Capitolo 23

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Stava accadendo qualcosa, ne sono certa.

L'aria, i comportamenti delle persone all'interno della casa e di coloro che conosco meglio, sono diversi.

Loro e Luca sanno, ma non vogliono dirmi nulla.

Tipo, perché Jeremiah è scomparso?

Non lo vedo da una settimama, di solito quando parte o cose del genere, prende due decidono.

La prima, mi porta con se.

La seconda, mi lascia qui, super controllata e mi chiamerebbe ogni qualvolta ne avesse l'occasione.

Un pensiero che non mi abbandona mai e non mi fa star serena è, se lui era così contento di diventare papà, di proteggermi e di non perdersi neanche un singolo secondo, perché sparire?

Insomma, dopo aver tanto agognato per questo primo genito, adesso trova il tempo per farsi inghiottire dalla terra?

Detto ciò, al terzo giorno di solitudine, Luca si trasferì qui.

Ahimè, Sasha lo seguì.

Dopotutto, la vedo poco e ne sono felice.
Impiegha gran parte del suo tempo a mamgiare semi e pietanze particolari per restare in linea, spendere soldi, farsi bella e spettegolare con le amiche.

Il che è alquanto strano, strano perché sono cose che fondamentalmente facciamo tutte; farsi belle, parlare con le amiche.

O almeno, io credo.
Eppure, qualcosa mi dice di starle lontana.

Tante volte non ho seguito il mio istinto, successivamente mi ritrovavo nella merda.

Adesso andrà diversamente.

"Luca"
Lo risvegliai dal suo stato di dormiveglia.

Nel giardino si stava molto bene, a breve sarebbe arrivato l'autunno ed è giusto godersi queste ultime giornate estive.

"Mh"
Povero, era davvero rilassato.

"Scusa, mi sono dimenticata"
Decisi di mentire, ci avrei pensato da sola.

Inoltre, avrei dovuto odiarlo... tentativo vano.

La scorsa notte non riuscivo a dormire e feci una piccola passeggiata: cucina, salone, bagno e camera.

Tornando a letto passai davanti la loro stanza, esattamente accanto alla mia.

"Pronti ad aiutarmi per qualsiasi cosa"
disse Luca.

Dovetti maledirmi quella sera.

Sentivo i loro gemiti, ogni frase d'eccezione di Sasha, ogni incitamento e il rumore che proveniva dal letto.

Per non passare come autolesionista o masochista, corsi via.

Rimasi lì pochi istanti, eppure erano bastati per farmi morire.

"No, dimmi.
Cosa devo prenderti?"
Si era alzato, aveva capito che avevo una voglia.

Una settimana, una sola e già mi comprendeva.

Si può fare paura e tenerezza al medesimo tempo?

"Pesce.
Preferibilmente: polipo, calamari e pesce spada"
Uno dei tre, ma se me li avesse portati tutti, mi sarei inchinata al suo cospetto.

"Credo che i calamari ci siano, esco a prendere il resto"
Lo fermai.

Restare sola mi faceva paura.

Luca mi faceva star serena.

È l'unico di cui mi fido, so per certo che mi vuole bene, mi proteggerà e resterà con me.

"Mi va bene, resta.
Ho paura, perfino della mia ombra.
Qualcosa non va e questo silenzio non mi aiuta a non farmelo credere"
Confessai.

Luca stava facendo già abbastanza, le lamentele inutili di una ragazzina erano superflue.

Me l'ero promessa, non una parola con lui.

Ora invece sto vuotando il sacco.

Uffa!

"Ti fai solo delle storielle inutili"
Nasconde, ancora!

Inizia a darmi su i nervi.

Celare l'evidenza e credere che io me la beva.

Sono incinta, non sono diventata deficiente di colpo.

"Sarò ingenua, sarò più piccola. Lo ammetto, ma cogliona non è in questa categoria"
Chiusi lì il discorso.

Dovevo mettermi l'anima in pace.

Se non mi ha riferito nulla all'inizio, devo rinunciarci, non me lo dirà adesso.

"Lagnona"
Prese posto accanto a me, tirandomi verso di se e coccolarmi un po'.

La mia vita faceva nettamente schifo.

Avevo l'uomo, l'amore della mia vita sotto di me ed io ero promessa ad un altro.

"La vita fa schifo"
Quel mio pensiero uscì dalla mia bocca, senza volerlo.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Место, где живут истории. Откройте их для себя