirò a metabolizzarlo, una volta partorito.

Farò una famiglia insieme a lui e questo cambia veramente tante cose.

"Da quando in qua ti comporti come una donna Alpha?"

"La colpa è stata la mia, sono rimasta la solita ragazzina capricciosa che accettava solamente le cose belle.
Purtroppo quella merda fa parte di te e pretendo di sapere, soprattuto ora che mi hai lasciata giorni e giorni da sola.
Io devo anche occuparmi di lui, dato che te non sei intensionato a farlo"
Voglio dorgli ogni singolo pensiero che ha trapassato la mia mente.

"Mi preoccupo sempre di voi.
Questo bambino è la cosa più bella, per me.
Questo bambino è la cosa che ho desiderato più di ogni altra cosa.
E non vi ho lasciato soli, mi pare che Luca sia rimasto qui"

Alzo gli occhi al cielo, ripensando a quanto l'abbia torturato.
Devo aver esagerato, dovrei farmi perdonare.

Dopotutto non era lui il mio obbiettivo o la causa della mia rabbia.

"Gli ho dato del filo da torcere.
Sottovaluti una donna incinta incazzata"

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora