Capitolo 32

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Prese questo benedettissimo caffè, facendomi restare nel dubbio, piena di pensieri strani e nervoso.

Tanto nervoso.

Non appena appoggiò la tazza sul tavolo, scattai come una molla, oramai da troppo tempo distesa.

"Posso accettarlo, non mi ami, non riesci a sfogarti, hai i tuoi bisogni.
Tutto, sul serio non mi faccio più problemi, su nulla, ma il bambino non dev'essere sottovalutato, non deve essere messo da parte"

Per me può andare anche a puttane, non me ne frega, mi adeguerò come ho imparato a fare.

Ora, non voglio dire di non amare mio figlio, ma Jere lo ha desiderato così tanto questo bambino che adesso sembra na presa per il culo, la sua assenza.

"Ah ah"
Mi piegai leggermente verso l'addome, non era nulla di chè.

Temendo il peggio, si alzò, dopo attimi di silenzio.

Toccò la mia spalla e cercò il mio sguardo, provando a mettermi in una posizione eretta.

"Devo fare pipì, sta tranquillo.
Capita di doverla fare così, a caso, di punto in bianco"
Dissi togliendo le sue mani dal mio corpo e scappai in bagno.

Nel bel mezzo della mia pipì, fece capolinea il grande puffo...

"Su una cosa siamo d'accordo, il bambino"

Annuì, aspettando la sua uscita di scena.

"Ma non credo che te la sia passata così tanto male, te e mio fratello avete un ottimo legame, forse anche troppo"
In quel preciso istante, se ne andò.

Rimasi immobile.

Gelosia, rabbia, invidia, un'insieme di cose che non gli appartengono.

Chi ha fatto la spia?
Come può aver scoperto qualcosa?

Se così fosse, credo di poter essere salva solamente grazie a mio figlio.
Gli devo la vita.

Sospiro e decido di reagire, capire ed affrontare le cose.

"Geloso che tuo fratello abbia assistito alle ecografie?
Potevi pensari"
Ribadisco, una volta raggiunta camera nostra.

Jeremiah stava togliendo le scarpe, seduto comodamente sul letto.

Quando lanciò le scarpe vicino i piedi del comodino, si buttò sul comodo materasso.

"Che goduria"
Mormora.

"Candy, non farmi la morale, non darmi fastidio, non impicciarti nei miei affari e non utilizzare il bambino come capro espiatorio.
Ciò che deve inreressarti è star bene e far crescere il mio erede"
Parlava con lo sguardo rivolto verso il tetto, non si mosse di una virgola.

"Ad essere stronzi siete proprio uguali eh"
Sbuffai, lasciandolo solo.

Ero nervosa, esausta, inutile, senza valore e forse tradita da qualcuno.

Luca.

Ovvero l'unico, che io sappia, a poter dire qualcosa della nostra, ormai, chiusa relazione.

"Come state?"
Parlando del diavolo, spunano le corna.

"Bene"
Venne immediatamente a toccare e accarezzare la pancia, che mi piaceva sempre più.

Non vedo l'ora che sia grossa e magari dove sia possibile vedere i suoi movimenti.

Ah, purtroppo, ogni cosa ha il suo tempo e mi tocca aspettare.

"Sarai bellissimo, ti vizierò tanto e sarai il mio preferito"
Sorrisi, direi che essendo l'unico nipote, non ha molta scelta.

"Le coccole sono ben accette, ma posso sedermi?"
Domandai, dopo cinque minuti.

Luca sembra attratto e può farmi solamente piacere, un parente così affettuoso con una vipera come zia ed un papà che non sono sicura sarà in grado d'esser un buon padre.

Per fortuna esiste suo zio.

Ho passato, veramente un brutto periodo.

Spero possiate perdonarmi.
Riprenderò con le solite pubblicazioni regolarmente.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant