Capitolo 21

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I suoi occhi non si fermavano un attimo, si aspettava di vedere quel signore.

Iniziavo ad avere paura, mai l'ho visto così iracondo.

Jere, dopo avermi vista con Claudio, mi pare si chiamasse così, cominciò a salutare tutti e portami via.

Non rispondeva alle mie domande.

"Per favore, giuro che non ho fatto niente di male"
La mia mente fece questo collegamento,  fosse solo una banale gelosia?

Avrei preferito tutto alla verità.

"Lo so"
Cambiò marcia e controllava avanti e dietro la vettura.

"Ora ti spiego, adesso torniamo a casa"
Annuì, speravo di sentirmi al sicuro una volta tornata lì.

La tensione si prolungò a lungo, fino a quando non sbottai.

"Ti prego non ce la faccio più"
Stavo male, proprio male, magari è una cavolata, magari no.

So solo che sento quansi d'essere soffocata da quest'aria insostenibile.

"Devo dire poche cose ai ragazzi e arrivo"
Sospirai, doveva parlare con le guardie.

Quasi corsi, per accellerare il tempo. Mi struccai velocemente, con fretta mi lavai i denti e provai a mettermi il pigiama.

"Eccomi.
Sono stato esagerato e ti chiedo scusa"
Attese qualche secondo, per poi stringermi a sé.

Ho finalmente percepito la sua sicurezza, collegata alla mia, purtroppo percepivo di esser diventata, succube di lui, sotto certi aspetti.

Se si preoccupava, io lo seguivo. Se si arrabbiava, di conseguemza lo ero anche io. E così via.

"Fa nulla"
Toccai i suoi morbidi capelli e ricevetti un tenero bacio sul collo.

Allentò la morsa della cravatta.

"Il volto o i volti, dell'assassino dei tuoi genitori, non è mai stato identificato. Però, molti sostengono che sia stata la famiglia Mancini. Il capo famiglia, non avrei mai pensato che avesse trovato il coraggio di avvicinarsi"

E così, un altro piano ben strutturato, comprendeva me.

Sebbene quel cognome non mi appartenga, non lo voglio neanche.

Quelle persone, quella famiglia, quel cognome e ciò che lo costituiva, mi perseguita. Nonostante non ne faccio parte, non ne sapevo nulla, devo rimetterci io.

"Ho solamente paura, una fottuta paura che ti accada qualcosa e non voglio. Potrebbero essere paranoie, ma non ti lascio"

È incredibile, sono più stupita dal suo comportamento da bimbo tenero e impaurito, che il solito macho pronto a risolvere le situazuoni con un semplice sciocco delle dita.

La sua mente geniale proprio adesso doveva bloccarsi?

"Io mi fido di te, sei sempre stato bravo"

Sorrisi, per infondere ad entrambi serenità.

"È tardi, riposiamo. Con una bella dormita andrà tutto meglio"
Dissi, togliendo orecchini e accessori vari.

"Hai ragione"
Sbuffò e andò in bagno.

Io ero già pronta per andare a nanna, decisi solamente di aspettarlo sotto le coperte.

"Domani parlerò con Luca"
Aveva già un piano in mente, a quanto pare il piccolo genietto si è svegliato.

"Riposati per una volta"
Testa dura, non ce la fa.

È più forte di lui.

Io non sono preoccupata o altro, alla fine non so chi sono, si parla di supposizioni.

Perché crearmi problemi?

Ok, forse sono troppo serena, il che è al quanto strano.

Vedremo quanto durerà.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Where stories live. Discover now