Capitolo quattordici ; amor vincit omnia

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-Ho mal di panciaaaaa- urlo, allungando così tanto la A che quasi rompo i timpani di Manon.

-L'ho capitoooo- quest'ultima, infatti, si porta le mani sulle orecchie e grida anche lei per rispondermi. -Me l'hai ripetuto centosettanta sette volte!-

-Non ce la faccio- sbuffo -perché non mi arriva? È passata più di una settimana-

-Lo so, ma non eri tu quella che aveva detto che era normale?-

Siamo in un caffè in centro di Torino, "Le cœur*", sedute fuori a prendere un cappuccino. C'eravamo messe d'accordo per incontrarci non appena io fossi tornata dall'Argentina, così, ieri, appena sono atterrata, l'ho chiamata immediatamente e ci siamo accordate per vederci oggi pomeriggio dopo l'università, visto che lezioni alla Bocconi sono già ricominciate dato che ieri sono finite le vacanze pasquali.

-Ma infatti credo sia così...e poi c'è stato il cambio di stagione e soprattutto di temperatura fra Torino e Laguna Larga, perciò- sospiro -credo sia normale-
-Secondo me dovresti farti controllare da qualcuno- a quelle parole alzo immediatamente gli occhi al cielo.
-Non mi piace andare dal dottore, ginecologa o quel che sia- dico -Non mi è mai piaciuto, nemmeno da piccola-

-Il mio era un consiglio, poi fai come credi. Però non voglio più sentire che ti lamenti per il mal di pancia!- esclama la francese, ed io, a mio malgrado, annuisco a testa bassa.
-Aspetterò altri quattro giorni, se il dolore non passa e il signore oscuro non arriva a farmi visita, andrò dalla ginecologa. Promesso-

Manon sorride e poi beve un sorso del suo cappuccino. -E così hai fatto pace con tua sorella, eh?-

Le ho già spiegato tutto quello che è successo in Argentina per telefono, ma mi aveva detto che voleva dei chiarimenti più specifici.

-Eh già, Oriana è proprio cambiata. Peccato che sia dovuta rimanere in Argentina per lavoro, altrimenti te l'avrei sicuramente fatta conoscere. È diventata proprio una bella persona- le racconto -Stiamo recuperando il nostro rapporto-

-Ne sono felice. Te lo meriti- mi dice lei.

-Grazie. E tu? Non mi hai più parlato di quella famosa ragazza che ti interessa?-
Manon arrossisce all'improvviso.

-Non ci posso credere! Manon Demissy che arrossisce! Questo è un evento storico!- lei, a quelle parole, sbuffa e alza gli occhi al cielo mentre le sue guance diventano di un rosso ancora più acceso, quasi color pomodoro.
-Sembri un peperone- insisto e lei emette un lungo sospiro.
-E tu una bambina di cinque anni- ribatte seccamente.

-Ehy!- esclamo, offesa. -Dai, mi puoi dire chi è. Sono la tua migliore amica e di me ti puoi fidare-
-Non è che non mi fido di te- rotea gli occhi -È che è imbarazzante-
-Oddio, non è che sono io e che Paulo aveva ragione?- cerco di invogliarla a dirmi la verità.

-No! Non sei tu! Cosa diamine ha detto quel cretino di Dybala?!- esclama, furente di rabbia.
-Niente, niente. Lascialo perdere. Dai, dimmi chi è, però-

Manon non risponde. Rimaniamo in silenzio per almeno quattro minuti finché lei, finalmente, non parla di nuovo.

-La conosci. È la ragazza bionda del corso di diritto francese-

Ecco, un'altra cosa che mi devo ricordare di fare è di dire a Paulo che ho iniziato il corso di diritto francese, un mese fa.
Non so perché, ma non mi sono mai sentita di dirglielo ed ho preferito tenerlo segreto.
Non ne so il motivo ma è come se non avessi mai trovato il momento giusto per farlo, anche se so che infondo non c'è niente di male.

-La ragazza bionda...?- cerco di ricordare. -Mia? Mia Winter?-
-Sì...è lei- ammette, finalmente.

-Beh, ci credo che ti piace, è bellissima- sussurro -cavolo, credo si sia mangiata la mia autostima-

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Where stories live. Discover now