Capitolo diciotto ; hai della bava vicino la bocca

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Le soffici labbra di Paulo premono con urgenza contro le mie, che, senza pensarci due volte, ricambiano il bacio con passione.

L'argentino mi morde il labbro inferiore, succhiandolo, ed io gemo contro la sua bocca: la sua lingua picchietta contro i miei denti ed io consento l'accesso senza riflettere.

Siamo nella mia camera ed io sono in pigiama, mentre lui è semplicemente in tuta.

Nemmeno ricordo come ci siamo ritrovati in questa situazione.

«Non puoi immaginare da quanto tempo io desiderassi questo momento...» soffia il numero dieci.

Le sue mani circondano la mia vita e con le dita inizia ad accarezzare dei lembi della mia pelle, sotto il tessuto del maglione color bianco panna.

«Sì invece, perché ti desidero anch'io» sussurro, perché è notte fonda e potremmo svegliare qualcuno.

E quel qualcuno è Oriana.

Le mie braccia avvolgono il collo abbronzato del giocatore e le mie dita iniziano a giocherellare con i capelli dietro la sua nuca.

«Sei bellissima» mormora, e poi mi bacia di nuovo.

Siamo sempre più vicini al letto.

Io alzo gli occhi al cielo e sospiro. «Anche tu Paulo. Anche tu sei bellissimo. Più di me.»

Quest'ultimo sorride contro le mie labbra e poi si stende sul letto, tenendomi sempre per mano e facendomi sedere pian piano sopra le sue gambe. «Tu di più del mio più»

Per interrompere il mio sbuffo, il ragazzo dai capelli castani mi bacia con ancora più passione e necessità di prima.

I nostri baci sono fuoco, sono amore, sono dolcezza, forza, e sono passionali come mai prima d'ora.

«Io ti voglio, Noemi.»

Mi stacco un attimo da lui a quelle parole e lo guardo dritto in quegli occhi verdazzurri, che tanto mi fanno impazzire.

Sono pieni di lussuria e io non ho mai visto un paio di pupille così dilatate.

«Anch'io. Ti voglio sentire dentro di me, Paulo»

Mi sveglio col respiro affannato.

Caccio un urlo non appena apro gli occhi e mi tranquillizzo solo quando mi rendo conto di essere nel mio letto, da sola.

Sbatto più volte le palpebre, come per calmarmi e per realizzare meglio ciò che è appena accaduto.

O meglio, ciò che ho appena sognato.

Mi porto le mani fra i capelli, per poi passarle velocemente sul viso: sono sudata.

Era solo un sogno.

Sbuffo e mi alzo dal letto, togliendomi le coperte e il piumone di dosso.

Vado in bagno e mi sciacquo lentamente il viso e il collo, attenta a non fare movimenti bruschi visto che mi gira abbastanza la testa, probabilmente perché mi sono svegliata all'improvviso.

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora