extra - anniversario

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«Papi, mi potresti allacciare le scarpe?» domanda Amélie quasi sul punto di piangere. «Non ci riescoooo» aggiunge, allungando la o al punto da far preoccupare anche me.

«Certo, princesa» risponde Paulo sorridendole e abbassandosi per fare come da lei richiesto.

«Ancora non ti sai allacciare le scarpeeee» la prende in giro Isak con tanto di linguaccia.

«E tu ancora non sai come usare bene il cervello» ribatte lei, fieramente.

«Ragazzi basta, dai. Avete litigato mezz'ora fa.» li riprende il giocatore argentino.

«Non è vero. Non mi ricordo nemmeno per cosa abbiamo litigato» dice Amélie con aria abbastanza confusa.

«Ecco, appunto...» mormora il numero dieci. «Ora vostra madre ha bisogno di me per allacciarsi la zip del vestito, l'avete sentita chiamarmi? Quindi fate i bravi e fatevi trovare di fronte la porta con i cappotti addosso fra dieci minuti»

Io, in realtà, non ho chiamato proprio nessuno.

«Sono riuscito a fuggire prima che iniziassero di nuovo ad urlarsi contro» sospira Paulo mentre entra in bagno dove io mi sto finendo di truccare.

«In realtà non urlano quasi mai. Fanno solo ironia l'uno dell'altro» rido.

«Beh, si può dire che il sarcasmo l'hanno preso da te. Anzi, praticamente il carattere di Amélie è la copia del tuo e anche l'ironia di Isak, ovvio» sbuffa il giocatore juventino mentre intanto si posiziona dietro di me e poggia le mani sui miei fianchi.

«Beh, dovevano prendere qualcosa da me oltre agli occhi. Per il resto sono identici a te. Avete lo stesso colore di capelli, gli stessi tratti e il resto del carattere di Isak è praticamente la tua copia» dico sorridendo e mi giro verso di lui.

I nostri visi sono a pochissimi centimetri di distanza. Sento i brividi percorrermi come se fosse la prima volta che mi trovo così vicina al suo volto.

Nonostante siano passati quasi diciannove anni da quando ci conosciamo.

«Posso baciarti?» mi domanda e a me, istintivamente, viene da ridacchiare.

«Mi chiedi il permesso?»

«Non posso?» controbatte con sorriso impercettibile sul viso.

E allora ci baciamo.

E le emozioni che provo sono sempre le stesse, se non amplificate.

È un cliché di ogni storia d'amore? Non mi importa. È così.

Sarà sempre così.

Amare Paulo è la cosa più bella che potessi mai scegliere di fare in questa mia vita.

«E allora oggi facciamo cinque anni di matrimonio, eh?» sussurro mentre lui poggia la sua fronte contro la mia.

«Sono pochi. Io, con te, voglio passare tutta la vita» mormora.

«È per questo che ci siamo sposati, no?»

Entrambi chiudiamo gli occhi e ci godiamo quel momento intimo, dolce e estremamente romantico se non fosse per il fatto ad un tratto sentiamo Isak gridare dal piano di sotto.

«Noi siamo all'ingresso da un quarto d'ora! Quanto ti ci vuole per allacciare la zip di mamma!»

Lo guardo.

Io lo amo. Lui ama me.
Abbiamo due bambini meravigliosi.
Siamo una famiglia.

*

Andava tutto bene.

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Where stories live. Discover now